Se non fosse già bellissima, la Basilica di Collemaggio – appena fuori il perimetro delle antiche mura de L’Aquila, in Abruzzo – sarebbe da visitare anche solo per i misteri che sono legati ad essa profondamente. A quel “labirinto” di pietra, ad esempio, che non è una semplice decorazione artistica del pavimento davanti all’altare, ma un messaggio dai mille significati.
Si passeggia tra le navate in stile romanico-gotico, con sprazzi di barocco specie sugli altari, e si nota che la luce proveniente dal rosone indica un punto esatto per terra. Si ammirano le pitture, i bassorilievi e si notano appena quei simboli particolari che narrano una storia parallela. Molto meno religiosa e più paranormale. Una chiesa che è anche un fulcro di energie cosmiche. Un monumento unico al mondo.
Santa Maria di Collemaggio, le origini
Anticamente qui sorgeva una piccola cappella votiva dedicata alla Vergine Maria. E qui, nel 1288, trovò rifugio per la notte l’eremita Pietro da Morrone – il futuro papa Celestino V – mentre si recava a piedi in Francia. Il santo monaco ebbe una visione della Madonna che gli illustrava la chiesa che sarebbe sorta qui in suo onore e fu lui stesso a farla costruire. In questo edificio, nel 1294, venne incoronato papa.
La fama di Pietro da Morrone, prima come pontefice e poi – dopo il “gran rifiuto” – come uomo che compiva miracoli, attirava sempre più folle alla piccola chiesa. La semplice struttura iniziale cominciò quindi ad essere abbellita fino ad assumere nel 1327 l’aspetto che conosciamo oggi.
La chiesa sopravvisse a diversi terremoti e l’ultimo restauro è legato ai lavori di recupero dopo il sisma del 2009. La facciata e gli interni tuttavia restano inalterati dal medioevo, con le decorazioni barocche seicentesche che si sono salvate nel corso dei secoli.
Struttura della Basilica di Collemaggio
Esternamente colpisce subito l’ampia facciata quadrata costituita da un mosaico di pietre bianche e rosse. Il mosaico si interrompe solo all’altezza degli archi delle tre porte e, in alto, dove sorge lo splendido rosone gigante. Il mezzo torrione sulla destra è quel che resta di una torre campanaria più volte distrutta e infine demolita nel XIX secolo.
Internamente, la chiesa a tre navate appare semplice e perfino spoglia. Il bianco delle pareti riflette la luce e i pochi elementi barocchi, all’altare centrale, al mausoleo di Celestino e nel vano organo, la abbelliscono insieme alle decorazioni e alle sculture in rilievo.
Da notare: l’importanza della porta centrale, “Porta Santa Giubilare”, arricchita da affreschi, nicchie, colonne e bassorilievi; la dimensione della navata di destra, più larga di quella di sinistra; il pavimento che, sebbene abbastanza tradizionale in generale, comincia ad assumere tratti orientali e simboli strani in prossimità dell’altare maggiore.
I simboli misteriosi e l’impronta dei Templari
Fin dalle decorazioni della Porta Santa si incontrano simbologie strane che fanno pensare a un collegamento con l’ordine Templare. Potrebbe essere plausibile che Celestino V, durante il suo breve papato, abbia ricevuto l’aiuto dei Cavalieri – allora uno dei più forti eserciti crociati d’Europa.
Non si spiegherebbero altrimenti la presenza di un bassorilievo che rappresenta un agnello sacrificale, situato sulla porta che collega la chiesa al corpo del monastero retrostante. L’agnello è posizionato a testa in giù e dunque anche la croce che porta è rovesciata. Un simbolo quasi blasfemo in una chiesa! A meno che non indichi messaggi allusivi a una filosofia ben precisa.
E ancora: la lapide del misterioso Cavaliere, situata tra le lapidi dei monaci e dello stesso Papa, cosa sta ad indicare? E i numeri misteriosi che compaiono su alcune pietre della pavimentazione? Il cosiddetto labirinto è solo la esaltazione finale di tutto questo percorso esoterico.
Il Labirinto di Collemaggio
Non si tratta di un vero e proprio labirinto, ovvero di un sentiero tra siepi o tra mura per giocare a perdersi e ritrovarsi. Il Labirinto di Collemaggio è un enorme simbolo che compare sulle pietre di fronte all’abside: sei cerchi concentrici che insieme formano tre 8, all’interno dei quali si sviluppano tre ulteriori cerchi per ciascuno. Cosa significa? Che percorso stanno indicando?
Come se non fosse abbastanza, è la luce del rosone a creare un settimo cerchio che li avvolge tutti e sei. E questo avviene solo una volta l’anno, il 21 giugno, solstizio d’estate. Certe cose, anticamente, non erano affidate al caso. Il rosone stesso della basilica è legato all’astrologia. Ha 36 braccia, 72 propaggini e moltiplicando le due cifre insieme si ottiene 2592, ovvero i movimenti minimi della Terra che alterano nel tempo equinozi e solstizi! Il discorso è davvero molto complesso, e per chi ama approfondire esiste una pagina apposita, ma ruota intorno al numero 72 e alla sua importanza storica ed esoterica.
Non si tratta dunque di un Labirinto che fa perdere, ma al contrario della indicazione di una via da seguire. L’ottagono, la stella a otto punte, l’otto come simbolo di infinito sono tutti messaggi che passano anche dal pavimento di questa chiesa. A conferma che nella basilica si concentrano le energie del Cielo e quelle della Terra, il divino incontra l’umano. E certe vibrazioni si sentono talmente addosso che più di una persona ha dichiarato di essere uscita “cambiata” dalla visita a questa chiesa.
Informazioni utili per la visita della Basilica
La Basilica di Santa Maria si trova in Piazzale Collemaggio, zona Sant’Elia, L’Aquila.
Compatibilmente ai permessi e alle restrizioni eventuali, gli orari aperti al pubblico sono 9:30-12:30 e dalle 15 alle 18, tutti i giorni.
A Collemaggio si trova il terminal di quasi tutti gli autobus interregionali che collegano L’Aquila con Roma e con Pescara. Dunque arrivare in bus è la soluzione più semplice, anche per chi atterra agli aeroporti di Roma, che hanno un collegamento diretto.
In alternativa, si può arrivare in macchina lungo le autostrade A24 da Roma o da Teramo, A25 da Bari o da Pescara, con uscita Bussi e proseguimento sulla Statale L’Aquila. Chi arriva in treno deve scendere a Sulmona e prendere un locale diretto per L’Aquila.
Si ringrazia per le foto: abruzzoturismo.it , Visit Abruzzo Facebook.