Sicilia, il fantasma della “Bellina” vive a Erice

Erice non avrebbe bisogno di leggende e misteri per attirare folle di turisti. La bellezza di questo borgo medievale rimasto intatto, con un panorama mozzafiato su Trapani e le isole Egadi, è una meta che fa turismo già da sola. Eppure è impossibile resistere al mito della “Bellina”. E alla curiosità di incontrare il suo fantasma. Perché, che ci crediate o no, questo spirito è reale, tangibile, e potreste trovarvelo davanti anche voi. Anzi … tra i piedi!

La gente del posto lo sa. Quelle lunghe ombre scure che strisciano di sera tra i vicoli, o che sbucano di colpo nelle ore più calde del pomeriggio, non sono bisce. Sono la manifestazione autentica dell’anima della donna più bella mai vissuta in questa parte di Sicilia. Dunque non abbiate paura ma ammiratela e salutatela con rispetto. La sua storia, triste e romantica ad un tempo, vive per sempre tra le antiche pietre di Erice.

Storia di Bellina

Verso la metà del XIII secolo, in una Erice allora potente, viveva una donna bellissima e sola. Il suo nome vero si è perso nel tempo, ma tutti ancora oggi la chiamano “la Bellina”. In realtà non era bellina, ma bellissima. Lunghi capelli neri, pelle bianca, viso perfetto. Aveva centinaia di uomini ai suoi piedi e altrettante erano le richieste della sua mano da parte di nobili e meno nobili del paese.

Ma Bellina rifiutava tutti, perché il suo cuore era di un giovane soldato a cui aveva promesso amore eterno. L’anello che lui le aveva regalato era il simbolo di una unione che non doveva essere mai interrotta. A questo, però, non si rassegnava un ricco barone. E per ottenere l’amore di Bellina, questi organizzò una trappola con l’aiuto di un mago.

Il mago si finse gioielliere e riuscì ad ottenere l’anello della ragazza con la promessa di lucidarlo. Al momento della restituzione, Bellina non trovò innanzi a sé il gioielliere ma il crudele barone che tentò di baciarla. Non riuscendo ad avere la meglio su di lei, l’uomo inferocito gettò l’anello tra i rovi. Bellina si lanciò sulle spine per recuperarlo e si punse. Per effetto della magia nera procurata dal finto gioielliere, in quell’istante esatto venne tramutata in una biscia.

La Bellina e il fantasma della biscia

La vita di Bellina si fermò in quel momento. Non morì, ma non poté più nemmeno vivere come una ragazza normale. Da quel lontano giorno del XIII secolo, è condannata a reincarnarsi per sempre nelle bisce, finché non ritroverà l’anello perduto e si ritrasformerà in una donna.

Ma se tornasse donna oggi, sopravvivrebbe al dolore di essere giunta al XXI secolo mentre il suo amato soldato è morto 800 anni fa? Forse è proprio questa consapevolezza che impedisce a Bellina di recuperare l’anello. E forse resterà per sempre sotto forma di biscia, a vagare per le strade di Erice.

Non è raro incontrare dei serpentelli e delle bisce sulla collina dove sorge Erice. Alcuni si insinuano nelle cantine delle case e poi sgusciano in strada all’improvviso. Non sono velenosi, ma sicuramente fanno paura. Tuttavia, se penserete al dolore di Bellina, magari li guarderete con occhi diversi quando ve li ritroverete tra le scarpe. E, spostandovi di lato, li lascerete andare con un sorriso e una preghiera per l’anima in pena della giovane donna.

Erice e le sue meraviglie

Posta sulla cima di Monte San Giuliano (‘U Munti, per la gente di qua), che domina la città di Trapani, Erice esiste dal tempo degli antichi Greci. La forma che conserva ancora oggi è quella del XII secolo, quando i Normanni la strapparono al controllo degli Arabi e la fortificarono.

Si sale a piedi per le strette viuzze lastricate di pietra, tra antiche case anche esse di pietra. Da ammirare, oltre al borgo stesso in quanto tale: le Mura Fenicie (VIII secolo avanti Cristo), il Duomo dell’Assunta dal campanile merlato, la chiesa di San Giuliano che risalirebbe addirittura al III secolo dC e decine di altre chiese normanne. I palazzi nobiliari, al contrario, sono di epoca barocca.

Dal bellissimo Giardino del Balio ci si affaccia sulla costa occidentale della Sicilia e si possono ammirare, nel dirupo sottostante, il Castello di Venere e Torretta Pepoli. Quest’ultima è una costruzione recente (XX secolo) ma edificata con le linee architettoniche di un castello medievale. Infine, non si può non visitare il Quartiere Spagnolo – fortezza seicentesca oggi sede di una parte del locale Museo Etnoantropologico Antonio Cordici.

Informazioni utili

Erice si trova a pochi chilometri da Trapani. Domina la città dall’alto e si può raggiungere sia con la strada, che da valle si arrampica fino alla cima di Monte San Giuliano, sia con la funivia. La funivia è la scelta più indicata per i turisti, perché salendo vi permette di ammirare dall’alto la costa fino alle Isole Egadi!

Dal centro di Trapani esistono bus diretti che conducono direttamente alla stazione della funivia. Ovviamente l’aeroporto di riferimento per arrivare a Erice è quello di Palermo. Da Palermo a Trapani si arriva in meno di un’ora di autostrada.

In una sola giornata è possibile visitare Erice e Trapani, oppure Erice e le Saline di Marsala. Se il vostro soggiorno dura almeno una settimana potrete includere nel tour anche le Egadi, il centro di Marsala e spingervi fino a Mazara del Vallo.

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