Viaggio nel Sahara, nel Tibesti per una grande spedizione

Un viaggio ricco di emozioni e di fascino quello che proponiamo nel Tibesti, la catena montuosa del Deserto del Sahara. Si tratta di un tour per veri amanti delle dune, che vogliono confrontarsi con un contesto imponente e affascinante. Ci si addentra in una realtà separata e unica fatta di guglie basaltiche, tassili di arenaria, caldere vulcaniche e montagne imponenti. Non manca anche l’aspetto culturale, accentrato principalmente sull’incontro con i Tubu Teda, i custodi delle più antiche tradizioni. Il viaggio, inoltre, ha il pregio di essere guidato da un’accompagnatrice d’eccezione, Adriana Ravenna, una delle poche persone ad aver più volte percorso le piste del Tibesti nel Sahara.

Programma di viaggio, giorno dopo giorno:   
1° giorno: Volo di linea da Milano a N'Djamena, via Parigi. 
2° – 4° giorno: Si parte per il circuito. Si percorre la grande arteria che corre nelle piane alluvionali del lagoTchad fino a Massakori, importante carrefour di piste. Verso oriente si imbocca la pista per Moussoro che attraversa la savana dove resistono aree di coltivazioni (miglio e sorgo), accanto a pianure dove pascolano mandrie di zebu e greggi di ovini. La pista costeggia in tutto il suo sviluppo la depressione del Bahr el Ghazal, il fiume delle gazzelle, antico emissario del paleo-tchad. Lungo il
Bahr si incontrano il villaggio di Salal, costituito da alcune case in banco disposte attorno al forte coloniale ormai abbandonato e Kouba Oulanga, la "depressione delle acacie". La pista supera le dune dell'Erg du Djourab, ostacolo principale per gli scambi commerciali tra Faya e la capitale. L'oasi di Faya Largeau è posta su una delle direttive che congiungeva agli imperi di Kanem e Bornou. 
5° – 8° giorno: La pista attraversa il Borkou, serpeggiando fra dune, depositi multicolori di alghe fossili e ordinati palmeti. Si incontrano i villaggi e palmeti di Yen, ove coesistono le capanne Tebou a forma di conchiglia rovesciata con le case in banco dei coltivatori ormai stanziali. All’uscita dal palmeto, la pista prosegue a nord rimontando verso la splendida regione di Kouroudi e i suoi tassili.
9° – 10° giorno: Si prosegue verso nord in direzione del pozzo di Birni Erdé, l'unico della zona facilmente accessibile e meta obbligata per i nomadi Teda, che vi hanno costruito nei dintorni un piccolo villaggio. A occidente svettano le cime seghettate dell'imponente Tarso Tieroko. Il villaggio di Yebbi Bou è formato dalle tipiche abitazioni dei Teda di questa regione: la "concessione" è formata da una capanna principale rotonda, con all'interno, in posizione centrale, il focolare, accanto la tipica "zeriba", di tradizione nomade.
11° – 12° giorno: Costeggiando le gole di Yebbigué, la pista alterna tratti molto impervi e sassosi a lunghi percorsi in verdi "enneri" (ouadi in lingua Teda), dove abbondano acacie e tamerici, aggirando così gli enormi complessi vulcanici del Tarso Voon e del Tarso Toon. Si procede seguendo le splendide gole di Zumri ed effettuando escursioni a piedi nei labirinti arenacei circostanti. L'oasi di Bardai è appena uscita da anni di guerra e incomincia a ritrovare vitalità e voglia di costruire.
13° – 14° giorno: Lasciata Bardai, si incomincia una lenta risalita percorrendo gli enneri che tagliano enormi colate laviche. Superate le gole di Oudinger, la pista si inerpica sino ad un colle a 2200 metri, oltre il quale appare il cratere del Trou au Natron. Campo sui bordi del cratere. La giornata successiva è dedicata alla discesa nel cratere, tramite un lungo sentiero, privo di difficoltà “alpinistiche”, ma lungo e faticoso. Pic nic sul fondo e risalita nel primo pomeriggio.
15° giorno: La pista per scendere nelle piane dell'Enneri Tao a 650 metri di quota è impervia e sconnessa, ma regalo uno spettacolo stupendo. Ci sposta, così, lentamente nella valle di Zouar.
16° giorno: Arrivo all’oasi di Zouar ove risiede il Derdé, capo spirituale e tradizionale delle famiglie Tébu del Tibesti. Dopo aver effettuato una camminata nei dintorni del villaggio e rifornito il convoglio di acqua e carburante, lasciamo Zouar superando gli ultimi contrafforti rocciosi meridionali ed entrando lentamente nella splendida regione in cui alti picchi rocciosi spiccano isolati su un terreno sabbioso.
17° – 19° giorno: Si inizia una spettacolare traversata di 700 km, nel vuoto più assoluto, superando cordoni di dune e piane infinite, per raggiungere il solitari pozzi nel sahel settentrionale. Si è ritornati nel Kanem: geograficamente inizia qua il sahel e si ritrovano i nomadi Daza e Kereda, in continuo spostamento da un pascolo all'altro.
20° giorno: Ricominciano le colture e i villaggi in banco pieni di colore africano, tipici di questa regione, governati dai vari sultanati che ancora mantengono una certa indiscutibile autorità. Siamo nel Kanem, storicamente uno dei più potenti reami neri del continente; si raggiunge il sultanato di Mao, oggi un piccolo villaggio, me che dall’XI° al XVI° secolo costituiva il centro dello splendore del Kanem islamico. Arrivo a N'Djamena nel pomeriggio e sistemazione in Hotel con camere a disposizione per la doccia.
21° giorno: Arrivo a Parigi di primo mattino e coincidenza aerea per l’Italia.

Fonte | www.kel12.com

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