La primavera di Barcellona è una stagione a sé. Forse perché la storia ha trovato qui un naturale punto di incontro tra il mondo ispanico e quello continentale, che han fatto di Barcellona una cerniera tra i mondi. Ci giungiamo dopo un inverno trascorso sui libri di Ruiz Zafon, scrittore spagnolo che ambienta ogni suo romanzo nella capitale catalana e ci prefiggiamo di visitare tanti più luoghi “zafoniani” possibile.
Una volta arrivati a Barcellona però siamo attratti inevitabilmente dalle opere architettoniche ed artistiche per cui questa città e il suo mentore, Antoni Gaudì, sono famosi in tutto il mondo. Così partiamo subito alla volta di casa Gaudi, casa Battlò, il Park Guell e di quella stupenda opera mai conclusa che è la Sagrada Familia. Ciò che rende così innovativa tutta l’opera di questo architetto è la sua idea di rifarsi alla natura in modo assolutamente completo, dalla struttura al dettaglio decorativo, dai giochi di luce alle sfumature cromatiche, non c’è nulla che non sia volutamente preso dal mondo animale o vegetale, marino o della foresta. Il genio poi ha fatto il resto, rendendo possibile anche strutturalmente l’altezza delle volte del Tempio, come viene chiamata anche la Sagrada Famiglia, senza bisogno di contrafforti esterni a sorreggerne la struttura.
Ma a Barcellona trova soddisfazione sia la mente che il corpo. Le vie della Ribera infatti pullulano di locali e di opportunità di divertimento. Per un aperitivo consigliamo lo storico e caratteristico El Xampanyet (in Calle Moncada al n°22) oppure il nuovissimo ristorante del Museu Textil, la cui cucina abbiamo inaugurato come primi ospiti! La Ribera è uno dei quartieri storici più antichi, che pulsa attorno alla stupenda Basilica de Santa Maria del Mar, cosiddetta anche perché secoli addietro era bagnata dalle onde del mare. Questa è la Barcellona di un tempo, la zona che i pescatori di un tempo consideravano il centro del mondo. Qui stanno alcune delle botteghe più datate, come El Rey de la Magia, incredibile negozietto con trucchi e giochi di illusionismo che resiste da oltre 100 anni, ma anche alcuni dei palazzi più suggestivi. Tra questi la villa che ospita il Museo Picasso o il cortile in cui ammirare i pezzi del Museo Sudamericano, nell’abbraccio continuo di palme e pietre secolari.
Il tiepido sole e la costante brezza dal mare aprono i pori della pelle, rinvigorendo in maniera naturale il nostro pomeriggio alla volta dell’altro quartiere storico di Barcellona, in cui Ruiz Zafon ama ambientare in suoi romanzi, il famoso Barrio Gotico. Cuore antico e medievale di Barcellona, il Barrio si snoda tra stretti e angusti vicoli che nascondono angoli di immutata e silenziosa bellezza, come la piazza di San Felipe Neri, con la sua fontana arabeggiante, o la piazza del Pi, con la sua chiesa medievale. Preamboli alla affascinante Cattedrale di Santa Eustalia con un lussureggiante chiostro interno, capace di rispedirci indietro nel tempo fino al XIII secolo, quando venne innalzata. Appena uscite, fuori alzate gli occhi e scorgerete il cosiddetto “Ponte dei sospiri” (anche detto Arco Gotico), che collega le vecchie abitazioni dei canonici con il Palau de la Generalitat, simbolo dell’identità politica catalana e sfondo di diverse scene dei libri di Zafon.
Seguendo le orme dell’autore, torniamo indietro nel tempo, nella sua Barcellona, ma anche più indietro, sino alle radici di questa magica città, sospesa tra il mediterraneo e il mondo continentale.
Nel suggestivo Museu d’Historia de la Ciudad, è ancora visitabile l’antica Barcino di fondazione romana, scelta per la sua posizione strategica nel Mediterraneo. La città si sviluppò nei secoli, accogliendo anche gli influssi della dominazione araba e in questo crogiolo di civiltà e culture arrivarono a completare i loro studi personaggi fondamentali della storia Cristiana, come Gerberto d’Aurillac, che divenne Papa Silvestro II, il Papa dell’anno Mille.
Dopo aver assorbito così tanta storia, decidiamo di svagarci e raggiungiamo la famosa e sempre “movida” Rambla. Un’occasione non solo per ammirare i numerosi artisti di strada che qui sempre si ritrovano, ma anche per rinfrescarci con del zumo tropicale al mercato cittadino di St Josep, la Boqueria, coloratissimo e ricco di ogni mercanzia fresca e golosa: un reparto per frutta e verdura, uno per il pesce e uno per carni e salumi e uno per dolci e frutta secca. Il tutto quotidianamente disposto in ordinate e coreografiche bancarelle. Da non perdere!
Ma non ci si ferma. Da qualche anno, con grande soddisfazione di catalani e turisti, si può percorrere la nuovissima “Rambla del mar”, che dalla zona urbana porta alla spiaggia e termina in una piattaforma in legno che avvolge il porto vecchio della città e invita a proseguire per il lungomare della Barceloneta.
Quasi a guardiano della rambla del mar sta il “monumento a Colon” eretto a ricordo dell’incontro tra Isabella d’Aragona e Cristoforo colombo al rientro dal suo viaggio nelle Americhe.
Sulla sabbia già si accalcano giocatori di beach volley, ragazzi in cerca della tintarella e persino indomabili surfer. In effetti, il vento non fa mai mancare buone onde fino a riva. Per quanto ci riguarda, mentre centinaia di runners ci sfilano accanto, cerchiamo uno Xiringuito, un locale sul mare, dove assaggiare piati di pesce freschissimo. Optiamo per un affollato e vivace ristorantino affacciato sul porto olimpico, non molto lontano dalla scultura a forma di pesce alato frangisole di Franck O.Ghery, che inonda la città con i colori del tramonto. Una tapa di polipo e una cerveza fresca e torniamo come nuovi!
Per concludere in maniera ottimale una giornata a Barcellona suggeriamo quello che forse è il miglior ristorante di pesce della città: il Cafè de le 7 Portes, inaugurato nel 1836, con la sua superba paella catalana. Un tocco di gusto che renderà indimenticabile una città impossibile da non amare.
Foto e testi di Veronica Del Punta e Massimo Frera
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