Meraviglioso viaggio in Corea del Sud

La piccola penisola della Corea del Sud ha una bellezza ancora meravigliosa ed intatta nonostante i numerosi tentativi dei suoi vicini di intaccarla. Questa bellezza naturale forse è stata un elemento molto importante nel creare un’identità nazionale coesa, vincolata al confucianesimo, alla lingua, all’orgoglio: un territorio immerso nel verde, con alture di pietra che si innalzano nel cielo, elementi fondamentali per un popolo ossessionato dalla natura e dalle montagne in particolare.

Accompagnati da un’esperta guida che parla inglese, si può partire da Seoul per visitare Palazzo Gyeongbok, il Museo folcloristico, The Blue House, il Mercato Aperto di South Gate, il suggestivo Giardino Segreto e il Viale d’Insadong, per poi dirigersi verso Gyeongju. Si ammireranno, tra gli altri, il Tumuli Park, lo Stagno Anapji ed il Museo Nazionale.
Il giorno seguente un trasferimento a Busan e visita guidata del Tempio Tongdosa, del Mercato del pesce Jagalchi, della Busan Tower, del Mercato Internazionale, del Cimitero delle Nazioni Unite, tra le altre attrazioni culturali della città. Da Busan, rientro a Seoul e quindi volo internazionale per l’Italia.

Una chicca da sapere è che il popolo coreano si interessa a un gran numero di forme d'arte: la musica tradizionale coreana è simile a quella cinese e giapponese, con grande spazio dato agli archi. Le due forme musicali principali sono chongak e la più popolare minsogak. Tra le danze popolari si ricordano le danze accompagnate dai tamburi (sungmu, una danza molto attiva e vivace durante la quale i ballerini portano i tamburi intorno al collo), danze in maschera (t'alchum) e danze con assolo (salpuri, di solito improvvisate). Il capolavoro della letteratura coreana è Samguk Yusa, composto nel XII secolo da un frate di nome Illyon. La letteratura più recente sembra essere caratterizzata da un elemento di dissidenza, poiché molte opere sono state composte da studenti dissidenti e da ecologisti taoisti. I coreani considerano, infine, persino la propria lingua una forma d'arte e sono particolarmente orgogliosi della propria scrittura, l'han'gul.
 

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