Visitare l’Etiopia: un itinerario lungo la rotta storica

L’Etiopia è il Paese africano con la maggiore concentrazione di siti UNESCO: le chiese di Lalibela, Axum e i Castelli di Gondar… Ma anche paesaggi di straordinaria bellezza come il Lago Tana, le Cascate del Nilo Azzurro e le Chiese Rupestri del Tigrai. Ecco l’itinerario del mio viaggio nel Nord Etiopia con alcune immagini scattate strada facendo.

Visitare l’Etiopia significa conoscere il Paese culturalmente più interessante dell’intero continente africano, con ben 8 siti inseriti nell’elenco del Patrimonio UNESCO: chiese, monasteri e castelli che non si ritrovano in alcun altro paese dell’Africa.

Etiopia, il paese della bellissima e leggendaria Regina di Saba, è per estensione tre volte l’Italia e si trova a nord est dell’Africa, confinante con l’Eritrea, il Sudan la Somalia ed il Kenia. Vista la sua estensione e la vastità di paesaggi e culture, per poter visitare tutto il Paese durante un unico viaggio serve almeno un mese.

Avendo due settimane a disposizione, ho scelto di percorrere la rotta storica partendo dalla capitale, Addis Abeba – dove mi sono fermata tre giorni – dirigendomi quindi nelle regioni del nord con un volo su Bahar Dar presso il Lago Tana, da dove è continuato il mio tour.

Un viaggio nelle radici della nostra storia non solo per Lucy, la nostra meravigliosa antenata, ma soprattutto per le tradizioni della religione copta-ortodossa, che riconducono ai primi riti della Chiesa, ad una fede fatta di gesti sinceri e ritualità sacre tramandate da secoli con il rispetto di chi crede con il cuore.

Quanto ho potuto vedere mi ha rivelato un Paese straordinario, per la sua cultura, la storia e le tradizioni, i paesaggi e gli stessi abitanti. Ho provato emozioni molto forti visitando alcuni luoghi sacri, mentre osservavo le persone mietere il grano cantando, quando ho visto un sicomoro così grande da poter abbracciare centinaia di persone. E poi i paesaggi, gli altipiani, la terra fertile ed i terrazzamenti coltivati con laboriosa passione. Valli e spaccature profonde, fiumi generosi cascate e laghi calmi dove gli isolotti custodiscono antichissimi monasteri.

Lontano dalla nostra immaginazione di un’Africa arida e stepposa, ho visitato una terra verde e generosa, paesaggi di una straordinaria bellezza, meravigliosi campi fioriti coltivati da contadini pazienti che lavorano la terra in modo arcaico e cieli dove la luce diurna dal color cobalto contrasta la notte buia costellata di stelle.

E poi tante persone, uomini e donne dal portamento fiero e dalle belle fattezze, spostarsi a piedi per chilometri da un villaggio all’altro, avvolte nei loro shamma e gabi bianchi accompagnati dal loro dula, l’inseparabile bastone in legno da passeggio. Bambini, moltitudini di bimbi dagli occhi di cerbiatto ed i sorrisi luminosi e colmi di energia e curiosità.

La lingua parlata in Etiopia è l’amarico, ma la gran parte della popolazione comunica anche in inglese. La situazione dell’Etiopia dal punto di vista della sicurezza è attualmente tranquilla e permette di visitare il Paese senza timori.
Illustro di seguito le tappe principali del nostro viaggio che abbiamo percorso a bordo di un fuoristrada, con un autista ed una guida locale.

Addis Abeba, la porta d’Africa

Il nostro viaggio in Etiopia inizia dalla capitale Addis Abeba, dove atterrano le più importanti compagnie di linea internazionali. Appena esco dall’aeroporto ecco la prima grande sorpresa: sono ringiovanita di 7 anni! Secondo il calendario etiope – che è quello Giuliano risalente a Giulio Cesare- siamo nel 2010. L’anno nuovo è iniziato il 27 settembre, data che segna la fine della stagione delle piogge.

Siamo a 2500 metri di altitudine – la terza capitale più alta del Mondo – ed una media di 15 gradi di temperatura. Come tutte le capitali dei Paesi in via di sviluppo si notano contrasti evidenti, con gli attuali 6 milioni di abitanti in continuo aumento ed un notevole inquinamento dovuto ai vecchi mezzi circolanti. Lungo le strade è un brulicare di persone che si spostano con calma a piedi, per portare i bambini a scuola, recarsi al mercato, acquistare o vendere il cibo, andare in chiesa o semplicemente per incontrarsi.

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Ad Addis Abeba si può incontrare la nostra illustre antenata Lucy, i cui resti sono conservati presso il National Museum.
Avendo a disposizione un paio di giornate si possono visitare anche il Museo Etnologico, la Cattedrale della Santissima Trinità, il Palazzo di Menelik II, la Piazza 27 Meyazia.

Un buon viaggiatore vuole conoscere la cultura di un Paese attraverso i suoi piatti tipici, pertanto è importante assaporare i vari modi in cui si può gustare il piatto nazionale etiope,  l’Injera: si tratta di una sorta di grandi pancake ottenuti con la farina di teff, un cereale ad alto valore proteico, ricco di ferro ma soprattutto senza glutine! Queste grandi tortillas vengono accompagnate da carne di vario tipo o verdure.

Fra un passaggio su un taxi collettivo ed un caratteristico tuk tuk si possono ammirare la curiosa statua di Bob Marley eretta su una rotonda o vagare nell’immenso Merkato: 10 km quadrati di negozi ed ambulanti che ne fanno il più esteso d’Africa, affollato, colorato e pieno di energia … una vera gioia per gli amanti della fotografia.

Il Lago Tana

Da Adis Abeba abbiamo preso un volo fino a Bahir Dar, una graziosa città che si trova nel punto più meridionale del Lago Tana.
Da quel punto e fino a Lalibela, ci siamo spostati con un veicolo fuoristrada.
Il Lago Tana è’ il più vasto bacino d’ acqua d’Etiopia, situato a nord d’Etiopia e a 1830 metri di altitudine. E’ otto volte il lago di Garda ed è una meta molto interessante per due motivi principali:  ospita 27 isolotti dove sorgono antiche chiese e monasteri copti risalenti quasi tutti al XIII secolo, interamente dipinte all’interno ed alcune delle quali non sono accessibili alle donne. Questi isolotti con i loro monasteri circondati di pace sono un tuffo nell’anima religiosa degli etiopi.
In secondo luogo, dal lago Tana sfocia il Nilo Azzurro che, dopo alcuni chilometri, forma le imponenti cascate di Tis Issat, seconde in Africa solo alle Cascate di Vittoria.

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Le Cascate del Nilo Azzurro – Tis Issat

A 30 km da Bahir Dar si trovano le cascate del Nilo Azzurro, che sono seconde per importanza in Africa dopo quelle di Vittoria. La portata delle acque cambia a seconda delle stagioni, ma dopo il periodo delle piogge – che termina a settembre – lo spettacolo del fragore e degli spruzzi d’acqua è davvero unico.

Per arrivare al sito partendo da Bahir Dar bisogna percorrere una strada sterrata e ci si impiega circa un’ora in auto. In compenso il viaggio è molto bello perché si attraversano diversi villaggi e si può osservare come vive la gente in questa regione. Arrivati nel villaggio nei pressi del Nilo Azzurro, si attraversa il fiume Nilo con una barchetta per raggiungere l’altra sponda e dopo un breve tratto a piedi si arriva al punto in cui si possono ammirare le cascate. Maestose, imponenti, fragorose, schiumose …

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I Castelli di Gondhar

La città di Gondar si trova a nord del lago Tana ed è uno degli 8 siti patrimonio UNESCO d’Etiopia.
Nel nostro immaginario “Africa” evoca deserti sconfinati, oasi e vaste savane pullulanti di leoni, elefanti e giraffe. Ed invece mi sono ritrovata le torri di vedetta e le merlature di sei bellissimi castelli raccolti in una fortezza e avvolti nel fascino e nella leggenda.

Si narra che attorno al 1635 l’imperatore Fasilide , arrivato presso uno stagno guidato da un bufalo, incontrò un eremita che gli predisse che proprio lì avrebbe fondato la sua capitale. Fasilide fece così riempire lo stagno e costruì il suo castello. Dopo di lui, altri cinque imperatori costruirono a Gondar il loro palazzo. Oggi all’interno di questa fortezza si possono visitare, oltre al Castello di Fasilide, i resti del Palazzo di Iyasu, il Castello di Mentewab, la cancelleria, la biblioteca e tre chiese. Per la visita della fortezza intera occorre una mezza giornata.

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Il Parco naturale del Simien

E’ il paradiso per gli amanti del trekking e si trova nella regione di Amhara, tra il Lago Tana e Axum. Il Parco Naturale del Simien è iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1969, con un’estensione di 179 km² ed è sito a 3.300 metri di quota.  In questa zona protetta, che si sviluppa interamente sulle montagne dallo stesso nome,  si possono ammirare splendidi paesaggi segnati dagli ondulati altipiani, con canyon  mozzafiato e montagne come Ras Dashen, la vetta più alta d’Etiopia, con i suoi 4543 metri. Nel parco Naturale del Simien vivono molte specie endemiche sia vegetali sia animali, tra i quali i  Walia ibex (una specie di capra), lo sciacallo di Simien e il  babbuino Gelada. Durante la visita al Parco abbiamo incontrato alcune persone residenti nel posto, pastori che vengono impiegati come guide perché conoscono bene questa zona naturale protetta.

E’ facile incontrare anche famiglie di babbuini, dolci e simpatiche creature che si lasciano avvicinare con discrezione. Percorrendo i sentieri sterrati del parco ci sono alcuni punti panoramici mozzafiato dove si possono vedere le imponenti catene montuose e le valli che caratterizzano il territorio.

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Le steli di Axum

Ai confini dell’Eritrea – lungo la rotta Addis Abeba-Asmara, si trova Axum – l’antica capitale del regno axumita, risalente al I secolo d C. ed oggi fulcro della religione copta in Etiopia.
E’ una tappa molto importante per chi vuole visitare l’Etiopia e conoscerne la storia: i suoi siti archeologici sono stati inclusi nel 1980 dall’UNESCO nella lista dei Patrimoni dell’Umanità.

Ad Axum troviamo l’incredibile parco delle steli, la Cattedrale di Nostra Signora Maria di Sion, con la vicina antica Chiesa dove secondo la religione copta è conservata l’Arca dell’Alleanza con le 10 Tavole della Legge;  il palazzo e la necropoli di re Kaleb e Gebre Meskel e il palazzo di Dongour, che la tradizione popolare ritiene sia stata la dimora della Regina di Saba.

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Le chiese rupestri del Tigrai

Nella zona del Tigrè, la più a nord dell’Etiopia, si annidano nelle pieghe delle montagne circa 120 chiese rupestri che probabilmente risalgono al X secolo. I monasteri, tutti a pianta circolare e riccamente affrescati con personaggi e racconti biblici, sono raggiungibili solo a piedi, a volte attraverso sentieri irti e scoscesi, a volte visitabili solo da uomini ed animali di sesso maschile. Hanno il fascino della devozione, dell’energia emanata dalla montagna nella quale sono accoccolate.

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La regione del Tigrai da sola merita il viaggio: offre ai visitatori panorami bucolici con terrazzamenti coltivati dalle innumerevoli sfumature di verde con allo sfondo una corona di montagne maestose.

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Le chiese rupestri di Lalibela

Quando ho visitato questo sito sono rimasta incredula per ore, chiedendomi come fosse stata possibile la realizzazione di tali opere da parte dell’uomo con il semplice utilizzo di scalpelli. Si dice siano opera degli angeli che di notte lavoravano per costruire una nuova Gerusalemme.

Le 11 chiese monolitiche di Lalibela – sito Patrimonio UNESCO fra i più importanti del continente africano – sono meraviglie da visitare almeno una volta nella vita, scavate nel tufo sotto il livello del suolo e collegate da tunnel e cunicoli. Opere maestose costruite non si sa come e da chi pare attorno al XII secolo, si dice siano opere del Re Lalibela, che volle ricostruire una nuova Gerusalemme riproducendo i principali luoghi della Palestina affinché i cristiani potessero visitarli senza compiere un pellegrinaggio pericoloso in Terra Santa. Questa visita da sola vale il viaggio e difficilmente si potrà rendere con le parole quanto si presenterà alla vista.

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Informazioni pratiche

Qual è il periodo migliore per visitare l’Etiopia?

I mesi più adatti per visitare l’Etiopia sono da novembre a marzo. In questi mesi nell’area a sud la depressione della Dancalia fa meno caldo, mentre a nord sono terminate le piogge stagionali. Per quanto riguarda la rotta storica che ho percorso, l’ideale è andare subito dopo le piogge, tra ottobre e novembre, perché il paesaggio è meravigliosamente puntellato di verde e le piantagioni al momento della maturazione, con i contadini al lavoro come eravamo noi agli inizi del ‘900. Uno spettacolo.

Come vestirsi?

La rotta storica a nord del Paese percorre altipiani che vanno anche dai 3.400 ai 2.800 metri di altitudine. Quindi conviene portarsi un piumino leggero che potrebbe essere utile e qualche felpa. E’ buona consuetudine in questi luoghi vestirsi sempre a cipolla e indossare scarpe comode e da trekking.

Cosa portare?

I tour operator e le guide raccomandano un turismo responsabile. Quindi non portare caramelle o doni per i bimbi. Le caramelle cariano i denti, mentre i doni come le penne li abituano a ricevere sempre qualcosa dal visitatore, e quindi a chiedere in continuazione. Piuttosto è meglio donare alle scuole le penne o fare delle offerte alle comunità per acquistare i semi per coltivare i propri campi.

Se volete informazioni sulle agenzie da contattare per un preventivo scrivete a viaggi@veraclasse.it

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