Tindari, oggi frazione del comune di Patti nella provincia di Messina, è stata un tempo una città di grande rilevanza storica per la Sicilia settentrionale. Citata perfino da Cicerone come “Augusta Tyndaritanorum Nobilissima Civitas“, Tindari ebbe un ruolo strategico durante le guerre Puniche e servì come importante base navale romana per molti anni, fino a quando eventi naturali segnalarono l’inizio del suo declino.
Una frana devastante, seguita da due forti terremoti, distrusse gran parte delle abitazioni e colpì duramente la comunità locale, portando all’abbandono della città per diversi secoli. La sua fama venne tuttavia riscoperta nell’VIII secolo d.C., durante la dominazione bizantina, quando la statua di una “Madonna Miracolosa” riportò l’attenzione su questo angolo suggestivo della costa siciliana, la madonna di Tindari spiaggia.
Le spiagge di Tindari e la riserva dei Laghetti di Marinello
La spiaggia di Tindari offre un paesaggio spettacolare, caratterizzato dai Laghetti di Marinello, piccoli specchi d’acqua formati naturalmente lungo la costa. Circondata da dune di sabbia dorata e acque cristalline, la spiaggia è un luogo ideale per rilassarsi e osservare la fauna locale, tra cui diverse specie di uccelli migratori.
La laguna è oggi una riserva naturale protetta a ingresso libero. Si raggiunge tramite autostrada Palermo-Messina, uscendo a Falcone e seguendo le indicazioni per il paese di Oliveri e quindi per Laghetti di Marinello. Nonostante siano strettamente collegati a Tindari e al suo santuario – che domina dall’alto – i laghetti non hanno nulla a che fare con il paese.
Gli specchi d’acqua salata cambiano forma e dimensione a seconda delle maree e delle mareggiate. In estate sono presi d’assalto dai turisti, dato che si trovano a ridosso di un residence balneare. Ma in primavera e in autunno sono una distesa immensa di sabbia e acqua da esplorare liberamente, facendo sempre attenzione al livello della marea.
Le leggende della spiaggia di Tindari
Mentre passeggiate tra i laghetti di Marinello, alzate gli occhi sul promontorio del Santuario. A soli 100 metri di altezza sulla laguna vedrete una grotta che si apre nella roccia. Qui aleggia un’altra leggenda strana. Pare, infatti, che le navi che in passato naufragavano da queste parti perdessero misteriosamente parte dell’equipaggio e delle merci.
Ciò era dovuto a una “maga” orribile che viveva in quella grotta. Mostrandosi sotto forme seducenti ai marinai li attirava tra le rocce e poi li divorava, trattenendo per sé i loro tesori. Della maga non ci sarebbe più traccia da secoli, ma pare che il tesoro sia ancora sepolto nella grotta. Ma chi avrà mai il coraggio di salire fin lassù a controllare?
Madonnina di Tindari: leggenda e santuario
La leggenda della Madonna di Tindari racconta che, durante una grande carestia, una nave diretta in Oriente naufragò ai piedi del promontorio di Tindari. Intrappolata nella laguna sabbiosa, la nave non riusciva a ripartire, e i marinai, pensando fosse colpa del peso eccessivo, svuotarono le stive. Tuttavia, la nave continuava a rimanere incagliata. Alla fine, sull’imbarcazione rimase solo una statuetta di legno raffigurante una Madonna Nera, che venne scaricata sulla spiaggia. Miracolosamente, la nave riuscì a liberarsi dalle sabbie e riprendere il mare. Gli abitanti, che usarono le provviste abbandonate per superare la carestia, considerarono l’evento un segno divino, attribuendo alla Madonnina Nera di Tindari un potere miracoloso.
Un’altra storia riguardante la madonna di Tindari leggenda e tramandata come miracolo riguarda una donna che, durante una visita al santuario, iniziò a dubitare ad alta voce della sacralità della Vergine. La sua bambina, giocando all’esterno, scivolò da una delle terrazze e cadde nel vuoto lungo il promontorio. Disperata, la madre corse alla spiaggia, convinta che la piccola fosse morta, ma la trovò viva e illesa su un monticello di sabbia che si era formato improvvisamente nella laguna. Tornata in cima con la figlia tra le braccia, la donna notò che la spiaggia, fino a quel momento lineare, aveva assunto la forma di un volto femminile con le braccia tese, come se la Madonna Tindari stessa avesse accolto e salvato la bambina.
Secondo un’altra versione simile della leggenda, il mare si sarebbe ritirato all’improvviso per salvare un bambino che si era perso sulla spiaggia, impedendogli di annegare tra le onde. La laguna di Tindari, conosciuta anche come Laghetti di Marinello, è famosa per i suoi mutamenti: la spiaggia si sposta e si rimodella continuamente, assumendo spesso forme curiose, talvolta simili a figure umane. Uno spettacolo affascinante e misterioso, che sembra dare vita ai racconti tramandati nel tempo.
Santuario della Madonna Nera di Tindari
Sulla cima del promontorio venne costruito un tempio per custodire la statua, che porta ancora oggi la scritta latina “Nigra Sum Sed Formosa”, ovvero “anche se sono nera sono bella”. Più volte distrutto, il santuario di Tindari madonna fu ricostruito nuovamente nel XVI secolo e poi nel 1979. La chiesa che si vede oggi, quindi, è moderna e ha pochi richiami a queste vicende bizantine. Ma custodisce, nel silenzio, bellezze e misteri. O miracoli, se preferite.
Il Santuario Madonna Nera Sicilia è un importante luogo di pellegrinaggio in Sicilia, attirando migliaia di fedeli ogni anno. Dall’interno, le ampie vetrate offrono una vista mozzafiato sui Laghetti di Marinello e sulla costa sottostante. Tra gli elementi degni di nota vi è anche l’altare maggiore, realizzato con marmi pregiati e decorato in stile moderno, che pone al centro l’immagine della Madonna Nera, venerata da secoli per la sua capacità di concedere grazie e protezione ai fedeli.
Cosa fare a Tindari e dintorni
Oltre alle bellezze naturali e misteriose, a Tindari spiaggia e nel suo comune – Patti – c’è altro da vedere. Il Santuario di Tindari, sebbene ormai si presenti in forma moderna, racchiude decorazioni bellissime che imitano lo stile bizantino dei mosaici e del rito orientale. Non lontano dalla chiesa sorgono i resti della città greco-romana: la basilica, la fortificazione, il teatro, le terme.
Spostandosi a Patti, invece, sono da ammirare: il bellissimo Duomo di San Bartolomeo (XI secolo) arricchito all’interno da cappelle barocche, tra cui quella di Santa Febronia. Qui si trova la tomba di Adelasia, moglie del Gran Conte Ruggero I di Altavilla, e madre del primo Re di Sicilia. Fuori paese si può visitare una Villa Romana che non ha nulla da invidiare a quella di Piazza Armerina.
Informazioni pratiche per visitare Tindari
Il periodo migliore per visitare Tindari è tra primavera e inizio autunno, quando il clima è mite e le giornate soleggiate permettono di esplorare le spiagge e i sentieri naturali in tutta comodità. In estate, le temperature possono essere elevate, rendendo particolarmente piacevole una giornata al mare o una passeggiata serale al Santuario. La primavera offre un clima ideale per attività all’aperto, come escursioni e visite culturali, senza il caldo intenso dei mesi estivi.
Come raggiungere Tindari
Lungo la strada Messina-Palermo, uscendo direttamente a Patti oppure, per andare ai laghetti di Tindari, uscendo a Falcone. L’aeroporto più vicino è quello di Catania-Fontanarossa (158 km) ma lo scalo di Palermo sebbene distante 162 km si raggiunge con un percorso più lineare.
IMPORTANTE: il Santuario di Tindari non si può raggiungere in macchina. Le auto si lasciano al parcheggio ai piedi del promontorio e si utilizzano i bus navetta per arrivare in cima.
Orari e biglietti: per visitare l’area archeologica di Tindari e la Villa Romana di Patti si paga biglietto unico. Intero 8 Euro, ridotto 4, validità tre giorni dalla emissione. Ingresso da martedì a domenica, ore 9-16 (inverno) e 9-19 nei mesi estivi. Chiuso tutti i lunedì.
Dove dormire a Tindari
A Tindari e nei suoi dintorni è possibile trovare diverse opzioni di alloggio e alberghi di lusso per un soggiorno confortevole e vicino alle principali attrazioni. Sono presenti B&B accoglienti e appartamenti vacanza che offrono vista sul promontorio e sulla costa, ideali per chi desidera esplorare il Santuario e la spiaggia con facilità. Per chi cerca un’esperienza più immersiva nella natura, vi sono anche agriturismi nelle vicine campagne siciliane, perfetti per godersi la tranquillità e la bellezza del paesaggio locale.