Esistono due tipi di sale … quello che si estrae dall’acqua di mare e quello che si ricava dalle profondità della terra. In apparenza due cose completamente diverse, ma non in Sicilia, dove si trovano entrambi e dove entrambi alla fine richiamano quel Mediterraneo tanto ricco di sorprese e di storie affascinanti. Se le saline di Trapani vi hanno affascinato, e se la cattedrale scavata nel sale lungo la costa di Agrigento è un mito accessibile a pochi (solo in certi periodi dell’anno) … nel nord dell’isola, in provincia di Palermo, il ventre della terra custodisce un vero e proprio “museo di sale”.
La miniera-museo del sale di Petralia Soprana
Oggi questo luogo si trova in montagna, non lontano da quelle meravigliose cime rocciose delle Madonie che dominano la provincia di Palermo e che tanto ricordano le Dolomiti. Ma milioni di anni fa, qui era fondale marino. A seguito del prosciugarsi del mare, il fondale lasciò emergere il sale che poi, nel tempo, venne a sua volta ricoperto da frane e detriti, dal sollevarsi della terra e dal trasformarsi dei continenti. La roccia, quindi, inghiottì quell’antico mare e custodì il suo sale finché non venne scoperto dall’uomo.
L’azienda Italkali, infatti, ha aperto qui – oltre quarant’anni fa – un sito estrattivo di salgemma che oggi ha la denominazione di qualità di “sale di Sicilia”. La miniera fa parte di una catena di siti di scavo che portano alla produzione e al commercio del sale siciliano ovunque in Italia e nel mondo. La miniera si sviluppa per otto piani, nel sottosuolo, con 80 km di gallerie percorse ogni giorno da minatori, macchinari e tecnici. Ma anche da artisti!
Perché la miniera di Petralia Soprana, da qualche tempo, è diventata anche un museo: il MACSS Museo di Arte Contemporanea Sotto Sale. Le parti di scavo che non vengono più utilizzate per l’estrazione sono lasciate alla fantasia di scultori e intagliatori che li trasformano in opere d’arte. Alcune sono permanenti, altre temporanee, ma tutte hanno come materia prima il sale.
Alla scoperta del museo di sale … e di un fiume
Il museo è stato affidato a una associazione culturale, l’Associazione Sotto Sale appunto, che ne gestisce il percorso e le collezioni. Collezioni che non sono fatte soltanto da scarti di miniera rielaborati, ma ospitano anche capolavori provenienti da tutto il mondo.
In tutto le opere sono trenta, provenienti da cinque biennali diverse.
Si cammina, indossando le attrezzature di sicurezza, per quasi 500 metri lungo una ampia galleria pianeggiante sulla quale si aprono delle “cappelle”, dove si trovano le varie sculture. Tra queste, però, c’è una cappella vera! Infatti a vegliare sulle opere d’arte c’è la chiesetta intagliata interamente nel sale nella quale i minatori, ogni tanto, ascoltano messa e celebrano i loro santi patroni. Mentre si cammina il percorso è illuminato da volti di fantasmi intagliati nel sale e illuminati da lampade inserite all’interno. Qua si apre un angolo con tavolo e sedie di sale, là una forma umana sempre di sale, e ancora stalattiti, occhi che sbucano da un pilastro candido, forme astratte associate a emozioni private di un artista.
In alcuni angoli sono state ricavate anche salette proiezione per visionare filmati d’arte collegati ai temi della miniera. E non mancano naturalmente i laboratori didattici che insegnano ai ragazzi ad amare l’arte dentro uno scenario unico come questo.
Quando uscirete dalla miniera-museo con gli occhi pieni di meraviglia, vi attende un’altra piccola sorpresa. Vicino al parcheggio dove avrete lasciato l’auto scorre un ruscelletto in mezzo alle frasche. Così piccolo e anonimo, si nota appena. Ma voi guardatelo bene, ammiratelo per un po’. Quel piccolo corso d’acqua è la parte iniziale del più grande fiume della Sicilia, il Salso-Himera Meridionale. Pochi chilometri più a valle, infatti, il ruscello diventerà un fiume che scorre per 144 km, tagliando l’isola in due e sfociando poi a sud, nel Mediterraneo, a poca distanza dalla città di Licata (Agrigento).
Cosa vedere vicino al museo di sale
Intorno al museo di sale si trova lo scenario emozionante delle Madonie. E in particolare, i panorami legati a due borghi medievali affascinanti, qui conosciuti come “le Petralìe”. Il più scenografico è sicuramente Petralia Soprana, situata in cima alle colline, con il suo centro storico risalente al IX secolo e le sue chiese del Quattrocento, Cinquecento e Seicento. La “sorella” Petralia Sottana si trova più a valle, ha anche essa un passato medievale e un centro storico ricco di architetture databili tra XVI e XVIII secolo. Petralia Sottana vanta anche un museo archeologico e una centrale idroelettrica.
Non lontano dal museo di sale e dalle due Petralìe sorgono altri centri urbani ricchi di storia e di arte. Polizzi Generosa, per esempio, che conserva ancora chiese e palazzi del X e dell’XI secolo, giunti fino a noi quasi intatti. Ci sono anche i ruderi di un castello. Ma il castello più bello della zona si trova certamente a Castelbuono. Il maniero trecentesco svetta in cima alla collina ed è sede di un attivissimo museo civico … ma viene anche usato come sfondo di videomapping e di concerti (è famoso il festival del rock – YPSIGROCK – che si svolge qui ogni anno).
Cefalù e Bagheria, dal museo, si raggiungono in appena un’ora e mezza di viaggio in macchina. Palermo è più lontana, ma ci si arriva in meno di due ore. In alternativa, con un’ora di strada… zigzagando tra i monti … si arriva a Caltanissetta e al suo delizioso centro storico pedonale.
Informazioni utili per visitare il museo
Consigliamo sempre di chiamare per sapere se e quando il museo è aperto. Infatti, essendo legato al lavoro dei minatori, potrebbe subire in certi periodi dell’anno delle chiusure temporanee.
Di norma apre ogni sabato, per gruppi numerosi, previa prenotazione.
Come si legge sul sito ufficiale, i contatti sono telefono 366 3878751. In alternativa, email: associazionesottosale@gmail.com . Il modulo per le prenotazioni si trova online.
Come arrivare alla miniera-museo: l’autostrada è la A19 Palermo-Catania, con uscita Resuttano o Irosa. Da qui Petralia Soprana dista meno di 10 km e la miniera-museo si trova nel suo territorio, frazione di Raffo.