Per capire a pieno l’itinerario delle splendide ville di Bagheria, provincia di Palermo, bisogna ripercorrere la storia di questa località già nota agli Arabi come “zona che discende al mare” (bahàyaria). Sicuramente era sede di una fortificazione antica, che nel 1134 – in piena era Normanna – veniva chiamata Bacarìa. Era però anche in una pregevole posizione sul mare, elevata ma non troppo, panoramica quanto basta.
Ottima per chi voleva dimenticare la città, i suoi problemi, e cercare quiete, sole e aria salubre. Il primo a trovare interessante questo luogo come residenza estiva fu il principe Giuseppe Branciforti che fece edificare qui il suo palazzo. Era il 1658 e da allora altri imitarono la sua trovata geniale. La città di Bagheria, sorse proprio intorno a queste ville signorili che davano lavoro a servi, artigiani, pescatori e dunque favorirono gli insediamenti.
Bagheria oggi è una bella città ricca di storia e di arte, e sebbene tutti vengano giustamente per conoscere le sue ville, sarebbe il caso che ci si fermasse a scoprire tanto altro, tutto intorno.
Il barocco di Bagheria
Bagheria è una città barocca, in cui la bellezza delle ricche decorazioni in pietra viene sfoggiata da edifici privati, pubblici, chiese e parchi urbani. Il suo massimo sviluppo si ebbe, infatti, tra il XVII e il XVIII secolo, quando il Barocco giungeva – in ritardo – in Sicilia e vi si affermava.
Essendo costoso e a portata di ricchi signori, furono i nobili ad abbellire ogni angolo cittadino con questo stile. Lo si può ammirare oggi in luoghi come la chiesa madre della Natività di Maria (1769), o nella chiesa del Sepolcro (1740 restaurata poi nel XIX secolo), e ancora nella chiesa delle Anime Sante e a Sant’Antonio.
Sono barocchi anche Palazzo Cutò – detto Villa Aragona – che risale al 1716 e conserva preziosi affreschi di Guglielmo Borremans e Palazzo Inguaggiato. E ovviamente quasi tutte le ville nobiliari che in totale sono una ventina. La villa più antica e bella è proprio quel palazzo Branciforti che nacque per primo sul territorio, nel 1658, e che oggi è noto anche come Villa Butera.
Bagheria, il percorso delle ville
Si deve partire proprio da Villa Branciforti-Butera per iniziare un percorso turistico tra le ville più belle della città. Per conoscerle tutte occorrerebbe troppo tempo, ma alcune radunano in sé tutto il significato della bellezza di queste costruzioni. Il palazzo Branciforti-Butera qui è conosciuto come “u palazzu”, come se fosse l’unico e il più bello. La scritta incisa sul portale “O Corte, a Dio” già spiega il motivo che portò il principe Branciforti a trasferirsi qui: ne aveva abbastanza dello stress della corte di Palermo.
Famosa per la scalinata di accesso e per il portale principale con una fastosa decorazione barocca in stucco e pietra, questa villa è la più antica e anche la più ricca di statue incredibili. Sono statue a grandezza umana che ricordano monaci, servi, signori che vissero qui e che decorano … o infestano? … le stanze spettacolari del suo interno. Fino a metà del XX secolo, nella dependance neoclassica di Villa Butera, detta “la Certosa”, erano esposte statue di cera in quello che fu il primo vero Museo delle Cere in Italia.
Si prosegue andando a conoscere Villa Cattolica, dove oggi ha sede il Museo Guttuso. Edificata nel 1736 dal principe di Cattolica Eraclea, da cui il nome, divenne salone espositivo permanente delle opere di Renato Guttuso dal 1973 in poi. Al piano terra invece sono ospitate botteghe, negozi di souvenir artigianali e anche un piccolo laboratorio di teatro.
Molto bella è anche Villa Rammacca, costruita a metà secolo XVIII dai principi Gravina di Rammacca proprio alle falde della montagna che sovrasta Bagheria. Splendidi i suoi fregi in tufo, il parco esotico tutto intorno, il salone che accoglie i turisti all’ingresso. La doppia scalinata di accesso è stata usata come set per scene di diversi film, tra i quali “Johnny Stecchino” di Benigni.
Ville legate a misteri antichi
Secondo alcune teorie, il progetto urbano di Bagheria fu disegnato seguendo un preciso linguaggio della Filosofia Alchemica. Un tale piano architettonico derivava forse dal desiderio di nobili ribelli che così volevano liberarsi dai divieti in tempo di Inquisizione. Oppure era legato ai rituali dell’ordine dei Cavalieri Templari di cui ancora oggi Bagheria è sede attiva – la Commanderia di Nostra Signora del Mare è molto nota a tal riguardo.
Villa Valguarnera e Villa Palagonia sono le due costruzioni che più raccontano questo mistero. Villa Valguarnera è un enorme castello neoclassico, circondato da un parco e con un grande cortile circolare che ne forma l’ingresso principale. La balaustra ottagonale che indica la congiunzione uomo-Cielo, le sette panche di pietra che ricordano gli stadi di formazione della materia sono chiari elementi alchemici.
Villa Palagonia risale al 1715 ed è detta anche Villa dei Mostri, per via delle statue e i bassorilievi dai volti terrificanti che accolgono i visitatori e li osservano da ogni angolo della villa. Il lusso di ori e marmi degli interni è reso inquietante da stranezze come: le sedie inclinate sulle quali è difficile star seduti; le poltrone con i cuscini imbottiti di spine; gli sgabelli con i piedi segati che ricadevano all’indietro appena vi si appoggiava qualcuno.
Altre ville da vedere
Non lasciate Bagheria senza aver visitato il giardino di Villa San Cataldo, più famoso della residenza stessa. Ricco di bellissime piante esotiche sfoggia anche vegetazione mediterranea e siciliana. Da visitare sicuramente l’elegantissima Villa Villarosa e Villa Sant’Isidoro de Cordoba, un vero e proprio museo ricco di mobili antichi, abiti antichi, armi d’epoca, perfino macchine fotografiche del tardo XIX secolo.
Molto bella Villa Valdina, che custodisce i dipinti di Pietro Novelli in stile fiammingo, oltre a pavimenti di ceramica antica. Non sono visitabili, in quanto private, ma si possono ammirare da fuori Villa Spedalotto dove furono girate altre scene di Johnny Stecchin e Villa San Marco dove abitò Tomasi Di Lampedusa.
Ulteriori informazioni su Bagheria
Se vi trovate a Bagheria, andate a fare un tour delle Torri. Sono nove, di costruzione compresa tra XIII e XIX secolo, quasi tutte nate a scopo difensivo.
Per arrivare a Bagheria: l’aeroporto di riferimento è quello di Palermo. Chi arriva in treno può scendere direttamente alla stazione di Bagheria, sulla linea ferroviaria Messina-Palermo. In auto: autostrada A20 con uscita diretta Bagheria, oppure autostrada A19 da Catania, uscita Palermo Porto/Giafar e introduzione tramite Viale Regione Siciliana sulla A20 in direzione Messina.