In Eritrea per un viaggio nel Corno d’Africa

L’Eritrea è un angolo d’Africa ancora incontaminato, perfetto per chi vuole un turismo ecocompatibile, per ammirare le bellezze di un paesaggio rimasto intatto e, quindi, autentico. Questo Paese ha moltissimo da offrire sia sotto il punto di vista geografico, che dal punto di vista culturale con le sue nove etnie che portano avanti antiche tradizioni, costumi e religioni. Molto intriganti sono, infine, gli 8 mila siti archeologici censiti, anche se parecchi ancora da scavare, dove si spazia dalla preistoria alla civiltà axumita ed ai monasteri copti con i loro tesori nascosti tra le montagne. 

Tra le città in Eritrea, due perle rare sono la capitale Asmara, elegante e tranquilla, che conserva nell’architettura, nella toponomastica e nelle abitudini una chiara impronta coloniale italiana, e la torrida città portuale di Massawa, dalla netta impronta arabo-moresca, i cui bei monumenti arabi, turchi e italiani sono stati purtroppo sistematicamente distrutti dai bombardamenti etiopi. 

Il vero gioiello naturalistico di questa nazione del Corno d’Africa è costituito, però, dall’arcipelago delle Dahlak, oltre 200 tra isole e isolette al largo di Massawa che sembrano un tratto di deserto affiorante tra le acque del Mar Rosso, il mare più caldo e con il più ricco ecosistema della terra. Solo quattro sono abitate da miseri villaggi di pescatori e solo qualcuna presenta una struttura vulcanica, con modesti rilievi. L’isola maggiore è Dahlak Kebir, grande cinque volte l’Elba, e ospita l’unico albergo; fu abitata da sempre da popolazioni arabe per la presenza di acqua, raccolta in 365 cisterne; offre un po’ di vegetazione, capre e dromedari al pascolo, diversi villaggi, un cimitero storico musulmano e i resti di un penitenziario italiano; fu base aerea e navale etiope e russa durante la guerra etiope-eritrea. La povertà ambientale delle isole contrasta con la straordinaria ricchezza marina, formata da reef corallini e scogliere di madrepore poco profondi e intatti, capaci di ospitare tremila specie viventi, 350 di coralli e oltre mille pesci diversi coloratissimi, un quinto dei quali endemici, da delfini, razze e mante a squali e ai rarissimi dugonghi, le sirene del mito, a formare il più incredibile degli acquari naturali, poco frequentato per la guerra prima e la mancanza di strutture turistiche ora. Un vero paradiso sub!

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