Zanzibar, da tempo conosciuta come l’isola africana dei viaggi da sogno il cui mare incanta il mondo, nasconde sotto la sua tutela numerose isole e numerosi strani abitanti.
Prison Island è un’isolita isola, la cui storia è simile per alcuni versi a quella australiana.
Nella seconda metà dell’Ottocento, venne regalata a due mercanti arabi di schiavi che la utilizzarono come luogo di detenzione per gli schiavi più indisciplinati, successivamente venne acquistata dal Primo ministro britannico con l’intento di istituirci una vera e propria prigione. Ma il suo scopo cambiò con l’arrivo della febbre gialla e di molti malati che necessitavano della quarantena, l’isola acquisì allora il nome di “Quarantine Island“.
Ma ad abitarla oggi non sono malati o prigionieri ma bensì una colonia di tartarughe giganti di Aldabra che ogni anno vengono ammirate e sfamate da turisti provenienti da ogni dove.
Raggiungere l’isola è molto semplice ma tornare indietro lo è meno. Il tempo cambia velocemente e le maree si alzano. Una barchetta di legno con un motore dell’antiguerra è l’unico mezzo per visitare l’isola. Quindi l’avventura è assicurata.
Prison Island non funge da recinto per le tartarughe giganti ma da barriera contro l’estinzione e il bracconaggio.
La loro provenienza è ancora incerta, alcuni sostengono che si siano accodate alle tratte di schiavi o che siano giunte dalle Seychelles come dono per l’Impero inglese.
Gli esemplari maschi possono raggiungere circa i 120cm e pesare anche 250kg, mentre le femmine sono in genere più piccole.
Ogni due anni depongono le uova, quindi per i turisti è sempre un terno all’otto riuscire a far loro visita l’anno predestinato alla procreazione.
L’isola circondata da una colorata barriera corallina offre locazione a numerosi abitanti del mare che attirano sull’isola una variopinta serie di uccelli. Molti hanno deputato le spiagge di Zanzibar, le più bianche ed emozionanti nella Terra, come dargli torto?!