Il Castello di Eggenberg è vivo, vivace, coinvolgente, è circondato da un meraviglioso parco di 90.000 metri quadrati, dove spicca il prezioso Giardino dei Pianeti, con il suo straordinario roseto, e tra le sue possenti mura raggruppa non solo le 24 Sale Festose, ma anche tre musei.
Entrato di diritto tra le meraviglie patrimonio dell’UNESCO, Il Castello di Eggenberg è una rappresentazione di un universo perfetto, un universo, assolutamente barocco, complesso, articolato.
Eggenberg significa 365 finestre, come i giorni in un anno, 31 camere per piano, come il numero massimo dei giorni in un mese, quattro torri d’angolo, come il numero delle stagioni, e 24 Prunkräume, cioè sale festose, come il numero delle ore in un giorno, di cui 12 per ogni lato dell’edificio, a rappresentare il giorno e la notte. Ma non basta. Le 24 sale festose hanno in tutto 52 finestre, come il numero delle settimane in un anno, e aggiungendovi le 8 finestre della Sala dei Pianeti, il cuore del castello, si arriva a 60. Cioè il numero dei secondi in un minuto o dei minuti in un’ora.
Poi, ancora, i sette giorni della settimana, protagonisti nella Sala dei Pianeti, come i 12 mesi dell’anno. E le 12 porte del muro di cinta del castello, sette delle quali sono orientate verso la città.
Schloss Eggenberg è il capolavoro voluto dal principe Hans Ulrich von Eggenberg, prezioso consigliere personale dell’arciduca Ferdinando II d’Asburgo e oggi è la punta di diamante del Museo Joanneum. I suoi numeri sono impressionanti: un chilometro quadrato di affreschi , 2,5 chilometri di stucchi e dorature, 450 tra sedie, poltroncine e divani, 565 metri quadrati di pavimento in marmo e 173 tra porte e portoni. Edificato tra il 1625 e il 1631, e decorato nei 42 anni successivi, ospita al secondo piano le 24 camere festose, in puro stile rococò, volute dal principe Johann Seyfried. Gli stucchi furono opera del comasco Alessandro Sereni, agli affreschi lavorò soprattutto il tedesco Johann Melchior Otto.
Le camere festose iniziano con la sala romana e proseguono con le camere da letto di Maria Teresa, dove si conservano i quadri dei suoi figli, e di suo marito, Francesco I, dedicata alle virtù maschili. Poi la stanza delle pitture cinesi, il soggiorno, ispirato alla storia persiana, la camera in cui dormì Luis Bonaparte, con un prezioso orologio ad intarsio. Da qui si arriva alle finestre che danno sulla chiesa di Santa Maria delle Nevi, un ex teatro trasformato in chiesa nel 1754, accessibile dal primo piano. Quindi la preziosa sala degli arazzi, quella dedicata ai ritratti della famiglia Eggenberg, la sala degli spunti morali, un ideale di bellezza per lo stile rococò, e le stanze con gli affreschi della Spada di Damocle e di Davide e Golia. E ancora, la sala della caccia, quella delle scene pastorali, la camera per il gioco delle carte e quella della commedia dell’arte. Da qui si arriva alla Sala dei Pianeti. Decorata tra il 1678 e il 1685 la Sala dei Pianeti è il capolavoro del salisburghese Hans Adam Weissenkircher, cresciuto alla bottega del Carlotto, a Venezia. La sala è un tripudio di stucchi, marmi e candele, anche se ciò che conta davvero è il soffitto. Negli affreschi del soffitto, infatti, ci sono i sette corpi celesti, a rappresentazione dei sette giorni della settimana ma anche dei sette componenti della famiglia Eggenberg, circondati dai loro possedimenti. Un ricco compendio di storia, di astronomia, di religione. Stupefacente e sorprendente.
Schloss Eggenberg, Eggenberger Allee 90, Graz, Austria, Tel 9943/316/8017 o 9532; http://www.museum-joanneum.at
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