Se ne sta arroccato in cima al monte, isolato dal mondo, a guardare con un po’ di invidia e un po’ di superiorità la sottostante “star” del turismo, Taormina. E la baia di Naxos, più in basso, e l’Etna all’orizzonte, insieme a tutta la costa ionica della Sicilia orientale. Il borgo di Castelmola, a chi non lo conosce, appare solo come “un altro quartiere di Taormina“. I turisti si spingono fin quassù per una foto, un gelato al volo, e poi se ne dimenticano tornando alle spiagge e agli hotel pluristellati. Eppure Castelmola ha una sua identità ben precisa, viva, anzi di più … artistica. Non è solo un borgo medievale legato ai resti di un castello, è anche il paese dell’ispirazione, del romanticismo, delle leggende. Venite a scoprirlo anche voi, la prossima volta che passerete da Taormina.
La fortezza invincibile
Come tutti i centri abitati della Sicilia orientale, anche Castelmola inizia la propria storia con i Greci. Quando venne conquistato era un villaggio abitato dalle genti Sicule che avevano già costruito una sorta di vedetta di difesa in cima al monte. Tra il V e il III secolo avanti Cristo, i Greci tentarono più volte di conquistare questa vetta ma furono respinti con notevole resistenza. Solo il tiranno Gerone riuscì nell’impresa e da allora il villaggio di Mylai seguì le sorti del resto della Sicilia.
Greci, Romani e Bizantini si succedettero nel dominio del monte. Furono questi ultimi a edificare il primo vero castello. Nel X secolo, con l’arrivo dell’esercito Saraceno, solo questo castello resistette agli attacchi che invece devastarono il paese. Nel 1078, i Normanni del conte Ruggero si insediarono a Mylai (in latino, Mola) e presero possesso del castello bizantino, restaurandolo e ampliandolo secondo i criteri militari delle fortezze d’epoca. La sicurezza del nuovo maniero convinse molte persone a venire ad abitare nei suoi dintorni, ingrandendo in tal modo l’abitato.
Tra il XII e il XIX secolo, il Castello di Mola cambia utilizzo. Diventa prevalentemente un edificio residenziale, dove vive e lavora il signore di turno che governa il paese. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, la vicina Taormina si sviluppa più in fretta e assume una importanza maggiore. Nel 1928 infatti assorbe Castelmola, che diventa uno dei suoi quartieri. Il piccolo borgo torna indipendente – diventando comune autonomo – solo dopo la II Guerra Mondiale.
Il Castello di Mola oggi
Dal 1860 in poi, il Castello di Mola è stato lentamente abbandonato ed è caduto nel degrado. In parte è andato distrutto, per via degli interventi climatici e umani. Ma nel XX secolo il recupero di alcune delle sue parti ha consentito di usarlo per eventi (concerti, spettacoli, rappresentanza) curati dal comune di Castelmola.
Oggi, del castello vero e proprio restano solo le mura merlate normanne che circondano gli edifici moderni (XIX secolo), aggiunti per scopi culturali, e la terrazza. Ma l’intero borgo forma la grande corte del castello e ancora oggi, camminando per le sue vie, ci si può sentire parte di questa grandiosa struttura. Il Castello di Mola fece parte, per più di trecento anni, della possente cintura difensiva che – tramite diverse fortezze – andava dal Tirreno (Milazzo) allo Jonio, coprendo parte della catena montuosa dei Peloritani.
Castelmola, borgo degli artisti
Alla fine del XX secolo, una illuminata amministrazione comunale decise di contrastare lo spopolamento del borgo con una idea geniale. Invitare artisti e artigiani a vivere e lavorare a Castelmola, curando così il restauro di molti piccoli edifici storici, da trasformare in botteghe e centri espositivi per le loro opere.
L’iniziativa ebbe un successo immediato e funzionò pienamente per alcuni anni. Con il tempo venne ridimensionata, ma ancora oggi pittori, scultori e artigiani scelgono Castelmola per i propri laboratori, workshop didattici o semplicemente per esporre le proprie opere davanti a panorami mozzafiato.
Con l’iniziativa del Borgo degli Artisti, Castelmola riuscì finalmente a distinguersi dalla ingombrante vicina Taormina, divenendo un punto di riferimento turistico e culturale autonomo e importante.
Cosa vedere a Castelmola
Oltre ai ruderi del già citato Castello di Mola, in questo minuscolo comune sono molte le cose da vedere e da fare. Bastano poche ore per girare Castelmola, ma potrebbe regalarvi più sorprese che Taormina stessa!
Piazza Sant’Antonio, che prende il nome dalla omonima chiesetta, è oggi il salotto del paese e il primo panorama che ammirano i turisti. Si apre ai piedi del castello e ha una pavimentazione a mosaico aggiunta nel 1954. Le sue balconate panoramiche si aprono sul litorale di Letojanni e sull’abitato di Taormina. Per ammirare Naxos e l’Etna, invece, bisogna salire fino alla chiesa madre o al castello.
In Piazza Sant’Antonio sorge lo storico Caffé San Giorgio. Inizialmente era un piccolo convento con una taverna per ristorare i viandanti. Fu trasformato in bar-ristorante nel XX secolo ed è famoso per la produzione propria di “vino alle mandorle”.
Se vi piace girare per locali tipici, a Castelmola non potrete non visitare il Bar Turrisi. Questa palazzina moderna, di tre piani, sorge a ridosso della chiesa madre ed è interamente adibita a locale di ristoro. La particolarità di questo bar è che ogni cosa … dal menù, alle maniglie delle porte, ai dolci che vi serviranno … ha una forma alquanto “anomala”. Richiama infatti simboli fallici associati a battute a doppio senso e proverbi siciliani legati al sesso. Forse un po’ eccessivo, ma profondamente e tipicamente carico dell’ironia tagliente sicula.
Le chiese di Castelmola sono piccole ma ricche di storia. La chiesa madre (duomo) di San Nicola, costruita nel 1935 secondo lo stile della originaria chiesa normanna, mostra una bellissima facciata rosa con finestra circolare frontale; è inoltre affiancata da una torre campanaria in stile moresco. Dentro è ricca di opere d’arte databili tra Seicento e Ottocento. Le chiese più antiche del paese sono San Biagio e l’Annunziata, risalenti al XII secolo sebbene oggi restaurate secondo stili più moderni. Molto bella la quattrocentesca San Giorgio, rimasta praticamente intatta, decorata all’interno con opere d’arte del Cinquecento, Seicento e Settecento.
Leggende legate a Castelmola
Si racconta che il noto romanzo “L’Amante di Lady Chatterley” fu scritto ispirandosi a una storia vera vissuta dall’autore, D.H. Lawrence, nel 1928. Sua moglie, esuberante e sensuale baronessa tedesca, durante una loro vacanza a Taormina ebbe una focosa relazione con un mulattiere di Castelmola. Con lui ideò alcuni “particolari” giochi erotici dei quali si vantava con le amiche anche in presenza del tollerante marito!
Ai piedi del colle di Castelmola scorre il torrente Sirina. Le acque fuoriescono da una grotta scavata nella roccia e scorrono verso valle tra gole e salti che producono suoni affascinanti. Si narra che in passato molti bambini di Castelmola (spesso bambine!) andassero a giocare sulle rive del torrente ma, bagnandosi con le sue acque, si trasformassero in sirene finendo poi direttamente nel mare di Taormina. Il rumore del torrente riproduce quindi quel “cantu di sirina” (canto di sirena) da cui è derivato il suo nome.
Come arrivare a Castelmola e dove alloggiare
Per arrivare a Castelmola: seguire l’autostrada A18 Messina-Catania, uscendo a Taormina oppure a Giardini Naxos. Potete quindi seguire le chiare indicazioni per Castelmola, passando da dentro il paese di Taormina. La stazione di riferimento è quella di Taormina-Giardini. L’aeroporto più vicino è Fontanarossa di Catania.
Alloggiare a Castelmola è possibile grazie ai tanti B&B del paese e agli hotel della vicina Taormina. Per indicazioni più precise cliccare QUI.