Il percorso delle stelle al Monastero Solovetski in Russia

C’è un luogo “di mezzo”, carico di quella magia che solo i luoghi “di mezzo” possiedono. A metà tra due mondi, tra due culture, tra due mari, tra due dimensioni … i luoghi di mezzo sono quelli più affascinanti da scoprire. E per conoscere questo, il Monastero di Solovetski, bisogna arrivare in un angolo lontanissimo della Russia del Nord.

A due passi dalle penisole scandinave. A ridosso del mare più freddo del mondo. Tra terra e mare, tra Asia ed Europa, terra di mezzo appunto.  Le Solovetski sono un arcipelago di sei isolotti abitati e almeno un altro centinaio deserti su cui, un tempo, alcuni monaci vennero a cercare meditazione e riparo.

Il monastero, ricco di storia e di misteri, sorge sull’isola principale – Bolshoj Solovskj – e oggi è patrimonio importante per la Russia e per il mondo, riconosciuto dall’UNESCO, insieme alle isole Riserva Naturale dal 1974. Spingersi fin quassù non è uno scherzo, bisogna volerci arrivare fortemente. Ed ecco perché dovreste lasciarvi incantare dal Monastero di Solovetski.

Monastero di Solovetski, storia di un’oasi gelida

Tutto ebbe inizio da due soli monaci. Due meditativi provenienti dal convento di Kirillov e desiderosi di darsi totalmente all’eremitaggio in un luogo lontano da tutto, tranne che da Dio. Scelsero non a caso le gelide isole Solovetski e sulla più grande, l’isola Bolshoj, fondarono il loro piccolo rifugio. Era la metà del XV secolo.

Nell’arco di cento anni quel piccolo centro di preghiera era divenuto meta di altri monaci e di tanti pellegrini. Fu necessario ampliare i locali, le chiese, i giardini e costruire mura difensive. Per proteggersi dalle maree, prima, e dai nemici poi. Nel XVII secolo furono aggiunti alle mura i torrioni e il fossato. In effetti, grazie a queste migliorie, il posto riuscì a resistere ad attacchi di eserciti sia stranieri che, in certe occasioni, nazionali!

Dopo la rivoluzione russa, nel 1918, i monaci dovettero lasciare il monastero-fortezza, che divenne una delle prigioni più terribili della nuova Russia. Pare che qui morirono oltre 10.000 persone nel silenzio generale. Se ne scoprirono i crimini solo alla caduta dell’isolamento sovietico, nel 1991. Da allora, il monastero è stato restituito alla chiesa russa che lo ha trasformato in museo della memoria.

Il misterioso percorso delle stelle

Le isole Solovetski esistono dalla preistoria e sono state abitate, a periodi alterni, sempre. Oggi si trovano importanti reperti archeologici un po’ ovunque, e a maggior ragione sull’isola più grande, Bolshokj Solovskj.  Quelle che inizialmente sembravano solo pietre disposte a casaccio si sono dimostrate dei simboli pensati e ben precisi.

Cumuli di pietre piccole sulle quali venivano posti in equilibrio dei grossi massi, labirinti formati da muretti di pietra con curvature ben precise, cumuli di terra allineati secondo un ordine misterioso … tutto questo è come un enorme codice che gli studiosi di archeologia hanno cercato di interpretare insieme agli astronomi.

Anche gli esperti di misteri collegati alle stelle hanno preso parte agli studi e si è arrivati alla conclusione che almeno 10 su 14 di questi strani “percorsi” archeologici hanno un riscontro nella mappa stellare in cielo. Le costellazioni che sembrano indicare tali percorsi sono la Vergine, Sirio e il Cane Maggiore. Come mai? Che significato rivestivano per la cultura antica delle isole?

Il Monastero di Solovetski si trova al centro di una linea che collega il Monte Centrale dell’isola al Monte Sekinaya, dove per “monte” si intende il cumulo di terra creato dalle popolazioni preistoriche. Si viene a formare così un triangolo rettangolo posizionato in modo da dominare il sorgere e tramontare delle costellazioni sopra indicate. Anche qui, il mistero aleggia nell’aria e non è ancora stato decodificato.

Il Monastero Solovetski oggi

Oggi, il Monastero Solovetski è un museo che raccoglie nei propri locali mostre, reperti, testimonianze e foto del terribile periodo dei gulag sovietici. Uno dei pochi musei in cui si mostra la pesante storia dell’era comunista senza maschere né remore. Ma, da quando nel 1992 è tornato nelle mani della chiesa ortodossa, da più parti si denuncia una costante trasformazione del museo.

Pare che, con discrezione ma con altrettanta determinazione, i monaci stiano cancellando il ricordo dei gulag eliminando – man mano – oggetti e testimonianze di prigionia, torture o presenza militare. Non si capisce perché ciò stia avvenendo, ma dopo il cinquantesimo anniversario della nascita del museo (nel 2017) questa cancellazione della memoria sta accelerando sempre più.

Per fortuna non vengono ancora intaccati i riferimenti archeologici e i misteriosi percorsi delle stelle, ma se si vuol cogliere l’unicità di questo museo occorre prenotare in fretta una visita.  Il museo ancora oggi offre circa 20 tour diversi, non solo sul sito del convento ma anche nelle isole dell’arcipelago. Le escursioni sono a tema, diverse da stagione a stagione, e sono a pagamento.

Il sito del museo è scritto solo in russo, per cui per chiedere informazioni su tariffe, orari e simili è bene scrivere con largo anticipo alla email: museum@solovky.ru .

Come arrivare al Monastero Solovetski

La cittadina di riferimento per imbarcarsi verso le isole è Arcangelo, capoluogo della omonima regione. Dunque prima dovrete arrivare a Mosca o San Pietroburgo e da questi aeroporti prendere le coincidenze verso Arcangelo. In alternativa si può prendere il treno, ma il viaggio è lunghissimo – 25 ore da Mosca, 21 ore da San Pietroburgo.

Da Arcangelo si può raggiungere l’isola Bolshoj Solovskj tramite piccoli aerei bimotore che però non sempre partono, a causa dei forti venti. O in alternativa, prendendo un bus o un treno da Arcangelo sulla linea per Murmansk, scendendo a Kem o a Belomorsk si prendono i traghetti diretti. Sull’isola c’è la possibilità di fermarsi a dormire presso il Solovetski Hotel.

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