Attenzione a non fidarvi delle apparenze! Acerenza, in provincia di Potenza, non è il quieto paesino di collina che appare ai vostri occhi in tutta la bellezza del paesaggio lucano. Tra quei vicoli medievali, tra le meravigliose chiese, aleggiano misteri a volte inquietanti altre volte emozionanti. I fantasmi dei cavalieri Templari ma anche l’eco lontana della leggenda di Dracula fanno parte del fascino di questo luogo.
E se non siete appassionati di occulto e di misteri medievali, ad Acerenza troverete comunque l’anima tipica della Basilicata. Quell’intreccio, cioè, che mette insieme storia, natura e vita semplice creando una località per vacanze davvero rilassanti. Da Acerenza partono anche itinerari interessanti, che vale la pena seguire e conoscere.
Acerenza, dal medioevo ad oggi
Acerenza conta appena 2000 abitanti e ha l’aspetto di un semplice paesino di campagna, abbellito da monumenti antichi. Ma proprio tramite quei monumenti si legge una storia molto più ricca e complessa, che richiama un centro un tempo importantissimo per la Lucania. Non si sa esattamente quando fu fondata, ma nel V secolo era già una delle diocesi più importanti del Sud Italia!
Nel VI secolo, l’imperatore Giustiniano in persona sceglie Acerenza come presidio militare confermando la sua importanza strategica. Fu contesa per anni da Longobardi e Bizantini e nessuno voleva perderne il dominio. Tra l’anno 1000 e il 1194 Acerenza è una città ricca, importante e molto famosa. Il declino comincia dopo il saccheggio ad opera di Enrico VI – padre dell’imperatore Federico II. Pur essendo stata recuperata come feudo, iniziò una lenta decadenza proprio a causa del passaggio di mano in mano.
Al tempo dell’Unità d’Italia era ridimensionata a borgo e tale è rimasta fino ai giorni nostri. Pur conservando una grande importanza, geograficamente e storicamente, Acerenza oggi punta al turismo. Un turismo che non è fatto solo di bellezza ma anche, come detto, di mistero.
Cosa vedere ad Acerenza
Acerenza ha un centro storico molto piccolo, con pochi monumenti importanti, per lo più chiese antiche. Sono sicuramente da visitare: la grande fontana di San Marco, in stile neoclassico; il busto dell’Imperatore Romano Giuliano; l’antico convento (XV secolo). La chiesa di San Laviero Martire ricorda uno dei primi martiri cristiani, originario del posto: è un edificio che risale al 1065 sebbene gli interni siano oggi prettamente barocchi.
Spettacolare la Sala degli Stemmi, dentro il Palazzo Vescovile. Un salone affrescato nel 1709 con decine di stemmi araldici ma anche con vedute del territorio circostante come era al tempo. Ammirarla è come fare un viaggio indietro di secoli e trovarsi in una Basilicata primitiva e bellissima. Ma ovviamente il monumento più importante del paese è la cattedrale.
La cattedrale dedicata a Maria Assunta e San Canio Vescovo è la culla dell’arte e del mistero di Acerenza. L’edificio principale fu innalzato nel 1080, in stile Romanico-Gotico. In seguito fu completato secondo gli stili nuovi dei secoli successivi, infatti la cripta risale al 1500 e i campanili furono aggiunti nel XVIII secolo. Il busto dell’imperatore Giuliano è custodito al suo interno, insieme allo splendido polittico della Cappella di Destra (1583), opera di Antonio Stabile e alla Pietà – opera dello stesso artista – nell’altare del transetto sinistro. Ma la cattedrale di Acerenza nasconde molto altro.
I misteri della cattedrale
Molte voci, autorevoli e non, indicano la Basilicata come terra di origine di Ugo de’Pagani, fondatore dell’ordine dei Cavalieri Templari. Non si sa quanto sia vero, ma è certo che la Basilicata ha fornito eserciti interi alle Crociate e che molti borghi lucani erano presidi dei Templari durante il Medioevo.
Acerenza è stata uno di questi presidi per anni. Le “tracce” dei Templari si riconoscono in molte architetture del centro storico e in alcuni dettagli della stessa cattedrale. Una piccola finestra murata nella cripta della chiesa viene indicata addirittura come il luogo in cui viene custodito, da secoli, il Santo Graal – il calice che raccolse il sangue di Cristo che in tanti hanno cercato ovunque!
Nessuno ha ancora risolto un altro mistero legato alla cattedrale: lo strano stemma con il drago alato che si trova sulla facciata. Il drago alato era il simbolo araldico del Principe Vlad III di Valacchia, l’uomo inquietante su cui è stata costruita la leggenda di Dracula. I mostri scolpiti accanto al drago sembrano fare un ulteriore riferimento alla famiglia dei “vampiri” di Transilvania. La leggenda dice che dietro quella lapide sia murato il corpo di una delle figlie del principe Vlad. Ma perchè la donna sia finita proprio ad Acerenza … nessuno sa dirlo.
Infine, il misterioso miracolo del Vescovo Canio a cui la cattedrale è intitolata. Arrestato in Africa nel III secolo e condannato alla decapitazione per via della sua fede cristiana, si salvò perchè al momento della esecuzione una serie di eventi climatici inspiegabili spaventarono il boia. Il corpo del vescovo è sepolto in questa chiesa, insieme ad alcune reliquie. E in tanti giurano che una di queste reliquie – il bastone di San Canio – quando viene messa in mostra si muova da sola!
Cosa vedere nei dintorni
Al di là dei monumenti e dei misteri di Acerenza, nei dintorni del paese esistono anche delle bellezze naturali tutte da scoprire. Il Lago di Acerenza, ad esempio, è un grande bacino artificiale nato dallo sbarramento del fiume Bradano. L’Appennino Lucano è a poca distanza dal paese così come le colline d’argilla dalle formazioni spettacolari.
Chi vuol continuare a seguire i misteri dei Templari potrà iniziare, da Acerenza, un itinerario nella Valle dei Cavalieri che comprende anche i borghi di Venosa, Castelmezzano, Oppido Lucano, Banzi.
In appena mezz’ora di strada si raggiunge il capoluogo Potenza, per trascorrere una giornata tra splendidi monumenti, eventi ma anche shopping e interessanti locali per la vita notturna. Un po’ più lontana, ma sempre accessibile ( 1 ora di strada) Matera con i suoi “Sassi”.
Come arrivare ad Acerenza
Il modo migliore e più pratico per arrivare ad Acerenza è in macchina o in autobus. In entrambi i casi si segue – da nord – la autostrada A14 uscendo a Foggia e deviando sulla A16. Da qui si esce a Candela seguendo le statali Ofantina e 658 Melfi. Dalla Calabria si arriva sulla A3 fino a Basentana, da qui si prende il raccordo per Potenza e la SS 658 verso Melfi.
(si ringrazia l’Archivio Fotografico della APT Basilicata per alcune delle foto)