Un braccio di terra teso a proteggere quel prezioso specchio d’acqua della Laguna senza il quale Venezia non avrebbe mai potuto nascere.
Da un lato, un balcone a cui affacciarsi per farsi baciare dal sole al tramonto dietro San Marco, dall’altra parte, la fine sabbia delle sue spiagge con il profumo del sale e le variopinte conchiglie. Qui al Lido di Venezia, c’è un piacere particolare a sprofondare i piedi nella fresca ombra delle capanne che punteggiano la riva e a passare lo sguardo dall’orizzonte marino alla seducente silhouette dell’Excelsior e del Des Bains, i due leggendari hotels simbolo dei tempi in cui l’arte e il cinema hanno reso la città meta ineludibile del jet set internazionale.
Ma basta voltarsi un po’ indietro e passeggiare per le strade più interne dell’isola per ritrovare la raffinatezza di questi luoghi nel profilo di ville e palazzi, eleganti testimoni dello stile che più ha segnato l’architettura lidense: quel liberty d’oltralpe così originalmente unito a uno stile tipicamente veneziano del decoro. Percorrendolo si stenta a credere che fino alla metà dell’Ottocento qui non ci fossero che dune sabbiose e desolate, interrotte da pochi campi coltivati ad ortaglie e vigne.
La trasformazione urbana e architettonica è stata rapida: iniziata infatti solo negli ultimi due decenni del XIX secolo, giunge all’apice del suo sviluppo intorno agli anni 1910-1920, “epoca d’oro” del Lido, quando l’isola poteva definirsi la più elegante stazione balneare d’Europa.
Un tripudio decorativo che coniuga cemento armato e ferro con i mattoni, la maiolica, la bianca pietra istriana, mescolati in evocazioni neo gotiche e neo bizantine nelle residenze dell’isola. Una ricca costellazione di questi edifici è concentrata nella zona che collega Riviera S. Maria Elisabetta a via Negroponte, via Zara, via Cipro e via Parenzo: tra gli altri, Villa Perez, Villa Elisa, Villa Igea, il Russo Palace Hotel, l’Hotel Mabapa e poi la “Grande Italia”, Villa Fanna, Villa Lisa, Villa Licia, fino al Lungomare D’Annunzio con Villa Margherita e Villa Elena.
Itinerario tra le ville Liberty di Venezia Lido
Forme arrotondate, cornici lussureggianti di soggetto fito e zoomorfo, bifore e torrette merlate spesso protette da giardini silenziosi e fioriti. Molte di queste ville, un tempo case private, sono oggi adibite ad alberghi 3 e 4 stelle e mantengono della loro originaria destinazione gli arredi originari. Il continuum delle ville trova una sua espressione alternativa nell’architettura di regime del Luna Park dove si è stato allestito anche uno dei planetari più importanti d’Italia.
Da lì si procede verso l’hotel Des Bains per incrociare un’altra collana di questi preziosi edifici verso il centro dell’isola: Villa Mon Plaisir, Villa Iolanda, Villa Gemma, Villa Asta, Villa Romanelli, Villa Otello, Casa Nardi, e Villa Rossa dei Padri Armeni o Villa Terapia, che ricorda come il Lido fosse meta privilegiata, anche di chi necessitava delle benefiche cure della salsedine.
Il confine di questa zona è segnato da una parte dallo storico Des Bains, ora chiuso, da 110 anni richiamo per la cultura internazionale e, dall’altra, dall’Hotel Hungaria in V.le S. Maria Elisabetta, la cui facciata ricoperta in maioliche di Nove esalta la floridezza nei tralci di vite e nelle allegorie danzanti che rappresentano Venezia e l’Ungheria.
Di fronte alle sue volute floreali, si sorseggia senza fretta un drink nella luce dorata del tramonto, sospendendo piacevolmente il tempo della storia.