Sono le “sorelle povere” delle Eolie, per chi le vede con un occhio prettamente turistico. Non possiedono la vivace movida di Lipari e Panarea, né le originali terme di Vulcano, non sono scenario di eruzioni spettacolari come Stromboli e non hanno montagne verdi a far loro da contorno come Salina.
In più, non ci sono strade carrabili, l’elettricità è una scoperta recente e l’acqua è sempre contata goccia a goccia. Poche le comodità a cui sono abituate le folle delle estati eoliane, dunque nessuna meraviglia se queste due isolette gemelle … le più lontane dell’arcipelago in provincia di Messina … sono poco considerate. Ma forse è proprio questo che salva il loro meraviglioso ambiente naturale dallo sfruttamento tipico delle mete turistiche. Conosciamole meglio in questo mini itinerario ricco di magia.
Alicudi, la foresta d’erica
Alicudi emerge dal Mar Tirreno come una terra tonda e ben definita, minuscola e compatta. Uno scoglio gigante, se volete. Eppure un tempo era ricoperta di una fitta foresta d’erica, tanto che il suo nome è una deformazione del greco antico Erikoussa, cioè “ricca d’erica”.
La popolazione che oggi conta appena cento abitanti – il doppio in estate – si concentra tutta sulla costa meridionale, quella che guarda alla Sicilia. Non solo per la facilità di collegamento ma anche perché questo lato dell’isola è meno battuto dai venti, i quali sul versante nord causano spesso frane dovute alla rapida erosione.
Anche Alicudi ha origine vulcanica, sebbene sia spenta da secoli. Il suo cono si chiama Monte Filo dell’Arpa, nome romantico che con la musica però non c’entra nulla: la arpa, infatti, in dialetto siciliano indica la poiana, l’uccello rapace che nidifica spesso sull’unica altura dell’isola.
Da visitare su Alicudi: la chiesa del Carmine, con il panorama mozzafiato dal suo sagrato, il vecchio borgo di San Bartolo che si raggiunge salendo ben mille scalini, la frazione di Contrada Sgurbio. Il tutto a dorso di mulo, perché nessun veicolo a motore può percorrere queste trazzère – cioè “piste” – scoscese e non asfaltate.
Filicudi e gli otto vulcani
Filicudi, la gemella di Alicudi, è poco distante da essa e di dimensioni maggiori. Si allunga infatti con un braccio di terra verso oriente e ospita due paesi e più di duecento abitanti. Ma il record di quest’isola, il cui nome deriva dal greco Phoinocaudes – “palma nana”, consiste nel fatto di essere puntellata da crateri spenti.
Sono infatti ben otto i vulcani presenti in così poco spazio, a Filicudi, ma per fortuna sono tutti spenti e servono oggi soltanto a dare quella forma un po’ ondeggiante al paesaggio. Il più alto è Monte Fossa Felci (773 metri). Per esplorare l’isola e i suoi crateri si possono noleggiare scooter, possibilmente elettrici.
Da vedere su Filicudi: il villaggio neolitico di Capo Graziano, l’insediamento preistorico di Filo Braccio, le chiesine dei due centri abitati di Porto e Pecorini a Mare, le spiagge di Punte, di Brigantini e di Punta Perciato. Per chi ama le immersioni subacquee, Filicudi è il regno delle meraviglie: i suoi fondali custodiscono infatti antichi relitti affondati nel II e nel III secolo Avanti Cristo, nel Medioevo e nel XVI secolo.
Curiosità e aneddoti sulle due isole
A Filicudi e Alicudi non esiste bancomat, per cui siate preparati perché i soldi che porterete con voi dovranno bastarvi per tutta la vacanza. Su Alicudi mancano anche le farmacie.
In Contrada Sgurbio, ad Alicudi, sono presenti solo cinque casette. Ciò ha fatto sì che gli abitanti abbiano dato loro i nomi dei cinque sensi: Casa Vista, Casa Udito, Casa Tatto, Casa Gusto e Casa Olfatto.
Fino ai primi anni del XX secolo, Filicudi era chiamata dal resto dei siciliani “l’isola del demonio” oppure “isola delle streghe”. Non si sa perché esattamente ma secondo le leggende popolari le donne di Filicudi (ma spesso e volentieri anche quelle di Alicudi!) possedevano i più reconditi segreti della magia. Si dice che di notte, alcune di loro, ancora oggi “volino” fino a Palermo per divertirsi con gli uomini del posto per ripartire all’alba senza lasciare traccia di sé.
Come arrivare
Filicudi e Alicudi sono collegate con aliscafi e traghetti sia a Milazzo – in provincia di Messina – che a Palermo. Alcune corse sono previste anche con partenza da Napoli. Le due isole sono collegate tra di loro dagli stessi mezzi.