India: i lussuosi palazzi dei marajà indiani

Quello che più colpisce visitando il Rajasthan è il contrasto tra la povertà che si vede lungo le strade, sia in città che in campagna, dove sporcizia, varia umanità e commerci coesistono, e la ricchezza stupefacente che si può ammirare nei lussuosi palazzi dove risiedevano (e in alcuni casi risiedono ancora oggi) i marajà.
Questo contrasto la dice lunga sulle contraddizioni che sussistono nella società indiana, che ancora oggi deve percorrere un lungo cammino per arrivare a poter dare anche ai più svantaggiati un’occasione di riscatto e miglioramento delle proprie condizioni.

Entrando nei meravigliosi palazzi reali (sì, perché il marajà era il re della città, oggi però privato di ogni potere politico), si rimane stupiti della magnificenza di ogni sala, decorata fino all’inverosimile con elementi preziosi e con grande abilità artistica.

Ecco alcuni dei palazzi che non si possono non visitare, scelti tra i più belli e imponenti del Rajasthan, che sicuramente rimarranno nel ricordo di ogni viaggiatore, facendo sognare di un tempo favoloso e di ricchezze senza limiti:

  1. Ad Udaipur il Monsoon Palace (palazzo dei monsoni), noto anche come Sajjan Garh Palace, offre dall’alto di una collina un panorama, imperdibile al tramonto, sui laghi della città, sui palazzi e sui dintorni. Si chiama Sajjangarh dal nome del Maharana Sajjan Singh (1874–1884) del regno Mewar, che lo fece costruire nel 1884.Venne edificato principalmente per osservare le nuvole dei monsoni; da qui il nome. Il palazzo si trova sul picco Bansdara dei monti Aravalli ad un’altezza di 944 metri sul livello del mare, con una stupenda vista sul lago Pichola.L’intenzione del progettista originale, Maharana Sajjan Singh, era quella di costruire un edificio di nove piani, in pratica un osservatorio astronomico, per seguire il movimento delle nuvole monsoniche nella zona circostante il palazzo.La prematura morte del Maharana all’età di 26 anni (dopo soli 10 anni di governo tra il 1874 e il 1884) portò al conseguente blocco dei suoi progetti per un certo tempo. Prima della sua morte, il palazzo era stato costruito parzialmente e venne poi completato dal suo successore Fateh Singh che lo utilizzò per guardare le nuvole dei monsoni. La famiglia reale lo utilizzò anche come residenza di caccia.Il palazzo è realizzato in marmo bianco e ha un grande cortile centrale con una scala e molte camere. È costruito su colonne di marmo, che sono scolpite con motivi di foglie e fiori. Di notte, grazie ad una sapiente illuminazione che mette in risalto cupole e torrette, sembra un’apparizione da sogno.
  2. Ad Udaipur il palazzo più imponente, però, è il City Palace, che si specchia nel lago Pichola e domina la città con la sua lunghezza di ben 457 metri, che lo rendono il più grande del Rajasthan.Costituito da numerosi palazzi interni, costruiti in stile rajput coniugato con quello moghul, ha una zona riservata e non accessibile al pubblico, dove ancora oggi abita la famiglia reale, che gestisce anche la fondazione a cui fanno capo le aree adibite a museo. Costruito in granito e marmo, il Palazzo si snoda tra corti e giardini disseminati di fontane e padiglioni aperti. La sua grandezza è data anche dal fatto che nel tempo si sono aggiunte numerose strutture rispetto al nucleo originale costruito da Udai Singh.All’interno si trova un interessante museo di oggetti d’epoca, come collezioni di armi, portantine, costumi, e pregiate miniature. Da non perdere, al piano superiore, i Chattris, i chioschi su colonnine, le terrazze schermate da jalis, i pannelli traforati, creati per proteggere da sguardi esterni le donne, che potevano osservare senza essere viste, il Mor Chouk, il Cortile dei Pavoni, del XVII secolo, con mosaici che riproducono gli uccelli in vetro colorato, o il Palazzo delle meraviglie della Cina, Bari Mahal, in stile moghul; il Dilkhush Mahal, sempre del XVII secolo, ricco di belle pitture murali; il Moti Mahal, il Palazzo della Perla, che colpisce lo sguardo con migliaia di specchietti e vetri colorati che decorano pareti e soffitti, e il Karan Mahal, costruito sulla sommità del palazzo.
  3. Dando le spalle al City Palace, si scorge un delizioso palazzo che sembra galleggiare sulle acque calme del Lago Pichola: è il Jag Niwas ( detto anche Lake Palace), costruito in marmo bianco nel 1746 dal Maharana Jagat Singh II sull’isola di Jag Niwas come residenza estiva. Trasformato ora in hotel extra lusso, è collegato alla terraferma con barche veloci.
  4. Anche a Jaipur, la capitale del Rajasthan, c’è un grandioso City Palace, enorme e attraversato da ampi viali. Nato dalla fusione di diversi stili – indiano, rayput, moghul ed europeo – reinterpretati in modo lussuosamente ricco e con materiali preziosi, è costituito da un insieme di palazzi, padiglioni, giardini e templi dalle decorazioni ricche e piene di significato.A questo proposito, non perdetevi una visita intorno alle 9 del mattino al Tempio di Shri Govind Dev, dallo stupefacente soffitto decorato in oro, per assistere ad una sentita cerimonia religiosa che vede accorrere molti fedeli che intonano canti con un’intensità che non mancherà di emozionarvi.Le strutture più importanti del palazzo sono il Chandra Mahal, il Mubarak Mahal, il Mukut Mahal, il Palazzo della Maharani, e il Museo del Palazzo, che ripercorre la storia della città e delle sue dinastie reali in un ambiente moderno dalle luci soffuse.
  5. Arrivare a Fatehpur Sikri, a non molti km da Delhi, e scoprire che nei pressi di un’anonima città si trova un imponente palazzo in arenaria rossa, ricchissimo di enormi cortili, palazzi in marmo bianco, portici, eleganti costruzioni dedicate alle varie mogli del marajà, è una vera sorpresa!Nata per volontà di Akbar, re della dinastia dei Moghul, la città di Fatehpur Sikri fu un omaggio che il re fece allo Sceicco Salim Chishti, mistico ed astrologo, che, consultato perché Akbar non riusciva ad avere il sospirato figlio maschio, gli aveva predetto che a breve sarebbe nato l’erede della dinastia. E così fu.Akbar decise quindi di trasferire la capitale da Agra a Fatehpur Sikri, facendo costruire il ricco e grandioso complesso di palazzi e anche la meravigliosa tomba in marmo bianco dello sceicco. Il complesso fu abitato solo per pochi anni, quindi fu abbandonato per sempre, forse a causa di carenze idriche.

Immergendosi in un mondo da favola che ormai non esiste più, se non per le straordinarie testimonianze rimaste nei palace dei marajà, si può sognare e dimenticare almeno per un po’ il brulichio di persone che si affolla nelle strade cittadine, molte alla ricerca di qualche rupia per rimediare almeno un pasto.

 

Info

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Anna Rubinetto

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