Basilicata: San Vito a Maratea ed i suoi misteri

A Maratea, in uno dei centri più belli della Basilicata, sorge una piccola chiesa al limitare di un bosco: San Vito. Potrebbe essere l’inizio di una fiaba, invece è un interessante percorso alla scoperta di antiche storie e misteri del passato. Iniziamo col dire che a Maratea non “sorge solo una piccola chiesa”, ma ce ne sono decine. Viene infatti chiamata “la città delle 44 chiese”.

La bellezza degli edifici religiosi di questa città è famosa in tutto il Meridione, e non solo. Dopo la grande statua del Cristo Redentore che domina la valle da Monte San Biagio, le chiese sono i monumenti più affascinanti di Maratea. Tutte meritano attenzione, ma alcune molto più di altre. Alcune sono opere d’arte, ma anche opere che raccontano misteri non ancora risolti.

Maratea e la sua storia millenaria

Bisogna conoscere la storia di Maratea per seguire i suoi itinerari del passato. Un centro abitato fin dal Paleolitico, terra di antichissimi villaggi agricoli soppiantati – dal III secolo avanti Cristo in poi – da nobili residenze Romane. Era un luogo di vacanza molto ambito, a quel tempo, anche grazie alla vicinanza al mare. Nel corso dei secoli, e specie nel Medioevo, per salvarsi dagli attacchi esterni l’abitato si spostò più verso l’interno, salendo in quota su Monte San Biagio.

Il primissimo accenno al “borgo di Marathìa” risale all’anno 1079. Il nome deriva dalla pianta di finocchio selvatico, molto comune in quella zona, e principale prodotto agricolo per l’economia medievale. Il periodo produttivo di Maratea subì un forte rallentamento durante il Regno delle Due Sicilie e un decadimento dopo l’Unità d’Italia. La città ha ripreso energia grazie al turimo nel secondo Novecento, puntando sempre più sulle proprie bellezze naturali e storico-artistiche.

Le chiese di Maratea

Le chiese di Maratea sorgono tra il monte e il mare, quasi adagiate all’ombra del Cristo Redentore (statua realizzata nel 1965) che sorveglia quei tesori del passato dalla realtà dei tempi moderni. Un accostamento – nuovo e vecchio – che non disturba, perché le chiese di Maratea coprono diverse epoche. La chiesa madre di Santa Maria Maggiore (Assunta) è un edificio semplice costruito tra il XV e il XVI secolo, con interni ricchi di colore e bellezza in stile barocco.

Il cuore antico delle chiese locali è però la Basilica di San Biagio, edificata su un antico tempio dedicato a Minerva e consacrata al patrono di Maratea nell’anno 732. La chiesa che vediamo oggi però risale al XVII secolo, a completamento dell’edificio già restaurato nel Quattrocento. Il campanile fu aggiunto nel 1741. L’Annunziata è un piccolo gioiello cinquecentesco – recuperato nel XVIII secolo – del centro storico, con decorazioni interne di tipo barocco.

Altre chiese di valore sono l’Addolorata, l’Immacolata (costruita sulla antica chiesa di San Pietro), l’eremo Madonna degli Ulivi, Madonna del Rosario … tra le tante. San Vito, però, merita un discorso a parte per via della sua storia collegata al passaggio dei cavalieri Templari in Basilicata.

San Vito, la chiesa dei misteri

Leggendo le informazioni su San Vito, non sembra avere nulla di particolare se non l’essere una delle chiese più antiche di Maratea. Fu infatti costruita nel X secolo, forse come cappella di un eremo Basiliano ai margini del bosco di Monte San Biagio. La chiesa fu poi rimaneggiata più volte, e nel 1800 venne innalzato il campanile. Lavori di restauro recenti hanno riportato alla luce la parte quattrocentesca del piccolo edificio, con bellissimi affreschi intorno all’abside. Oltre a queste immagini antiche, colpiscono in San Vito i sedili scavati direttamente nella pietra.

La pietra, la “terra nuda”, è l’elemento fondamentale di questa chiesa. E ha un significato importante. Ad esempio, alcuni massi delle sue fondamenta sono ben visibili. Religiosamente questo simboleggia la “casa di Dio costruita sulla roccia”, quindi indistruttibile. Ma qui la leggenda collega le pietre a vista con antichi culti pagani che usavano “l’energia della terra” come rito magico. Chi poggiava la schiena a questi massi ne riceveva benefici in salute e spirito!

Il mistero della “energia della pietra” non è l’unico che pervade San Vito. Misteriosa è anche l’immagine dell’affresco del santo, che presenta ferite alle gambe – elemento che nella storia di San Vito non esiste. Al centro della volta a crociera, ecco un’altra immagine strana: un capretto (l’Agnello di Dio?) sopra una struttura non identificata.

La cornice a pentagono che lo racchiude fa pensare per lo più al capro baphomet” simbolo dei Cavalieri Templari. Il caprone era infatti il “custode del tesoro dei cavalieri” il che fa immaginare chissà quale prezioso carico nascosto in questa chiesetta. Le croci coperte di rose appaiono nelle mattonelle di fronte all’altare, togliendo ogni dubbio sulla presenza Templare in questo luogo nel passato.

Spiagge e mare

Il viaggio tra i misteri Templari di Maratea vi farà scoprire una città dal sapore antico e dal fascino immortale. Ma tra una visita guidata e l’altra, non dimenticate che Maratea è anche mare. Bellissime spiagge e paesaggi da sogno, certamente ottimi per il vostro relax. Trentadue chilometri di costa sul Tirreno vi mostreranno le meraviglie di zone come Acquafredda, la selvaggia e incontaminata Cersuta, la più turistica ed elegante Fiumicello Santavenere.

Anche Marina di Maratea è turistica e molto frequentata, così come le spiaggette a ridosso del centro, quelle intorno al porto. Da non perdere Castrocucco, una spiaggia che termina con una lingua di terra collegata a un isolotto verde. Sull’isolotto sorgono i ruderi di un edificio che un tempo fu una villa elegante, chiamato Castello Castrocucco. Per chi ama le immersioni, di fronte a questa spiaggia sorge “la Secca”, una caletta rocciosa dai fondali pericolosi per le navi … ma splendidi per i sub.

Come arrivare a Maratea

Per visitare San Vito e le altre bellezze di Maratea  percorrete la autostrada A2. Se arrivate da nord potrete uscire: a Maratea Nord, Maratea Centro o Maratea Sud. Chi arriva dalla Calabria può raggiungere Maratea tramite la A2, uscendo a Falerna e proseguendo da lì sulla SS 18.

Maratea ha la propria stazione ferroviaria, per chi viaggia in treno. Mentre per arrivare in aereo, atterrerete a Lamezia Terme (lo scalo più vicino) oppure a Napoli-Capodichino. I collegamenti sono garantiti dai bus interregionali.

Fotografie di: Archivio APT Basilicata

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