Monterano, nel Lazio, è una città che … non esiste. La sua storia si è intrecciata più volte con problematiche ambientali, con rischi idro geologici e con eventi umani che hanno portato all’abbandono totale. Il territorio in cui sorge, oggi Riserva Naturale di Monterano, è attraversato da due torrenti – il Mignone e il Bicione. Si trova a ridosso del lago di Bracciano.
Questa ricchezza d’acqua ha creato intorno grotte, forre, fosse carsiche favorite dalla morbidezza della roccia di tufo dei Monti Sabatini e Tolfa. E se gli Etruschi approfittavano di queste cavità per costruire le proprie tombe, nei secoli successivi la instabilità del territorio ha portato problemi notevoli.
Monterano, storia di un continuo abbandono
Dopo la dominazione Romana, i Barbari conquistarono subito queste colline, anche grazie alle rocce facili da scalare. Terrorizzati dalle continue incursioni, gli abitanti dovettero fuggire. Divenuta sede vescovile nel V secolo, Manturanium conobbe un periodo di ripopolamento che terminò intorno all’Anno Mille quando l’episcopato fu trasferito a Sutri.
Con il nuovo potere papale nel 1300 e con l’arrivo della famiglia Orsini-Altieri nel XVI secolo – che mantenne il feudo per circa duecento anni – la zona riprese vita e divenne anche un centro importante. Al punto che vennero elevate bellissime costruzioni. Dal 1770 in poi, però, prima la malaria, poi la decadenza papale e infine gli attacchi dei soldati francesi portarono la popolazione ad abbandonare nuovamente il posto.
Con lo sviluppo dei centri vicini e l’elezione di Roma capitale d’Italia, furono altre le località di prestigio che attirarono la gente in cerca di lavoro. Monterano e il suo magnifico centro storico vennero invasi definitivamente dalla vegetazione e … dai fantasmi!
Il mistero del fantasma di Monterano
Più che città di fantasmi, Monterano è una città fantasma. Esiste, fisicamente si può vedere e toccare ma allo stesso tempo non c’è. Non è escluso che qualche spirito inquieto del passato vaghi ancora tra queste rovine del canale di Monterano che – specie di notte – sono ancora più misteriose. Ma i fantasmi più famosi, qui, sono proprio i palazzi disabitati da secoli.
Si ammirano ancora: i sepolcri etruschi alla base del colle su cui sorge la cittadina; pezzi dell’antico acquedotto di epoca Romana; ruderi dell’antico castello medievale. Il Palazzo Baronale e il Convento di San Bonaventura, di epoca rinascimentale, furono progettati entrambi dal Bernini!
Passeggiare per la piazza della città fa effetto. Si cammina, infatti, in un vero centro storico. Lo spazio è circondato da una chiesa del Cinquecento, dai resti di Porta Gradella – una delle tre porte cittadine, da una fonte ottagonale. Si affacciano qui anche i bastioni antichi e quel che rimane della cattedrale dell’Assunta con il campanile. Il Palazzo Baronale è il vero monumento spettacolare del posto. Abbellito, tra l’altro, da una fontana ideata da Bernini che coniuga opera umana e natura in modo eccezionale.
La Capricciosissima
Con i restauri portati avanti negli anni Cinquanta del secolo scorso, alcuni pezzi storici degli arredi cittadini sono stati messi in un museo e sostituiti con copie recenti ma fedelissime. Uno di questi pezzi è la “Capricciosissima Fontana”, situata ai piedi del Palazzo Baronale.
Bernini l’aveva progettata per rendere onore alla famiglia feudale e l’aveva costruita completando la forma di una roccia naturale situata alle fondamenta del palazzo. La fontana così sembra emergere direttamente dalla montagna e la bellissima statua del leone posta in cima, con la zampa posata sulla pietra, sembra aprire essa stessa la fenditura da cui scaturisce il getto.
L’itinerario murario
Monterano si può visitare in modo completo grazie al cosiddetto Itinerario Murario. Seguendo il perimetro delle mura cittadine si fa il giro completo del centro, ammirando secondo un percorso prestabilito: i pochi resti di Porta Romana, le mura dell’ex castello (Palazzo Baronale), Porta Gradella con la omonima via che conduce in piazza.
Proseguendo verso ovest si incontra Porta San Bonaventura con la via che conduce direttamente all’antico convento. Il convento era situato fuori dal perimetro cittadino, per cui la Porta era usata come ingresso principale cittadino e come principale via di rifornimento, data la ricchezza del monastero al tempo.
Informazioni su come arrivare alle rovine di Monterano
Non solo rovine: Monterano si trova nella Riserva Naturale omonima. Al di là delle rovine della città, si possono visitare località bellissime come la Cascata Diosilla, la Zolfatara, i torrenti Mignone e Bicione e il loro patrimonio botanico.
Set cinematografico: Monterano è stata anche usata come set per almeno venti produzioni, tra film e serie televisive. Tra questi ricordiamo: Ben Hur, Il Marchese del Grillo, Brancaleone, La Freccia Nera, Le Tre Rose di Eva.
Per arrivare: Monterano si può raggiungere con gli autobus locali (CoTral, Seatour) in partenza da Roma Saxa Rubra diretti a Manziana e a Canale Monterano. In macchina, da Roma, percorrendo prima la Cassia e poi la Via Braccianese fino a Manziana; da qui, girare sulla Provinciale 3/A verso Tolfa-Civitavecchia per due chilometri e girare ancora sulla destra, seguendo le indicazioni per Canale Monterano. In treno, da Roma Ostiense prendere il locale per Canale Monterano via Manziana.
Orari e biglietti: l’ingresso, sebbene delimitato da una sbarra, è libero. Le auto non possono accedere, ma il passaggio pedonale è garantito e totalmente gratuito.