La Penisola del Sinis in Sardegna è un territorio da scoprire. Si estende verso il mare, un po’ tagliata fuori dai grandi itinerari turistici. E se ancora non lo avete fatto vi invitiamo a venire a godervela nelle stagioni fredde, quelle meno affollate ma altrettanto piacevoli per visitare questa regione che offre molto sia dal punto di vista naturalistico sia dal punto di vista archeologico e culturale. In ogni caso, qualunque sia la vostra scelta del periodo, la Sardegna è sempre bellissima. La terra del Sinis è un angolo molto particolare della Sardegna. Qui permane un’atmosfera selvaggia e primitiva. Un po’ come i monumenti e i ritrovamenti che si possono ammirare nei suoi musei.
La Penisola del Sinis
La penisola del Sinis si estende sulla costa occidentale della Sardegna, tra Capo Mannu a Capo San Marco e ha come punto di riferimento turistico la cittadina di Cabras. Per valorizzare questo territorio non del tutto conosciuto la Fondazione Mont’e Prama, istituzione nata per la tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale, ha lavorato a itinerari multipli.
In base alla zona che si decide di visitare si intrecciano panorami naturali, zone archeologiche, bellezze architettoniche ed eventi tradizionali e culturali formando un unico racconto che avrà un sapore di Sardegna profondo e bellissimo.
Cabras e le sue bellezze
Cabras cittadina con meno di diecimila abitanti, vive una dimensione tranquilla e rilassante. Circondata da una natura spettacolare, è abitata fin dal neolitico e ha la forma e la funzione di centro urbano dal secolo XI. Oggi è famosa per lo più per le sue riserve naturali protette, come lo Stagno di Cabras e la Riserva Marina di Penisola del Sinis e Isola Mal di Ventre, habitat di migliaia di uccelli migratori. Ma la sua bellezza turistica è data anche dai ritrovamenti archeologici.
Mont’e Prama e il suo museo archeologia
Il Museo Civico Giovanni Marongiu di Cabras raccoglie diverse testimonianze dei tempi antichi di questa penisola. Si suddivide in tre sale dedicate ai Nuraghe in generale, alle tombe dei Giganti e alle esposizioni temporanee. Con oltre 60 sculture di forma animale e umana, questi ritrovamenti antichissimi formano il cosiddetto “Patrimonio di Mont’e Prama”. A quelli esistenti dovranno aggiungersi in futuro altri reperti ad oggi custoditi a Cagliari, ma già pronti a tornare “a casa” per diventare l’ennesimo percorso turistico di Cabras.
Cabras marittima: San Giovanni di Sinis
La parte più romantica di Cabras è San Giovanni di Sinis. Questo borgo conserva alcuni esempi di antiche capanne di pescatori, costruzioni che qui un tempo erano numerose. Gli abitanti sembrano vivere anche loro al ritmo lento dei tempi passati e sono ben felici di accompagnare i turisti alla scoperta di altre meraviglie: la Torre di San Giovanni, per esempio, edificata alla fine del XVI secolo; la collina panoramica di Tharros con l’area archeologica omonima; la chiesina dedicata a San Giovanni Battista e il suo misterioso “cimitero pagano”.
Tharros e gli altri siti archeologici
Nella penisola del Sinis si trovano diversi siti archeologici: il sito di Tharros è sicuramente il più suggestivo anche per via della vista sul Golfo di Oristano che si gode da lassù. Si trova all’estremità meridionale della penisola e mostra i resti di una città cartaginese ( VII sec. a.C.) successivamente divenuta romana e bizantina.
La visita si svolge come un unico itinerario che tocca la necropoli, il tofet (santuario fenicio-punico), il tempietto di capo San Marco, il tempio monumentale e l’antico porto punico. L’insediamento più antico del territorio si trova invece a Su Murru Mannu e conserva ancora le tracce della cultura nuragica.
Un altro luogo ricco di storia è l’ipogeo di Villaggio di San Salvatore. Il villaggio formato da tante piccole case a schiera è abitato soltanto in estate, mentre in inverno diventa meta dei turisti curiosi. La sua chiesetta sorge su un antico ipogeo decorato da antiche iscrizioni e da disegni che ancora oggi si possono ammirare.
Sinis, un territorio da riscoprire
Di recente le visite e le richieste di visita alla penisola del Sinis sono in aumento. Questo grazie alla promozione del territorio svolta dal museo e dalla Fondazione Mont’e Prama ma anche grazie al crescente interesse verso un’archeologia pre cristiana mistica e misteriosa, che in Sardegna certo non manca.
Chi viene al Sinis, oltre alla storia trova anche una natura che affascina e un mare – inutile dirlo – che soddisfa ogni sogno di relax e di vacanza. Se potete permettervi un soggiorno a Cabras e nei suoi dintorni non esitate a prenotare. Sarà un’esperienza ricca di ogni aspetto – culturale e naturale – che rende una meta turistica speciale.
Come arrivare al Sinis
Per arrivare a Cabras e al Sinis, una volta atterrati a Cagliari o a Olbia, potrete proseguire facilmente lungo la Statale 130 (da Cagliari) per un tragitto di un’ora e tre quarti, o sulla Provinciale SP 24 (da Olbia), guidando per due ore. Da Alghero, Cabras si raggiunge in due ore e un quarto, guidando sulla Statale 292.