Quest’estate mi sono finalmente deciso ad intraprendere un viaggio da tanto tempo sognato, progettato e mai realizzato. Non è facile, quando si tratta di conciliare gli impegni di diversi professionisti, trovare un periodo di ferie in comune che permettano di viaggiare in camper e così… ho deciso di inforcare la moto e novello “easy rider” sono partito da solo alla ricerca di tracce templari nell’Italia meridionale.
La Madonna nera del Duomo di Terlizzi
Avevo saputo che nel duomo di Terlizzi c’era una Madonna Nera. Arrivato al duomo e trovatovi anche un sacerdote, ho chiesto se potevo fotografarla e mi è stato risposto di si. A quel punto il sacerdote mi ha chiesto come mai ero interessato e avendogli risposto che avevo trovato la chiesa di Sovereto chiusa… si è premurato di fare una telefonata e di procurarmi un appuntamento con… il custode che non è il custode, ma uno dei proprietari della chiesa (…dal 1939 la chiesa è di proprietà della famiglia Vendola Tamborra). Vorrei aggiungere che il sacerdote, appena saputo il mio interesse per le chiese templari, ha cercato di dissuadermi su certi argomenti che erano assolutamente “esotici” e frutto della moda esplosa con Dan Brown. In effetti non poteva sapere che i miei studi risalgono a ben prima del libro in oggetto, ma tant’è …
Ad ogni modo, ritorno ai ringraziamenti perché se è vero come è vero che tutto è scritto e che succede quel che è scritto debba succedere, devo dire che pur nella sua “ritrosia” sui templari il sacerdote mi ha fatto la grossa cortesia di mettermi in contatto con il prof. Giuseppe e aggiungo che il prof., pur stupendosi che il sacerdote mi abbia concesso sia di fotografare la Madonna, sia di farmi aprire la chiesa, mi è stato di grande aiuto dimostrandomi quel certo “feeling” che spesso sorge spontaneo fra coloro i quali hanno gli stessi interessi e le stesse passioni (alla fin fine ero un perfetto sconosciuto…e anche un po’ rompiscatole, visto che l’avevo costretto a rientrare alle 12.30 da un paesino vicino ed eravamo a cavallo di ferragosto…).
Le tracce dei Templari nella chiesa di Sovereto
Il professore è stato veramente eccezionale, mostrandomi man mano tutti i segreti della chiesetta e raccontandomi come (succede quel che deve succedere), da alcuni segnali notevolissimi di presenza templare si è arrivati allo splendore di quello che si è spalancato davanti ai miei occhi increduli.
Tutto quello che avevo già visto e letto sulle chiese templari ( in Italia ), diventava NIENTE, in confronto a quello che stavo ammirando.
E’ necessaria una premessa che è fondamentale: la chiesetta è privata e perfettamente consacrata al punto da avere un “altare privilegiato” che significa…non so esattamente cosa ma comunque consacratissima.
Nella chiesetta l’immagine della Madonna nera è conservata da aprile ad agosto, mentre nel restante periodo dell’anno è posta nella cattedrale di Terlizzi.
Innanzi tutto un po’ di storia: i primi documenti rintracciati (a partire dal 1131 e più frequentemente dal 1175) parlano di una “ecclesia di Santa Maria di Suberitum”, dove suber sta per sughero e quindi si parla di un territorio adibito a querceto.
La chiesa si trova vicino all’antica via Appia-Traiana per Brindisi, luogo d’imbarco per l’Oriente e da un atto del 1294, sancito da Celestino V, doveva “concorrere al decente mantenimento dei cavalieri , delle religiose e dei pellegrini”.
Cominciamo dall’esterno, dove c’è lo stemma di famiglia (ecco la necessità della premessa) che rappresenta un leone rampante ed una palma, segno questo inequivocabile di un cavaliere proveniente dalla Terra Santa.
Sempre all’esterno si nota come la chiesetta facesse parte di un complesso più grande, ma probabilmente successivo, con diversi stemmi che si sovrappongono a delle croci patenti (si notano le alette sui quattro lati degli stemmi stessi).
Questi stemmi fanno supporre il fatto che il complesso sia stato in un secondo momento ampliato oppure modificato e ceduto agli Ospedalieri, come purtroppo è diventato di prassi dopo che Filippo il Bello e papa Clemente hanno decretato la fine dell’ordine del Tempio…almeno così come era, ovvero costituito da “monaci”guerrieri; infatti i Templari non avevano stemmi sulla croce, dovendo cedere ogni bene all’atto dell’adesione all’Ordine.
Entrando nella chiesa la prima cosa che balza all’occhio è la grata che cela una scala che porta ad una cisterna rotonda ma con una pietra che sporge in maniera anomala (…) e, a seguire, ad una grotta dove la leggenda narra sia stata trovata l’immagine della Madonna Nera.
Oltre la grata vi sono una lapide molto particolare che rappresenta un albero con tre radici ed una serie di rami, di cui uno tagliato, ed un buco.
Non voglio entrare nel merito del simbolismo dell’albero che meriterebbe una trattazione a parte; ricordo solo la connessione fra terra e cielo e che come simbolismo è simile a quello della scala ( di Giacobbe?).
Guarda caso questa lapide è il tetto della cisterna e, da questa visuale, rappresenta una doppia scala…Ricordo che Giacobbe in Genesi sogna di una scala che saliva verso il cielo e che da questa scala salivano e scendevano gli angeli (quindi una doppia scala), e al risveglio disse : “Certo il Signore è in questo luogo ed io non lo sapevo”, ebbe timore e affermò: “quanto è terribile questo luogo…”( Terribilis est locus iste…vi ricorda qualcosa?).
Tre radici ed un ramo mancante…forse l’imperfezione umana che ha difficoltà a raggiungere il divino?
Ultimo quesito: cosa doveva illuminare il buco e quando?
Dimenticavo: bussola alla mano, la chiesa è perfettamente orientata!
Per quel che riguarda il masso usato come guanciale, dopo il sogno Giacobbe lo unse e lo “infisse” nel terreno rinominando quel luogo Beth-el, ovvero casa di Dio.
In effetti quel masso all’interno di una cisterna rotonda poteva essere tolto o scalpellato come il resto, ma a prescindere dalle considerazioni architettoniche c’è da dire che è un posto con notevole energia (…).
Riprenderò più avanti il significato del masso e di betel. Proseguendo, sotto le panche della chiesa, si intravedevano delle lastre tombali…
…di di due cavalieri decisamente particolari; uno (vedi sopra), con le mani incrociate sul petto, la croce templare sulla spalla sinistra ed il segno degli speroni sugli stivali (qui vorrei fare una piccola polemica con Aldo Tavolato che li definisce “cavalieri del Tau”: in effetti ai lati della testa appaiono due “capitelli” che indicano una Tau, ma i cavalieri del Tau avevano un simbolo a punta che non ha niente a che fare con il simbolo tronco del tau che è assolutamente Templare).
L’altro – in tutto simile al precedente- aveva ai piedi un altro …simbolo strano:
Vogliamo discuterne?
Per non rendere tedioso il discorso a chi legge questo mio lavoro e che, se è arrivato a questo punto, non è certo un curioso, ma certamente uno che ne capisce più di me, dirò solo due parole: Onfalos e Gerusalemme celeste.
Si può non essere d’accordo con me (e accetto qualunque critica), ma non alla maniera del sacerdote della chiesa madre che mi diceva essere un passatempo delle monache …un giocherello come quello sul retro della dama ( Sigh!).
C’è da aggiungere il fatto che se poi questo segno coincide con la grotta sottostante…
Ma andiamo avanti.
Più avanti e parzialmente ricoperta dalla pedana in legno dell’attuale altare, c’è la terza lapide che rappresenta un personaggio con la tonsura, “un cappellano”(!!!), che guarda caso è sepolto al contrario degli altri preti che, unica categoria, invece di essere sepolti verso Est, sono rivolti verso i fedeli e quindi (normalmente) verso ovest.
Ad onor del vero ero già abbastanza basito dalla quantità di cose che avevo visto e che mi dava delle strane sensazioni a livello di pelle; sentivo delle fortissime emozioni e tutta una serie di risposte da parte del mio corpo a quell’atmosfera. C’era una sacralità strana, difficile da definire, in una chiesa che alla fine era simile a tutte le altre chiese, anche quelle pseudo o supposte Templari che avevo visto durante il mio viaggio.
Né potevo giustificare questa sensazione con la presenza delle lapidi, o degli altri importantissimi simboli che avevo visto; fra l’altro sono un medico e quindi la morte non mi colpisce così tanto, conosco il mio corpo e non sono facilmente emozionabile, mi picco di essere uno studioso di simbolismo e quindi avevo già visto, se pur non tutti insieme, quei simboli. Per farla breve non sapevo cosa provassi ed era…strano!
A quel punto il professore mi ha fatto vedere la sacrestia:
Non credo che ci possano essere parole per descrivere questa visione!
L’Energia che si sprigionava in quella stanzetta era fuori dal normale.
Con tutto il rispetto era ben altro in confronto alla cella di San Leo, alla cappella di San Severo, allo stesso Castel del Monte (ma questo forse perché c’era sempre tanta gente o perché avevo già visto prima –colpa di Internet- quello che avrei visto).
NON ero assolutamente preparato a vedere quegli affreschi, né –ripeto- potevo immaginare che si potessero trovare tutti insieme in un solo luogo.
Ovviamente sono tutti simboli conosciuti, non ho scoperto niente di nuovo…ma l’emozione è stata veramente forte. Anche il professore si è accorto di questo mio, come definirlo: dis-essere, che non è mal-essere. Era uno stato particolare nel quale percepivo flussi di Energia con i quali cercavo di “accordarmi”.
Non voglio tediarvi oltre con le mie percezioni o sensazioni o chiamatele come volete e quindi passo a descrivervi la sacrestia, non senza tralasciare il fatto che, come mi ha detto il professore, tutto questo è venuto fuori dal crollo di SEI mani d’intonaco…( certo, se si volevano celare degli affreschi, delle immagini risalenti ai cavalieri Templari, un compendio di gnosticismo etc. etc., una o due mani d’intonaco erano poche…).
Innanzi tutto – bussola alla mano – vi è una monofora perfettamente orientata ad Est, al sorgere del sole che quindi in certi periodi illuminava un giglio che si trovava sulla parete opposta, cioè ad Ovest.
Il tetto è un cielo stellato!
Sulle pareti a Nord e a Sud è il trionfo del duale, un croce rossa su sfondo bianco e viceversa, il sole e la luna, il doppio quadrato (l’8) bianco su rosso e viceversa, la doppia scala con i gradini rossi e neri (Giacobbe?), la rosa canina nelle due versioni ed altro ancora in un tripudio di simboli. Fra le cose più strane, entrando in sacrestia, sulla destra, a circa un metro e mezzo d’altezza, c’era un capitello con la colonna sotto.
Un capitello? A quell’altezza? Mezzo incassato nella parete ? Che senso ha?
Non certo per poggiarvi arredi sacri o posaceneri…
L’unica spiegazione plausibile è che sotto la sacrestia ci possa essere una stanza con il resto della colonna, forse più che una stanza, uno stanzino…un luogo oscuro per iniziazioni?
Purtroppo –mi disse il professore- ci vorrebbero attrezzature particolari per sapere se sotto esiste una stanza segreta e…queste attrezzature costano e non è facile trovare chi fa questi lavori con i sonar, né è possibile scavare così, visto che a quanto pare qualcuno conosce la chiesa (…) e le Belle Arti o qualche altro ente simile vieterebbero lavori (la longa manus di Santa Romana Ecclesia?).
NO, che vado a pensare! Non è credibile che si cerchi di nascondere delle eventuali opere d’arte e magari farle perdere perchè avrebbero bisogno di restauri o almeno di essere protette in qualche maniera.
All’inizio di questo pezzo ho fatto vedere una foto dell’abside, una “cosa” del 1600, tutta dorata con, al centro, l’immagine della Madonna Nera.
Il professore, una volta tornati nella chiesa, mi ha chiesto se per caso notassi qualcosa.
Con mio profondo scorno, visto che sono abituato a notare i particolari, dissi di no e a quel punto mi fece notare che il muro retrostante (che l’abside dorata non copriva del tutto), aveva una forma diversa.
Un altro mistero?
No !!!, non è possibile !?
NON ci può essere un affresco del XIII-XIV secolo completamente nascosto da un’abside di legno, se pur del XVII secolo.!!!
Un Cristo Pantocrator con degli angeli , con un libro in mano e forse con un compasso.
Ma, udite udite, non finisce qui e, visto che l’affresco è parecchio rovinato, e che l’intonaco (in questo caso una parte dell’affresco ) è caduto…CE N’E’ UN ALTRO!!!
Un altro affresco sottostante in cui si vedono la tunica e i piedi di un uomo e- ad una altezza piuttosto bassa- il segno dei raggi solari, o piuttosto un’aureola. Come se qualcuno fosse inginocchiato davanti all’altro uomo.
A quel punto mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo ed ho sentenziato che dovesse trattarsi di Giovanni Battista e del famoso battesimo di Gesù.
Beh, lasciatemi correre con la fantasia.
Se quella è una chiesa Templare, se c’è una Madonna nera, se c’è quel po’ po’ di sacrestia, se c’è la camera segreta, se c’è il pozzo e SOPRATTUTTO se hanno cercato di nascondere anche gli affreschi ( di cui il più antico è evidentemente del XII secolo), allora quello è un Battista!!!
Sono arrivato alla fine di questa mia visita alla chiesa di Sovereto, i commenti li lascio a voi che mi avete seguito fin qui. L’unica cosa che voglio dire è che è una vergogna che tutto ciò sia praticamente sconosciuto ( su Internet c’è poco o niente ) e che è ancora più vergognoso che si sia cercato e si continui a cercare di nascondere (o di screditare con termini quali “sono cose esotiche…) tutte le tracce dei Templari , di quello che erano, di quali fossero il loro messaggio e i loro insegnamenti.
Bernardo di Chiaravalle, che è un santo, penso sia tarantolato nella tomba; non si rivolta soltanto e, allo stesso modo, tutti coloro i quali hanno combattuto per la “vera” fede e sono morti per liberare il Santo Sepolcro.
Il Vaticano ha pensato bene di chiedere scusa a tutti per quanto commesso nei confronti di svariati popoli e razze da parte dell’Inquisizione, ma un “piccolo scusa “ ed un mea culpa nei confronti delle vittime di un papa succube e della smania di soldi di un re francese pare sia oltre la sua portata.
Hanno cercato di cancellare centinaia di anni di Storia – e devo dire che ci sono quasi riusciti- però…il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi e quindi, nel momento in cui la scienza – e ci siamo già- permetterà di vedere oltre il visibile e si sostituirà definitivamente al caso o alla natura che ogni tanto fa’ cadere gli intonaci sbagliati… P.S. In attesa di scoprire cos’altro nasconde la chiesa di Sovereto, c’è da dire che annesso alla chiesa c’è tutto un complesso di strutture da “rivisitare”, soprattutto la torre saracena che il prof. mi diceva è ancora, come dire, quasi non studiata…
Testo e foto di @ Roberto De Leo