Un itinerario alla scoperta della Sardegna alternativa

La bella stagione è in arrivo e sicuramente tanti di voi stanno già pianificando le vacanze. La mente magari corre verso quel mare pulitissimo e trasparente che è sinonimo universale di Sardegna. Ma questa volta vogliamo stupirvi con un percorso che mette insieme una serie di piccoli itinerari, per condurvi alla scoperta di “un’altra” Sardegna. Una Sardegna altrettanto bella e unica, ma alternativa.

Perché la Sardegna è un pianeta, non soltanto un’isola. E se avrete la curiosità di oltrepassare i confini dei lidi troverete colline, pianure, perfino una montagna su cui d’inverno, ogni tanto, nevica. E’ quella Sardegna dal cuore generoso e grande dei lavoratori delle miniere, della gente di campagna, dei poeti. Avete mai pensato di andare a scoprirla?

 

Barbagia-Ogliastra

Se vi trovate al mare dalle parti di Orosei, Cala Gonone, ma anche a Tortolì salite in macchina e, per una volta, invece che verso le spiagge puntate verso ovest, verso l’interno. Naturalmente non prima di aver salutato, magari nella bellissima luce dell’alba, i faraglioni di porfido rosso di Arbatax che si tuffano nel Tirreno. Vi troverete a esplorare una subregione bellissima e selvaggia, l’Ogliastra, e le sue meraviglie.

In Ogliastra è tutto “più”: i Tacchi d’Ogliastra sono le montagne più strane di Sardegna, con quelle cime erose che appunto ricordano dei tacchi e nascondono meraviglie come ad esempio La Scala di San Giorgio, una serie di fratture della roccia nel monte Tacco di Osini che formano una fila di torri. Paesaggi bellissimi, ma da vedere con l’aiuto di una guida esperta.

Lo stesso dicasi per Grotta su Marmuri, una delle grotte più imponenti d’Europa che si raggiunge scendendo per 200 scalini nella “pancia” di Tacco Ulassai. Al confine con la provincia di Nuoro si apre il canyon più grande d’Europa (500 metri di profondità), Su Gorropu, scavato dal torrente Flumineddu per secoli.

A questo punto siete entrati in Barbagia, la regione di cui Ogliastra fa parte. Un territorio vastissimo che copre quasi tutta la Sardegna interna e che per questo si divide in più zone. Da Ogliastra entrate nella Barbagia Nuorese e precisamente nell’area di Bitti. Non mancate di ammirare, proprio a 13 km dal comune di Bitti, il vasto complesso nuragico di Romanzesu immerso in un bosco di querce.

Sempre a Bitti, andate a visitare il museo del Canto a Tenore, magari ascoltando qualcuno di questi cori tipici della Sardegna in cui le voci imitano magicamente le cornamuse. Nel territorio di Orune, invece, potrete ammirare la fonte sacra Su Tempiesu anche essa di origine nuragica. La Barbagia, con i suoi boschi e le sue gole, abbraccia i fianchi della grande montagna sarda: il Gennargentu.

 

Gennargentu, Porta del Vento

Antichissima formazione rocciosa composta da scisti, graniti e calcare, il Gennargentu è la cima più alta della Sardegna, toccando i 1834 metri con Punta La Marmora. Il suo nome è romantico, significa Porta del Vento e in effetti la sua presenza al centro dell’isola sembra tagliare in due i venti che soffiano dal mare.

Per inoltrarsi sul suo territorio occorrono più che mai brave guide naturaliste, così da non perdersi e scoprire insieme piante particolari – Santolina Insulare, Peonie del Gennargentu – o la fauna locale, come i mufloni, le aquile reali, la lepre sarda e il gatto selvatico, oggi protette dal Parco Nazionale istituito nel 1998.

Lungo i sentieri, che potete percorrere in jeep, a cavallo, in mountain bike o a piedi, incontrerete ruderi di rifugi, l’abitato antico del paese di Tonara con il sito archeologico di Is Forreddos, ma anche il lago artificiale di Gusana, impianti sciistici come quelli di Broncu Spina e Monte Spada. Il sentiero più duro, ma anche il più bello, vi condurrà a Punta La Marmora, sul tetto di Sardegna!

 

La Foresta di Burgos

Un po’ fuori itinerario, ma altrettanto affascinante, è la Foresta di Burgos. Burgos è un piccolo comune medievale in provincia di Sassari, appena fuori dalla Barbagia. Il centro del XIV secolo è raccolto intorno al bellissimo castello, ancora più antico – pare risalga al 1129 – da dove si gode di una meravigliosa vista panoramica sui dintorni. E nei dintorni sorge la foresta, ovvero l’unione di due grandi aree boschive, Burgos e Badde Salighes, famose anche per l’allevamento di cavalli e del dolcissimo pony sardo.

Al centro della Foresta troverete il Nuraghe Costa, detto Sa Reggia per la sua grandezza – circa 14 metri di diametro – e fornito ancora oggi di bastioni e di un camminamento di ronda di 70 metri. Tra gli alberi sorge anche una antica chiesetta medievale, San Salvatore, splendido esempio di architettura gotica.

 

Sulcis, il Cammino di Santa Barbara

La regione mineraria del Sulcis vi introdurrà alla parte occidentale della Sardegna. E in particolare la zona di Sulcis-Iglesiente è protagonista di un percorso turistico interessante che copre 400 km ad anello, partendo e tornando ad Iglesias: il Cammino di Santa Barbara. L’itinerario prevede la visita di numerosi siti minerari ma anche la scoperta di monumenti e località uniche. Si sale fino a 900 metri sul livello del mare e si toccano 24 tappe a piedi, in bici o a cavallo.

Per descrivervi soltanto alcune delle tappe del lungo cammino: i panorami spettacolari che si godono dal paesino di Nebida, la piccola baia di Masua con il faraglione detto “Pan di Zucchero”, le venti miniere di Buggerru, il gran compendio minerario per lo zinco di Montevecchio, i siti di Domusnovas che oltre alle miniere possiede antichi resti nuragici e le spettacolari Grotte di San Giovanni, enormi camere carsiche decorate da maestose stalattiti e stalagmiti.

Come non citare poi Carbonia, che già dal nome indica la specialità delle miniere del posto, ovvero l’estrazione del carbone ma che offre ai turisti anche grotte, il Parco Archeologico Punico-Fenicio e le Tombe Giganti di Corona Maria. Non mancate una visita alle miniere del rarissimo marmo nero di Nuxis.

Infine tornerete a Iglesias e forse vi commuoverete davanti a Porto Flavia, che sembra una chiesa fusa nella roccia ma in realtà è solo lo sbocco del tunnel di scarico delle merci provenienti dalla miniera e che, davanti a questa porta aperta a picco sul mare, venivano imbarcate sulle navi. A Iglesias ammirerete anche: le Mura Medievali, Castello Salvaterra, le splendide chiese medievali di San Salvatore, Santa Chiara, Madonna di Valverde, Madonna delle Grazie e ancora Piazza Municipio e il Cimitero Monumentale.

 

Informazioni utili

In Sardegna non esistono ancora vere e proprie autostrade, sebbene la prima sia in fase di completamento tra Olbia e Sassari. Per visitare questi luoghi dunque occorreranno buoni mezzi, mappe accurate e tanta pazienza. L’aeroporto di riferimento in questo caso è Cagliari.

Come arrivare ai Tacchi di Ogliastra: il punto di riferimento sarà il comune di Ulassai che si raggiunge da Cagliari seguendo la Statale 554 e poi la Orientale Sarda SS 125 fino a confluire sulla Provinciale SP11 a Jerzu. Seguite questa strada fino a Ulassai
Come arrivare a Bitti: da Cagliari imboccate la Statale 131 fino a Ghilarza e da qui la SS 131 DCN fino a incontrare la SP 73 direzione Brigata Sassari e Bitti.
Escursioni sul Gennargentu: info@gennargentuescursioni.com – telefono 348/8544850 oppure 347/8689196
Come arrivare a Burgos: da Cagliari, seguendo sempre la SS 131 fino a Macomer, quindi le Strade Provinciali 17 e 43; se arrivate da Ulassai: Provinciale 11, Statale 198 e Statale 389 fino a Nuoro, quindi proseguite su Statale 129 e Strade Provinciali 84, 101 e 43.
Come arrivare a Iglesias: da Cagliari, percorrete la SS 130 diretta fino a Iglesias. Qui potrete prenotare il vostro Cammino di Santa Barbara contattando la omonima Fondazione iglesiente al numero 0781/24132 o alla email info@camminominerariodisantabarbara.org .

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