In Sicilia, sul percorso delle Chiese Basiliane

Avete mai visto le chiese basiliane di Sicilia? Molto probabilmente almeno una sì. Specie se siete abituati a raggiungere l’isola a bordo dei traghetti che solcano lo Stretto di Messina. Perché una delle più famose – sebbene non visitabile! – è proprio racchiusa all’interno della falce del porto messinese. Anzi, è proprio quel bastione con la colonna della Madonnina che vi accoglie con la scritta VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS.

Di questa antica chiesa dedicata al Santissimo Salvatore oggi resta ben poco, ed essendo zona militare anche quel poco è interdetto al pubblico, salvo occasioni particolari. Ma è un benvenuto simbolico perfetto per chi volesse iniziare un itinerario turistico-religioso sulle orme di San Basilio e della sua eredità, in Sicilia. Vi sorprenderà scoprire la bellezza di questi monumenti che occupano per lo più la parte nord-orientale dell’isola.

Basiliani in Sicilia

San Basilio, nato nel 330 e morto nel 379, visse e operò nella attuale Turchia ai tempi del primo cristianesimo. A lui si devono alcuni cambiamenti fondamentali delle leggi e della liturgia delle celebrazioni cattoliche moderne, ma soprattutto fu lui a cambiare l’idea della vita monacale.

Prima di San Basilio, infatti, i monaci vivevano soli o al massimo in due o tre negli eremi, lontano dal mondo. San Basilio e il suo ordine furono i primi a impostare una vita di comunità, in monasteri inseriti nelle città o comunque nei loro dintorni.

Chiusi da mura, ma non isolati. Inglobata nella cultura greco-bizantina, la Sicilia conobbe l’ordine basiliano fin dal VI secolo – nel resto d’Italia sarebbe divenuto famoso solo otto secoli più tardi. Ed ecco perché l’impronta di San Basilio, e soprattutto delle sue chiese monastiche, qui è tanto forte.

Chiese Basiliane, le più conosciute

L’itinerario basiliano formerebbe un anello che inizia e finisce a Messina, passando per l’Etna, i Peloritani e la costa tirrenica. Ma non occorre seguirlo tappa per tappa, potete benissimo informarvi sulle singole chiese e poi scegliere quali visitare, quando e come. Almeno tre sono molto famose, ed è possibile che le abbiate già viste durante un viaggio in Sicilia.

Come detto, la chiesa di San Salvatore – o meglio Forte Santissimo Salvatore – a Messina, è il bastione che chiude un lato del porto e che accoglie tutti i visitatori che arrivano in traghetto. Potete ammirare quel che ne resta solo da lontano. A meno che non prenotiate per tempo le Giornate Fai o i Percorsi di Primavera che, di tanto in tanto, consentono di entrare nell’area militare che oggi lo racchiude.

Ma sicuramente potrete visitare senza problemi Santa Maria di Maniace (XII secolo), la chiesetta normanna situata dentro il Castello di Nelson. Il castello – in realtà una villa settecentesca tra Bronte e Maniace – è la seconda attrattiva turistica della zona, dopo il pistacchio! La chiesetta è quel che resta del monastero basiliano sulle fondamenta del quale venne edificata la residenza dell’ammiraglio Nelson.

I più fortunati avranno già visto, anche solo in cartolina, la spettacolare cattedrale normanna dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, a Casalvecchio Siculo. La chiesa, ottimamente conservata con la sua struttura in mattoni rossi, risale al 1170. Ma fu costruita sulle fondamenta di un antico monastero basiliano dell’anno 560.

Percorso Basiliano nel messinese

Restando nel messinese, oltre a Santi Pietro e Paolo di Agrò, potrete ammirare la chiesetta di Santa Maria di Mili, non troppo distante dalla prima. Si tratta di una costruzione normanna edificata, anche essa, sui resti di un monastero basiliano. Oggi purtroppo la chiesetta è in abbandono, semi nascosta dalle sterpaglie sulla sponda del torrente Mili.

Si trovano invece dentro il perimetro abitato la cappelletta di Santo Stefano Briga e la Cuba di Milazzo. Santo Stefano Briga, nel paese omonimo, è tutto quel che resta del grandioso monastero che qui sorgeva nel XII secolo. La Cuba di Milazzo si può ammirare in pieno centro storico ed è una delle ultime costruzioni basiliane (XIV secolo).

Ben tenuta e visitabile è la chiesa di San Filippo Demenna,  nel paese di Frazzanò. Risale al 495 sebbene sia stata ingrandita nell’anno Mille. Simile ai Santi Pietro e Paolo di Agrò è la chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Itala. Da ricordare ancora, in provincia di Messina, la chiesetta di San Pietro Deca a Torrenova e i ruderi di Monte Castellaccio a Gallodoro.

Chiese Basiliane tra Catania ed Enna

Fuori dal percorso standard messinese, l’anello del nostro itinerario si allarga alle province di Catania e di Enna. Girando intorno all’Etna, oltre la chiesina di Maniace già citata, si trova la cappelletta di San Michele Fulgerino a Piedimonte Etneo. Una chiesa piccolina che però testimonia il ricordo di un ben più grande monastero.

Sul fianco nord del vulcano, poco fuori la città di Randazzo, si trovano pochi ruderi di un antichissimo monastero basiliano: San Giovanni Psycro in contrada Feudo Imbischi. Notevoli le due absidi ancora in piedi. Ma l’edificio più spettacolare si trova in provincia di Enna.

San Michele Arcangelo è una grande chiesa seicentesca in rovina che si eleva tra i pascoli, fuori Troìna. Nonostante il rifacilmento del secolo XVII si tratta della costruzione originaria basiliana di un monastero del 1080. Le dimensioni della chiesa lasciano solo intuire quanto fosse esteso questo complesso monastico. Secondo le testimonianze di archivio, pare che custodisse al proprio interno una delle più grandi biblioteche di Sicilia!

Informazioni sull’itinerario Basiliano

L’itinerario delle chiese basiliane non è ancora una meta richiesta, nel panorama del turismo culturale siciliano. Per lo più viene organizzato per i pellegrini locali. Tuttavia alcune agenzie turistiche lo propongono ai visitatori. Ci si sposta con mezzi propri, con auto a noleggio o con i pulmini forniti dal tour operator.

Per andare sulle tracce dei Basiliani conviene far base a Messina, dato che la maggior parte dei monumenti si trovano nei dintorni della città e nella sua provincia. A Messina si arriva, ovviamente, con il mezzo più diretto: il traghetto. Chi arriva in aereo può atterrare a Catania, il cui scalo “Fontanarossa” dista appena un’ora di autostrada dalla città dello Stretto.

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