Il Museo dei Misteri di Campobasso tra storia e antichi riti

Che cosa è un “mistero”? Una cosa irrisolta, un enigma, qualcosa di sconosciuto che affascina proprio per questo. Per i più appassionati la parola “mistero” si associa a fantasmi, gialli irrisolti, fenomeni paranormali. Eppure no. Il mistero… anzi “i misteri”… sono anche qualcos’altro. Sono una eredità che in Italia ci portiamo dietro da tempi molto antichi e che è legata certamente al mistero del paranormale, ma non nel senso di fantasmi: nel senso di santi e miracoli! I Misteri di Campobasso sono un pregiato esempio di questo tipo di “misteri”.

Perché si chiamano Misteri

La tradizione dei “misteri” viene portata in Italia dagli spagnoli tra il XVIII e il XIX secolo. Si trattava di sacre rappresentazioni legate al Mistero della Morte e Resurrezione di Cristo, durante il periodo pasquale. Da qui il nome, al plurale, applicato alle varie scene che si rappresentavano. In molte città, specie del Meridione, quelle rappresentazioni vennero ben presto sostituite con statue o gruppi di statue.

L’abilità degli artigiani locali, esperti nel forgiare legno, gesso ma anche cartapesta, portò alla creazione di gruppi scultorei che rappresentavano le varie scene della Via Crucis e che venivano portate in processione, per devozione, da confraternite e corporazioni di lavoratori.

La antica tradizione spagnola è stata mantenuta in vita soprattutto in Sicilia, Puglia e Campania. Ma anche il Molise, la Sardegna e la Liguria vedono tutt’oggi la messa in scena di questi rituali di Pasqua. E se Trapani è la “capitale” dei Misteri spagnoli, Campobasso non è da meno per la bellezza e originalità delle sue “macchine”. Qui, però, la tradizione si è discostata da quella tipica del Venerdì Santo e si celebra nella domenica del Corpus Domini. Oltre alla processione, a Campobasso è nato anche un museo che consente di ammirare i Misteri tutto l’anno.

La tradizione dei Misteri a Campobasso

Il capoluogo del Molise vide l’arrivo della tradizione dei Misteri già nel Cinquecento. Nel XVI secolo, infatti, per accogliere i feudatari in visita – o appena insediatisi – si organizzavano processioni con opere d’arte artigianale chiamate “i Trionfi”. Su questa usanza si innestò la tradizione spagnola che impose quel tipo di processioni durante le principali feste religiose, come il Corpus Domini.

Con l’affermarsi della tradizione, affidata a quattro confraternite originarie, si cercò di realizzare carri più belli e più duraturi. Fu scelto, per questo compito, un artigiano locale divenuto molto famoso grazie alla sua formazione a Napoli: Paolo Saverio Di Zinno. Nato nel 1718, dopo aver studiato e aver lavorato per molte botteghe e opere d’arte in Campania, tornò a Campobasso e gli venne commissionato, tra gli altri, anche questo lavoro. Doveva insomma creare i Misteri più belli.

Di Zinno creò i disegni barocchi sui quali si costruiscono i carri ancora oggi, seguendo le pose e le immagini pensate dall’artista nel Settecento. Le strutture sono in grado di ospitare i figuranti e gli elementi simbolici che essi portano con sé in piena sicurezza e con l’aggiunta di movimenti meccanici ancora legati alla manualità del passato.

I Carri dei Misteri di Campobasso

I carri dei Misteri a Campobasso sono 13. Ospitano in totale 76 personaggi, 120 componenti bandistici, alcuni animali, 26 addetti “alla vestizione” oltre a decine di tecnici addetti al movimento della macchina e al suo trasporto! Durante le sfilate, i visitatori assisteranno al passaggio dei Misteri dedicati a:

  • Sant’Isidoro, patrono dei contadini;
  • San Crispino, patrono dei calzolai;
  • San Gennaro, con le ampolle che richiamano il miracolo del sangue;
  • Abramo;
  • Maria Maddalena.

 

  • Sant’Antonio Abate, prima confraternita storica;
  • Immacolata Concezione;
  • San Leonardo, patrono dei carcerati;
  • San Rocco;
  • La Madonna Assunta.

 

  • San Michele, che protegge dal demonio;
  • San Nicola;
  • Sacro Cuore di Gesù.

In origine i misteri erano 18, anche se molti andarono perduti durante il terremoto del 1805. Di quelli, alcuni furono ricostruiti e fanno parte del gruppo di 13 superstiti giunti ai nostri giorni. I personaggi “appesi” ai carri sono persone vere, molte delle quali sono bambini e giovanissimi. Interpretano santi, angeli e diavoli e compongono insieme alle simbologie le audaci forme barocche di queste scene spettacolari.

La processione dei Misteri inizia al mattino del Corpus Domini e percorre buona parte delle vie del centro storico del capoluogo.

Il Museo dei Misteri di Campobasso

Se non siete stati fortunati e non vi siete potuti trovare a Campobasso per il Corpus Domini, nessun problema. Esiste in città un museo dedicato ai Misteri che vi permetterà di venire a conoscere la tradizione da vicino in ogni momento.

Il Museo dei Misteri è stato inaugurato nel 2006 ed è oggi il museo più visitato del Molise. Dentro, in un percorso che comprende un salone espositivo, una sala proiezioni e la “sala degli Ingegni” si possono ammirare gli elementi che compongono, insieme alle persone, i carri della festa. Nella Sala Espositiva Rino Savastano sono in mostra gli abiti e le foto d’epoca delle feste passate; nella Sala Proiezioni Gino Aurisano si può assistere comodamente ad alcuni momenti della processione, nei video proiettati di continuo; infine, nella Sala degli Ingegni dedicata a Cosmo Teberino si ammirano i dettagli tecnici e meccanici delle macchine.

Informazioni per visitare il Museo dei Misteri

Il Museo è aperto dal lunedì al sabato, dalle ore 16 alle 18. Per visitarlo in gruppo, o per visite nei giorni festivi, occorre una prenotazione. Non c’è un biglietto, ma si può lasciare una libera offerta in denaro per la manutenzione generale. Per contatti e prenotazioni, il modulo online si trova sul sito ufficiale dei Misteri.

Campobasso e dintorni

Campobasso è una città senza mare, ma piena di sole! I colori del capoluogo molisano restano nel cuore di chi lo visita, insieme alle sue bellezze artistiche.

Qui vale la pena ammirare il Palazzo del Municipio, il Palazzo Magno, Palazzo Mazzarotta, il bellissimo Castello Monforte (XIV secolo), le mura e le torri medievali. Oltre alla cattedrale dedicata alla Trinità, dovete visitare la suggestiva chiesa di Santa Maria Maggiore, le chiese di San Bartolomeo, San Giorgio, San Leonardo. Esiste anche un percorso ipogeo, una serie di cunicolo affascinanti ricavati nel sottosuolo cittadino.

Non lontano da Campobasso, potete visitare il Parco Regionale del Matese, il Lago di Lèsina e le spiagge di Termoli.

Come arrivare a Campobasso

Per arrivare a Campobasso è consigliabile l’auto o l’aereo, più che il treno, anche se la città ha una stazione ferroviaria. L’aeroporto più vicino e meglio collegato è quello di Napoli. In macchina, potete seguire l’autostrada A14 (uscita Termoli), in alternativa la A1 uscendo a Caianello o la A16 con uscita Benevento. Si arriva anche tramite la Statale 647.

SI RINGRAZIA PER LE FOTO Carmine Brasiliano – Archivio Associazione Misteri e Tradizioni

Ultime news