Chi non conosce Piazza Armerina pensa che sia una “piazza” vera e propria, uno spazio urbano dal nome strano in una delle tante belle città della Sicilia. Chi conosce un po’ meglio la storia e la cultura italiane sa invece che Piazza Armerina è il luogo in cui sorge la bellissima villa romana dei mosaici. Ma prima di essere un nome strano e un sito archeologico, Piazza Armerina – nel distretto di Enna – è una bellissima città, che ha molto da dire.
Il turismo che si riversa in questa località da ogni parte del mondo non entra quasi mai in città. Tutti vanno ad ammirare gli antichi, e perfettamente conservati, reperti romani e si fermano ad ammirare le campagne circostanti. A volte Piazza Armerina è solo una tappa in un itinerario più ampio verso Enna, o verso Siracusa, per cui dopo aver visto i mosaici si prosegue oltre. Ma chi per caso si ferma un po’ di più a visitare il centro abitato resterà letteralmente senza parole per la sua bellezza.
Piazza Armerina, una storia ricca
Piazza Armerina sorge ai piedi di Monte Naone, una delle cime degli Erei. Queste montagne, basse e consumate dall’erosione, sono una miniera d’oro di informazioni sui millenni passati. Scavando, vi si trovano tracce preistoriche e perfino conchiglie fossili che raccontano di terreni – oggi nel cuore della Sicilia – un tempo sommersi dal mare!
Durante la conquista greca, questa località fu una colonia del tiranno di Gela che sottolineò la fertilità della vallata ricca di fiumi con il nome Hybla Elaton (Ibla la Fresca). In epoca romana fu poco abitata, salvo che da alcuni nobili che qui costruirono le loro residenze (Villa Romana del Casale). Furono gli arabi a edificare il primo centro abitato, sparso tra la valle e la collina. Un centro che si ingrandì durante il primo Medioevo. Quando i normanni conquistarono la cittadina la ribattezzarono Platia, per via del ricco mercato “di piazza” che vi si svolgeva.
Tra il XII e il XV secolo Platia cresce e acquista prestigio, anche per la favorevole posizione strategica nella mappa siciliana. Nel 1517 Carlo V la nomina “città” e tra il XVII e il XIX secolo è sede della “quarta università d’Italia”. Dopo l’Unificazione Italiana, Platia – ovvero Piazza – assume anche il nome “Armerina” a ricordo delle armerie che proprio in questa zona aiutarono Garibaldi e i Mille durante la battaglia.
I mosaici della Villa Romana del Casale
Il sito più famoso di Piazza Armerina si trova fuori città, ai piedi del colle che ospita il centro. Un grande complesso residenziale, erroneamente chiamato “villa”, che risale all’epoca tardo-romana (III -IV secolo) e che fu in realtà un palazzo extraurbano di tipo imperiale.
La “villa” , che fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO ed è inserita nel inserita nella World Heritage List, è composta da un ingresso monumentale, da diversi ambienti raccolti intorno ad un cortile aperto (peristilio) quadrato, da altri ambienti su un secondo peristilio ovale e da un complesso termale. Quel che la rende speciale, fin dalla sua scoperta durante dei lavori di scavo nel 1950, è il perfetto stato di conservazione dei mosaici. Milioni di micro tessere di vetro colorato e di ceramica che formano enormi quadri, scene di caccia, di convivialità, di sport.
I mosaici pù famosi sono quelli, impressionanti, della Battaglia Navale e quelli delle Ragazze in Costume. Il costume (non da bagno ma da ginnastica) delle figure femminili è un modernissimo “bikini” che non si sospettava nemmeno fosse già in uso ai tempi di Roma! Il percorso oggi comprende anche un museo in cui si possono ammirare altri ritrovamenti di quella stessa area. Ma oltre a questi famosissimi mosaici, che sicuramente valgono la visita, Piazza Armerina è molto altro.
Piazza Armerina, un centro storico da scoprire
Entrando a Piazza Armerina ci si trova immediatamente “circondati” da splendidi edifici barocchi, in prevalenza chiese. La pietra gialla usata da queste parti, tanto simile a quella che si usa a Noto e nel ragusano, rende le costruzioni particolari soprattutto nelle sfumature di colore a seconda delle ore del giorno.
La chiesa più bella è quella che domina l’intero abitato: la grande Cattedrale Maria Santissima delle Vittorie (XVII secolo). L’edificio è altissimo, ampio, possente. Sorge sulle basi di una antica chiesa normanna, poi riedificata nel Trecento secondo il tipico stile gotico-catalano degli Aragona (lo si può ancora vedere sulle fiancate). La chiesa venne restaurata e trasformata tra il XVI e il XVII secolo secondo uno stile barocco che venne miracolosamente preservato dal disastroso terremoto del 1693. Meraviglioso, all’interno, l’altare maggiore: marmi policromi, pietre preziose e argenti incorniciano l’icona bizantina della Madonna delle Vittorie.
Atre chiese importanti che si incontrano passeggiando per le vie della città sono: San Rocco (1613), Sant’Ignazio (antica sede della università), San Giovanni Evangelista interamente affrescata dal fiammingo Borremans, la gotica chiesa del Carmine con l’annesso chiostro dei Templari e il Gran Priorato di Sant’Andrea (XI secolo). Ma questi sono solo alcuni di oltre cinquanta chiese e conventi di Piazza Armerina.
Cosa vedere a Piazza Armerina
La visita al centro storico di Piazza Armerina include anche decine di palazzi nobiliari risalenti all’epoca spagnola ma poi ripresi tra Seicento e Ottocento. Uno di questi è il Palazzo del Municipio. La testimonianza più bella della gloria cittadina però rimane il Castello Aragonese (XIV secolo).
Sebbene resti poco dell’originario impianto gotico, oggi rimaneggiato dopo i restauri del XIX secolo, l’edificio mostra ancora un corpo possente con quattro torrioni quadrati agli angoli. Utilizzato come carcere per due secoli, oggi appartiene a privati.
I siti archeologici di Piazza Armerina non sono solo quelli dei mosaici. Appena fuori città si trovano gli scavi di Montagna di Marzo (necropoli e resti di abitazioni sicane e greche) e i ritrovamenti greco-romani della antica Philosophiana, oggi Sofiana. Fa parte dei siti “archeologici” anche quello delle Miniere Floristella-Grottacalda, per la estrazione dello zolfo, abbandonato a inizio Novecento.
La lingua piemontese di Piazza Armerina
È più facile per un turista torinese comprendere cosa dicono gli abitanti di Piazza Armerina, quando parlano in dialetto, che per un catanese o un palermitano. Questa infatti è una delle poche “isole linguistiche normanne” della Sicilia che ha conservato quasi intatto il dialetto franco-piemontese (gallo italico) dei conquistatori medievali. Molti termini del dialetto piazzese si ritrovano nella regione del Monferrato, mentre alcune pronunce richiamano da vicino il ligure genovese (croce=crusgi, brucia=brusgi, dice=disge).
Come arrivare a Piazza Armerina e dove alloggiare
Per arrivare a Piazza Armerina conviene atterrare all’aeroporto di Catania, città ottimamente collegata anche tramite linee di autobus regionali.
Da Catania a Piazza Armerina si segue l’autostrada Catania-Palermo uscendo agli svincoli di Mulinello o di Enna; dal secondo, il percorso è più breve perchè copre appena 8 km. Uscendo a Mulinello, invece, si devono prima seguire le indicazioni per Valguarnera e poi ricongiungersi alla SS 117 bis di Enna.
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