The Walled Off Hotel come galleria d’arte
Se vi trovate in Palestina e siete in visita alla storica città di Betlemme ed amate l’arte contemporanea, prendete in considerazione di dormire almeno una notte nell’hotel che Banksy ha fortemente voluto per un messaggi di pace. Si chiama emblematicamente The Walled Off – l’ “albergo fuori dal muro” – ed è stato costruito in gran segreto.
Si pensava ad uno scherzo quando nella primavera del 2017 è stata presentata alla stampa l’apertura di un hotel di Banksy, ideato proprio dall’artista considerato tra i maggiori provocatori dell’arte contemporanea.
Anche il nome stesso dell’hotel è una provocazione, un gioco di parole, che rimanda a Waldorf, la catena degli hotel di lusso di New York.
L’hotel con la peggiore vista del mondo
Il progetto di Banksy rientra nel concetto di “Art Hotel” e le stanze personalizzate dal writer sono affacciate sulla barriera di cemento che dal 2003 divide Israele dalla Palestina; per questo motivo l’albergo è stato definito come il luogo dove si trova “la peggiore vista del mondo”.
Struttura alberghiera a tre stelle con camere e spazi comuni personalizzati con le opere firmate da grandi artisti (non solo Banksy, troviamo anche nomi come Sami Musa e Dominque Petrin) un vero e proprio luogo di celebrazione dell’arte e spiritualità emozionale!!
La struttura è dotata di servizi unici ed innovativi come per esempio una libreria, un piano bar, un museo ed un gift shop.
In The Walled Off Si può assistere a spettacoli di arte e letteratura, ad ogni angolo si respirano riferimenti di storia ed arte.
Banksy, un’artista per la pace
La volontà creativa dello street artist, sensibile da anni al tema del conflitto israelo-palestinese, è presente sul muro già dalla sua prima visita.
Banksy infatti realizzò, con la tecnica del trompe d’oeil, delle raffigurazioni che sembrano squarci. Sul muro alto più di 8 metri e dotato di torrette di guardia, si possono ammirare delle finestre immaginarie su un mondo che potrebbe trovarsi dall’altra parte. In questo modo le opere creano delle illusioni ottiche, come a demolirlo idealmente.
Banksy in una mail, l’unico modo in cui rilascia interviste per mantenere l’anonimato, disse:
“Nel mio primo viaggio in Palestina sono arrivato di notte e mi hanno portato subito dietro il muro. E quindi ho immaginato che la povertà, gli asini, la mancanza d’acqua e i blackout elettrici fossero un elemento della vita quotidiana in questa parte di mondo. Sono rimasto sconvolto quando, una settimana dopo, ho superato un posto di blocco e sono entrato in Israele dove, ad appena cinquecento metri, scintillavano dei ricchi centri commerciali, con rotonde piene di palme e suv nuovi di zecca dappertutto. Vedere le diseguaglianze tra le due parti è stato scioccante, poiché era chiaro che questa disparità era totalmente evitabile”.
L’artista quindi con questo hotel vuole trasfigurare poeticamente la realtà.
Nella “stanza di Banksy” per esempio, i turisti dormono sotto la raffigurazione di un israeliano ed un palestinese che lottano con i cuscini. L’artista sottolinea quanto questo scontro sia ridicolo, come la battaglia tra ebrei ed i musulmani.
Grande messaggio di collaborazione e pace tra i popoli che l’artista vuole trasmettere è percepibile anche attraverso le insegne nell’hotel. Sono infatti scritte in arabo, ebraico ed inglese, per fare capire che la struttura è visitabile sia da israeliani che palestinesi, oltre ai turisti e gli ospiti.
Per chi apprezza Banksy, le sue opere e la sua attitudine, è un luogo unico dove soggiornare a partire da soli 35 euro a notte. Pronti a partire?