Essere proprietari di un bene culturale ad oggi comporta rischi managerial e responsabilità per la cura degli edifici, ma ad oggi non è ancora riconosciuto dal Legislatore il ruolo ed il peso degli edifici storici privati nell’ambito del turismo museale e di prossimità.
Signor Giulio Vallortigara Valmarana, Quale ruolo giocano le dimore storiche nel contesto del turismo culturale in Italia?
In questi ultimi anni, e in particolar modo in seguito alla pandemia, abbiamo assistito al recupero del turismo di prossimità, grazie al quale si tende a riversare una maggiore attenzione verso il patrimonio artistico e culturale del territorio ed una conseguente maggiore sensibilizzazione verso il recupero e la valorizzazione dello stesso.
Nel contesto italiano del turismo culturale, le dimore storiche hanno sempre giocato un ruolo molto importante, in particolar modo le dimore storiche private.
In questo periodo purtroppo il mondo delle dimore storiche sta attraversando un momento molto difficile. Il Presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, Giacomo Thiene – proprietario del Castello di Thiene – parla di 45 milioni di visitatori all’anno nei musei e dimore private, un dato molto importante. Questo significa che dimore storiche, palazzi, ville e castelli privati giocano un ruolo nel tessuto museale italiano determinante, probabilmente superiore a quello giocato da quelli pubblici.
Purtroppo questo aspetto non viene ancora riconosciuto dal nostro legislatore: i proprietari di edifici storici si trovano ancora in un limbo legislativo che dura da decenni. Nel senso che non siamo né carne né pesce: siamo un museo? una casa? una location per eventi? un bene culturale? Ancora non si sa. Quindi, quando vengono prese le decisioni governative molto spesso la nostra categoria viene esclusa. Ad esempio la questione del bonus 110, l’Ecobonus, il Sisma Bonus o l’Ecobonus: il Governo ha stabilito che le categorie catastali A8 e A9, comprendente ville e castelli di lusso, fossero escluse da questo provvedimento.
Purtroppo ancora oggi si viene penalizzati da un’eredità culturale completamente sbagliata – per cui il proprietario di una villa o di una dimora storica debba ritenersi necessariamente una persona ricca.
C’è da sapere che in realtà i proprietari di dimore, ville, castelli e palazzi hanno un vincolo nei confronti dello Stato. Avere un vincolo significa che il proprietario si assume la responsabilità di mantenere e tenere in ordine il proprio edificio storico, pena la confisca da parte dello Stato. Quindi in un certo senso i proprietari di dimore storiche svolgono anche un ruolo pubblico nel mantenimento del patrimonio edilizio italiano.
In questo periodo i proprietari di dimore storiche sono in grande sofferenza: normalmente si vive con il turismo, organizzando eventi e degustazioni per chi ha le cantine.
In seguito agli eventi pandemici degli scorsi mesi il turismo è stato quasi azzerato, ma dal Governo per la nostra categoria non sono arrivati fondi particolari, a parte un fondo del MiBACT – il Ministero per i beni culturali e ambientali – ai quali abbiamo fatto domanda.
Si parla tanto dell’importanza del turismo culturale e di prossimità, e del ruolo che in questo contesto hanno le dimore storiche private, ma in realtà non sono ancora arrivati aiuti concreti da parte del Legislatore.
Esistono in questo contesto associazioni e reti di proprietari di dimore storiche?
Attualmente ci sono diverse associazioni che includono le dimore storiche, i castelli ed altre dimore private. Soprattutto in passato è mancata la capacità di fare rete ed una certa dose di imprenditorialità da parte di alcuni proprietari.
D’altra parte solo da 10 anni a questa parte si fa seriamente turismo nelle dimore storiche, e manca ancora la consapevolezza da parte di molti proprietari della opportunità di aprirsi al mercato. Possiamo però affermare che negli ultimi tempi si è registrato tra i proprietari molto fermento. Nell’ultimo anno, personalmente ho speso più tempo per creare progetti di rete di quello dedicato alla Villa Valmarana ai Nani.
In un anno abbiamo creato il network “Dimore amiche del Veneto” raggruppando sei Ville:
Villa Valmarana Ai Nani, Il Castello di Thiene, Villa Angarano a Bassano, Agriturismo Villa Borgo Feriani, Villa Sagramoso Sacchetti a Verona e villa da Schio a Castelgomberto. Fare rete in questo momento è importante perché anche i contributi ed i finanziamenti vengono erogati ormai solo per sostenere reti di imprese.
Un anno fa siamo entrati nel network del Tiepolo, per le celebrazioni del 250 anno dalla sua scomparsa . Al momento abbiamo creato, assieme a Villa Zileri Motterle, Villa Cordellina Lombardi, Palazzo Chiericati ed Il Palladio Museum, un biglietto unico super scontato, che speriamo possa portare molti turisti nelle ville del circuito.
E’ comunque fondamentale anche saper valorizzare e promuovere queste iniziative con azioni di marketing ben mirate per farle conoscere a più gente possibile.
Questa iniziativa ha creato a ruota l’aggregazione di realtà che ospitano collezioni tiepolesche al di fuori del territorio vicentino e della regione Veneto – per arrivare fino alla Residenz di Würzburg – con l’ obiettivo di proporsi in futuro come Cultural Route European al Consiglio d’Europa.
Da 5 mesi a questo parte inoltre mi sono posto come capofila di un’aggregazione di imprese delle Ville Venete, con un insieme di 31 ville abbiamo costituito una ATI, vale a dire una associazione temporanea di impresa, con l’intento di aderire ad un bando della regione Veneto per il recupero del turismo in era post covid.
Il ciclo pittorico di Giambattista e Giandomenico Tiepolo affascina maggiormente gli stranieri o gli Italiani?
I turisti stranieri sono quelli maggiormente affascinati dalle nostre opere …arrivano qui documentati, hanno letto libri e sanno perfettamente cosa vogliono vedere.
Noi non siamo operatori turistici, però abbiamo imparato con il tempo a promuoverci recandoci alle fiere nazionali ed internazionali, e creando rete. Le relazioni con i tour operator per noi sono fondamentali, perchè sempre più spesso propongono pacchetti culturali ed esperienziali che includono la visita alle nostre dimore storiche.
C’è qualche progetto che questo periodo di pandemia ha rallentato o bloccato?
Purtroppo sì. La nostra villa ha una gestione imprenditoriale, ed i mancati introiti per le visite hanno comportato tagli al personale, alle spese di giardinaggio ed altro ancora. Avessimo avuto una stagione tradizionale, avremmo investito di più in comunicazione, cosa di cui abbiamo estremo bisogno, e come sempre i vari lavori di restauro che quest’anno sono rimasti fermi. Stiamo però lavorando per poter accedere ad alcuni fondi che ci consentano di effettuare alcuni lavori necessari al mantenimento delle varie strutture del complesso, anche entro la fine di quest’anno.
Ci piacerebbe in un prossimo futuro realizzare un progetto di realtà aumentata, creare dei contenuti in 3D con animazioni che si possono vedere con gli occhiali appositi. Inquadrando un affresco ad esempio, si avvia un’animazione, per esempio Tiepolo che racconta le tecniche utilizzate per realizzare gli affreschi, piuttosto che Agostino Valmarana che spiega la scelta dei contenuti delle sale …
Avete mai pensato di installare le colonnine di ricarica per le vetture elettriche? Molti automobilisti, soprattutto stranieri, privilegiano le mete che offrono questo servizio
Attualmente non ci siamo ancora attrezzati per le auto, ma grazie ad un bando stiamo valutando se installare le colonnine per la ricarica per le bici elettriche.
Considerato che l’automobilista è sempre più interessato al turismo di prossimità ed alle mete culturali, credo sia interessante rientrare in una rete che sostenga questo tipo di mobilità ed in futuro ci attrezzeremo.
Per Gestire una villa di valore storico-artistico è sempre più importante l’aspetto del marketing. C’è qualche realtà simile alla vostra cui vi ispirate per la gestione?
In verità non ci ispiriamo a nessuno in modo particolare. Anche se dico sempre alle mie collaboratrici di osservare come si muovono gli altri per cogliere quelli che potrebbero essere dei buoni spunti. Ad esempio, in fatto di comunicazione sui social mi piace molto come si muove la Gipsoteca di Possagno; poi a livello manageriale, guardiamo soprattutto all’estero, in particolare agli Stati Uniti, da cui abbiamo molto da imparare, dal punti di vista dell’innovazione soprattutto.
Voi avete qui un bellissimo giardino e delle opere d’arte all’interno della struttura uniche nel loro genere. Arte e natura sono un connubio perfetto per curare anima e corpo in particolar modo questo periodo particolarmente impegnativo, quali iniziative proponete per coinvolgere il pubblico?
Il complesso di Villa ai Nani propone diverse iniziative, dalle classiche visite guidate, agli eventi privati o aziendali, serate culturali, matrimoni ed eventi con degustazioni di vini in collaborazione con alcune cantine locali. A volte affittiamo gli spazi per chi desidera organizzare autonomamente un evento nel contesto del nostro complesso.