Sorge isolato e possente come una fortezza, eppure è un edificio sacro. Uno di quelli che raccontano storie centenarie e anche di mistero. San Claudio al Chienti non è una chiesa qualsiasi, è un monumento nazionale – dichiarato tale nel 1902 – e un narratore di antiche gesta. Al suo nome infatti si lega quello prestigioso di Carlo Magno e alcune recenti ricerche, condotte sia dal professor Giovanni Carnevale che dallo studioso Domenico Antognozzi, legano la chiesa alla sacra sepoltura del grande sovrano.
Non solo: le nuove tesi – pare ormai confermate da più parti – indicano questa chiesa come il centro della corte carolingia, e non Aquisgrana, rivoluzionando i libri di storia. Di fatto queste tesi vengono riportate nei nuovi testi per le scuole e anche dalla stessa Germania provengono interessanti conferme. Carlo Magno dunque era marchigiano? La risposta a questa domanda è nascosta tra queste enormi mura. Andiamo a scoprirle.
San Claudio nella Valle del Chienti
La chiesa-fortezza di San Claudio sorge isolata poco fuori il comune di Corridonia (Macerata), a cui appartiene. Il territorio è quello della valle del fiume Chienti, che attraversa le Marche lungo 1300 km quadrati di superficie fino al mare. Le origini di questo edificio sono quasi sconosciute, ma si sa che veniva citato in documenti importanti fin dal secolo XI.
In effetti è uno dei più bei monumenti di architettura romanica delle Marche, tra i più antichi d’Italia. Fino al 2006 si credeva che la sua struttura richiamasse progetti tipici dell’architettura orientale (Bizantina). Studi più accurati l’hanno invece associata agli edifici medievali dell’Europa del Nord. Anche da queste somiglianze sono scaturiti i sospetti di un legame con la corte di Carlo Magno.
La struttura della chiesa si presenta come un enorme quadrato su due piani che ospitano altrettante chiese: la più antica nel piano inferiore e la più “recente” – comunque medievale – al piano elevato. Il quadrato è incorniciato da possenti mura e da quattro grandi pilastri. La forma è a croce greca, con tre absidi frontali e due ai lati. Completano il tutto due campanili circolari con finestre bifore che slanciano l’edificio.
I misteri di San Claudio al Chienti
Per molti secoli San Claudio al Chienti fu ritenuta una abbazia, o quel che ne restava, data la grande mole dell’edificio. Più tardi si capì che era nata come chiesa, anzi come “pieve”, e che forse si sviluppò come convento in un secondo momento. Dalla lettura di molti documenti antichi però sorge il dubbio che fosse una “abbazia imperiale”, facente parte di un complesso religioso molto ampio. Forse addirittura inserito in una reggia.
E questa reggia sarebbe quella di Carlo Magno. Un documento affidabile del 1550 parla dei “resti di un antico grande palazzo in valle del Chienti”, resti che oggi non sono più visibili ma che indicavano sicuramente la presenza di una reggia in questo territorio. Perfino una frase documentata dell’imperatore in persona – che si lamentava di “non poter vedere Bisanzio a causa di quello stagno” – fa pensare che avesse nostalgia dell’Oriente situato appena oltre il basso Mare Adriatico (“stagno”).
I documenti storici su Carlo Magno ci narrano dei suoi numerosi viaggi, incluso quello che effettuò in pochi mesi tra Roma, Aquisgrana in Germania e Spoleto. Con i mezzi del tempo era impossibile coprire certe distanze in così breve tempo … a meno che “la corte di Aquisgrana” non fosse in Germania. Ma in Italia stessa. In fondo è molto probabile che Aquisgrana derivi dalle parole “aquas grani” con chiaro riferimento a un santuario sito vicino a una fonte termale – Acque di Granno – proprio nelle Marche.
Le Marche ricche come la Francia
Ma perché il grande imperatore Carlo Magno avrebbe dovuto vivere nelle Marche? Molti documenti dell’epoca affermano che il territorio marchigiano era tra i più ricchi d’Italia. Viveva di fiorenti commerci via mare e via terra, possedeva molti castelli ed era controllato e sicuro. Potrebbe essere plausibile che un sovrano che puntava a conquistare molte terre, specie quelle di Roma, avesse cercato di insediarsi in questa regione ricchissima.
A quel tempo Aquisgrana, che oggi sorge in Germania, faceva parte dell’impero franco – la Francia – e per uno strano caso, ancora oggi nel dialetto di Ascoli Piceno, le Marche del sud vengono chiamate “la Francia”. Un richiamo a quelle antiche ricchezze? O alla presenza della corte del più grande imperatore del tempo? E ancora: nelle cronache della vita di Carlo Magno si parla dei suoi banchetti a base di olive, uva e vin cotto … . Tre specialità molto mediterranee e presenti tutt’ora nella tradizione culinaria delle Marche, non della Germania, né della Francia del nord.
A San Claudio la tomba di Carlo Magno
Se dunque la reggia di Aquisgrana si trovava qui, e non nella città tedesca che oggi porta quel nome, la chiesa di San Claudio al Chienti era la cappella palatina dove venivano incoronati e sepolti i re. Nel 2014, alcuni scavi mirati in base agli studi di Carnevale e Antognozzi, hanno portato alla scoperta di una mummia con rivestimenti regali. Potrebbero essercene altre e una di queste potrebbe essere la mummia dell’imperatore.
Se questo fosse confermato si dovrebbe ripensare a tutta la storia sulla vita e le azioni di Carlo Magno. Si potrebbe scoprire che magari era originario di queste regioni d’Italia, motivo per cui vi era tanto affezionato. In attesa delle rivelazioni che seguiranno, possiamo solo provare a immaginare la grandezza che ha toccato questi luoghi in passato.
Per seguire ed essere aggiornati sulla prossime presentazioni e ricerche, consultare il sito www.centrostudisanclaudioalchienti.org.
Altre informazioni
La chiesa di San Claudio al Chienti non è l’unico monumento della zona, sebbene sia il più prestigioso. Dopo la visita alla “chiesa di Carlo Magno” potreste spingervi a conoscere il territorio, partendo dal comune di Corridonia. Qui ci sono altre chiese romaniche, bellissime, da ammirare. In più, una antica casa trecentesca in ottime condizioni e le mura medievali del borgo – luogo che custodisce anche una interessante pinacoteca.
A pochi chilometri da Corridonia sorge Macerata, con il suo prezioso patrimonio storico e artistico. E 30 km più a nord, ecco Recanati, la città di Giacomo Leopardi. Bastano 20 minuti di strada per arrivare al mare, scoprire Civitanova Marche e passeggiare sulle sue spiagge.
Per arrivare a San Claudio al Chienti: in macchina, si raggiunge facilmente tramite l’autostrada A14 uscendo a Macerata/Civitanova Marche. Da qui ci si immette sulla SS77 direzione Tolentino e proseguire per Corridonia e Piediripa. Da Macerata si arriva direttamente con le Provinciali 63 e 34. In treno, la stazione è direttamente quella di Corridonia. Se arrivate in aereo, lo scalo più vicino è quello di Ancona– a 63 km dalla città.