All’isola d’Elba, la più grande di quelle del suggestivo arcipelago Toscano, bisogna proprio volerci andare. Perché arrivarci non è sempre comodissimo, a meno che non si risieda nei pressi del porto di Piombino, da dove i traghetti fanno la spola. I collegamenti aerei non sono molto più agevoli, ma la pista è quello che è.
Isola d’Elba, una natura incantevole
Però una volta arrivati, l’impegno (perché di impegno si tratta) viene ripagato dalla talvolta ancora selvaggia bellezza del paesaggio, anche sottomarina, visto che per i sub i fondali attorno all’isola sono una sorta di paradiso alla quasi incantata. Anche una sola occhiata dalla nave basta per intuirne il fascino: veri e proprie colonie di imbarcazioni popolano alcuni tratti di mare lasciando intendere lo spettacolo che si consuma in profondità. Ad esempio vicino alle isole Gemini, peraltro raggiungibili anche a nuoto. O al largo di Pomonte, nei pressi degli scogli dell’Ogliera, dove si trova il relitto dell’Elviscot, un mercantile affondato nel gennaio del 1972. Quasi in ogni angolo dell’isola vengono offerte immersioni e corsi per principianti: quello che c’è sotto la superficie è una delle grandi attrazioni dell’isola. Un business che assicura una piccola “rendita posizione” anche alle strutture ricettive, nelle quali stanno tornando anche i turisti tedeschi.
La storia dell’Isola d’Elba
La presenza più illustre è stata probabilmente quella di un corso, che all’Elba soggiornò addirittura 10 mesi. Napoleone Bonaparte preferì l’esilio toscano a quello di Corfù e il 4 maggio del 1814 sbarcò a Portoferraio, dove, in realtà, era alla rada dal giorno prima ma voleva capire il tenore dell’accoglienza. La sua abitazione cittadina, Villa dei Mulini, a Portoferraio, è oggi un museo. La posizione panoramica è veramente “imperiale”. A soli 3 chilometri dal paese c’è anche Villa San Martino, la residenza di campagna di Napoleone.
Chi non volesse trascorrere troppo tempo in spiaggia può consolarsi con una visita a Rio Elba, dove si trova ancorano gli antichi, testimonianza di una vita comune e di “piazza” ormai dimenticata. Oppure A Marciana nel cui museo archeologico sono custoditi i reperti di una nave romana naufragata nel 190 d.C a Procchio.
Un salto lo merita anche Porto Azzurro, incastonato dentro una baia dominata da una suggestiva fortezza che domina la vista e che in qualsiasi altra parte del pianeta sarebbe stata “messa a reddito”. Ma qui forte Longone, costruito dagli spagnoli nel XVII secolo, è un carcere, quello dei “sepolti vivi” secondo la definizione di chi l’ha sperimentato: il più duro d’Italia. E anche quello della rivolta del terrorista nero Mario Tuti scattata il 25 agosto del 1987 alla fine fine archiviata senza spargimento di sangue. Il penitenziario oggi è tra quelli considerati “modello”. Ma la meravigliosa posizione che occupa meriterebbe un altra destinazione.
Dove soggiornare all’Isola d’Elba
All’Elba, il turismo fa parte della storia più recente, cominciata con gli anni Sessanta. L’hotel “Poggio” (prima hotel Fonte Napoleone), che oggi non esiste più, è stato probabilmente il primo vero albergo dell’isola e risale agli anni Cinquanta. Tra quelli “storici” c’è anche il “Danila”, dal nome dell’imprenditrice elbana della famiglia Balestrini. A Naregno, ai piedi di Capoliveri (altro museo, questa volta con i preziosi reperti del relitto del Polluce, affondato nel 1814 a capo Calvo), lungo la spiaggia la terza generazione manda avanti il Frank’s Hotel. Quasi un racconto da “libro Cuore”. Maria Matacera affitta le stanze ai primi vacanzieri e nel frattempo si “riprende” l’unico figlio emigrato in Australia. Dalle parti di Melbourne Francesco Geri cerca fortuna: trova lavoro come tagliatore di legname e finisce con l’amputazione delle ultime falangi della mano. Rientra all’Elba con due figlie (poi ne avrà una terza) e si dedica all’albergo che prende il suo nome portando corrente elettrica e acqua corrente fino alla spiaggia di Naregno assieme alla famiglia Bartolini. Ancora oggi pranza e cena con la puntualità di un orologio svizzero al ristorante, al primo piano dell’hotel che si affaccia sul mare e del quale nel frattempo si occupano Manola, Franca e Nancy. Cucina e ospitalità sincera fanno parte del “pacchetto”.
Come divertirsi alla sera
Chi ama la vita notturna deve scegliere mete diverse. Tipo il locale Giannino Live a Marina di Campo o il Club 64 a Portoferraio. A Rio Marina è in corso la “conversione” da paese di minatori (granito e ferro sono state le grandi ricchezze dell’Elba) a eden della cucina tradizionale isolana, in particolare al Mambo, al Grigolo e da Oreste La Strega. Ma tra i molti locali in cui si mangia bene c’è anche il Capo Nord di Marciana Marina. Caciucco a parte, ci sono specialità a base di baccalà come la sburrita (un brodino piccante con crostoni di merluzzo) e una particolare zuppa di uova e biete.
L’Elba non può considerasi vista senza una visita alla scogliera di granito e quarzi di S. Andrea a due passi da Marciana Marina. Napoleone è un ricordo, ma oggi dieci mesi di “esilio” sull’isola, ancora abbastanza “riservata”, sarebbero un progetto di vita.
Mattia Eccheli