Se volete scoprire un aspetto del tutto inedito della Sicilia, con colori e profumi diversi dal solito, venite sull’Etna in autunno. Superate le settimane fin troppo piovose di ottobre, la natura esplode di colori sul grande vulcano e la terra regala i suoi prodotti migliori tra nebbia e profumi di mosto e miele. E’ un percorso di sapori, quello che vogliamo consigliarvi per il vostro autunno etneo, ma lungo la strada incontrerete anche qualche leggenda antica che vi affascinerà.
Zafferana Etnea e la storia del suo buon miele
A Zafferana Etnea, vivace centro turistico sul fianco orientale dell’Etna, la tradizione dell’apicoltura nasce nel 1920 dal sogno di un ragazzino affascinato dalle api e pronto a sfidarle pur di osservarle da vicino. Vide così che gli insetti raccoglievano il nettare dei fiori di zagara e di castagno e provò a immaginare il sapore dei tipi di miele che ne avrebbe ricavato. La storia di quel ragazzino, Sebastiano Di Prima, è oggi raccontata nel Museo dell’Apicoltore, dove su prenotazione si organizzano anche degustazioni e visite guidate all’azienda di produzione di miele più antica del paese.
Il periodo migliore per venire ad assaggiare il miele di Zafferana è in ottobre, quando si celebra – ogni domenica del mese – la famosa “Ottobrata” in piazza. E se vi trovate qua con i vostri bambini non mancate di visitare il bellissimo parco a tema “Sicilia in Miniatura”, da scoprire magari a bordo del simpatico trenino turistico che parte dalla piazza principale.
Il castagno secolare dell’Etna che accolse cento cavalieri
Narra la leggenda che in un tempo davvero molto lontano una regina in fuga venne colta da una terribile tempesta proprio mentre si trovava sull’Etna. Essendo ancora lontana da qualsiasi luogo abitato, la sovrana decise di ripararsi sotto un grande castagno ma le dispiaceva lasciare sotto il diluvio la sua imponente scorta. Così disse anche ai cavalieri di raggiungerla sotto l’enorme chioma dell’albero e loro, tutti e cento, trovarono riparo lì insieme ai loro cavalli. Nessuno si bagnò.
Questa la leggenda affascinante legata al Castagno dei Cento Cavalli, un enorme albero che sicuramente risale come età a prima del XVI secolo e che ha sviluppato tre grandissimi tronchi da un’unica radice secolare. Siamo in territorio del comune di Sant’Alfio, sempre sul fianco orientale del vulcano, e questo albero monumentale è solo un esempio dei bellissimi castagni dell’Etna. Questi alberi crescono in boschi fitti e, qui, si ritrovano ad altitudini – sopra i 900 metri sul livello del mare – notevoli per una regione mediterranea.
Le ottime castagne dell’Etna, invece, le trovate sempre ad ogni angolo di strada, in autunno, tostate in grandi pentoloni che sprigionano un denso fumo creando un “effetto nebbia” abbastanza strano per questo angolo di sud. L’assaggio è d’obbligo, lungo il percorso, e la bontà assicurata.
Le vigne dell’Etna per il vino da offrire al vulcano
L’Etna è totalmente circondato da vigneti e non sono affatto sconosciute le etichette dei vini che qui si producono col nome di Etna Rosso, Nerello Mascalese, Solicchiata. Molti dei grandi vigneti di un tempo oggi si sono riconvertiti in agriturismi e accolgono volentieri i turisti curiosi di assaggiare o solo di ammirare i luoghi della lavorazione di queste uve particolari. Per agevolare la scelta di un percorso di degustazione vinicola sul vulcano è nata una associazione che organizza vere e proprie escursioni tramite il trenino della Circumetnea verso i vigneti più importanti.
Il vino è importante, per la gente che vive in questo territorio. Un’antica leggenda vuole che perfino il vulcano sia sensibile alla sua bontà, al punto che quando una eruzione minaccia da vicino un paese, una fattoria o un’abitazione, prima di scappare gli abitanti lasciano la tavola apparecchiata con sopra un bicchiere di vino da offrire all’Etna. In più di un’occasione la lava pare abbia risparmiato dalla distruzione proprio quelle case in cui questo rito era stato rispettato!
Le arance etnee, un dono di Ercole
Nel tardo autunno, le piantagioni di arance rosse del fianco meridionale dell’Etna e della Piana di Catania cominciano a punteggiarsi d’oro. Ogni arancia infatti brilla sotto il sole con il suo colore acceso perché, come racconta l’antico mito greco, erano i frutti dorati coltivati delle Esperidi e fu Ercole in persona, durante una delle sue celebri “fatiche”, a rubarle per donarle agli uomini. Non si può ignorare un dono così delizioso e quindi se vi trovate intorno a novembre o dicembre in Sicilia andate a visitare gli aranceti di Paternò, di Adrano, di Caltagirone e della Piana per gustare il piacere dolce-acido delle arance Sanguinelle.
Informazioni utili per il tour autunnale dell’Etna
Museo dell’Apicoltore presso azienda Mieledisicilia: email info@mieledisicilia.it, telefono 095/7081677
Castagno dei Cento Cavalli, Strada Provinciale 84 – Fossapoliti Taverna n° 7, Sant’Alfio (Catania)
Associazione Strada del Vino dell’Etna
Per gli aranceti di Paternò e Adrano: da Catania, tangenziale fino a Misterbianco e all’indicazione per Paternò seguire la Strada Statale 121, uscendo alle indicazioni dei singoli paesi.