Come fa un paesino di 2600 abitanti a diventare “luogo a marchio di qualità turistico-ambientale” per il Touring Club? Con il semplice fatto di essere, da sempre, rispettoso del proprio ambiente e della propria identità storica. E offrendoli così come sono ai visitatori. Questo è riuscito a fare Cison di Valmarino, in provincia di Treviso. Un piccolo angolo di bellezza delle montagne venete finito, a pieno merito, nell’elenco di prestigio dell’Associazione “I Borghi Più Belli d’Italia” che lo promuove costantemente.
Pur essendo situato lungo una importante via commerciale romana, la Via Claudia Augusta Altinate, non ci sono tracce di insediamento urbano nella zona di Cison prima dell’epoca longobarda. In quel periodo, grazie alla istituzione dei “vescovadi”, si radicò sul posto un piccolo villaggio che crebbe insieme alla potenza dei vescovi stessi. Quando il territorio passò sotto il dominio di Venezia (XV secolo), Cison fece parte di un insieme di centri comunali importanti per le mire strategiche della Serenissima. Il paese divenne infine comune autonomo solo nel 1866.
Cison di Valmarino, la partenza per trekking ed escursioni
Dal XIX secolo ad oggi, Cison di Valmarino ha saputo coniugare il turismo con i ritmi semplici di un paese di montagna. Senza “montarsi la testa” e senza tentare di diventare località da VIP, il piccolo centro ha puntato sulla accoglienza e sulla bellezza del territorio circonstante. Non a caso oggi è una delle basi di partenza più importanti per chi vuol fare trekking sulle Prealpi della Marca Trevigiana.
Diversi itinerari escursionistici partono da Cison di Valmarino per raggiungere, ad esempio, il Rifugio dei Loff oppure le valli bellunesi attraverso il passo San Boldo, o ancora Valle San Daniele dove si trova il “Bosco delle Penne Mozze”. Altri percorsi interessanti che partono da Cison verso le montagne sono la Via dell’Acqua, che segue il torrente Rujo costellato da storici mulini, e un itinerario religioso che porta all’abbazia cistercense di Follina.
La Valle dei Molini
La valle dei Molini è un percorso di grande interesse storico e naturalistico che parte da Piazza Roma e si snoda attraverso la valle del fiume Rujo, fino a raggiungere il Bosco delle Penne Mozze.
Lungo il percorso si trovano vecchi lavatoi ricostruiti, fontane, canalette con le diverse chiuse, antichi mulini e resti di vecchi folli.
Il percorso si snoda tra boschi e prati e vi è pure un “Bosco incantato” che, a quanto dice la tradizione, è abitato da spiriti e folletti! Ideale per gli amanti del trekking e per le famiglie.
Cosa vedere a Cison di Valmarino
Da Cison di Valmarino passa la famosa Strada dei Cento Giorni. Questa importante via di collegamento, che serpeggia tra mille tornanti a cavallo di passo San Boldo, fu costruita tra il 1914 e il 1918. Inizialmente doveva essere solo una scorciatoia per arrivare a valle senza far troppi giri sulle montagne, ma a causa dello scoppio della I Guerra Mondiale divenne un percorso militare importantissimo. Tanto che gli austriaci portarono a termine in pochi giorni i lavori che si trascinavano da due anni.
La si percorre per andare da e verso gli itinerari escursionistici ma anche per venire in paese ad ammirare il centro storico. Qui è d’obbligo una visita alla Pieve di San Giovanni Battista e Maria Assunta, la chiesa madre di Cison. Risale al 1170 sebbene sia stata restaurata nel XVIII secolo. Il municipio seicentesco viene chiamato ancora “la Loggia” . Nel XVII secolo, infatti, venne costruito in tale forma allo scopo di riparare gli amministratori comunali, che ancora si riunivano in tendoni mobili.
Castelbrando, l’antico castello datato anno 980 e rimaneggiato tra i secoli XV e XVI, è oggi un grande albergo di prestigio che si apre al pubblico in occasione di congressi. Si può però ammirare la sua bellissima facciata bianca in cima al colle. Se vi spingete fino a Follina potrete ammirare l’abbazia di Santa Maria. Non si conosce bene l’anno di fondazione ma esisteva già nel XII secolo e oggi è uno dei più affascinanti esempi di gotico cistercense del Veneto. Spettacolare l’interno, ma anche l’antico chiostro che ne completa la struttura.
Cosa visitare nei dintorni di Cison Valmarino
L’area intorno a Cison di Valmarino è famosa anche per i tanti “monumenti naturali” . Si parla proprio di alberi, piante monumentali che i turisti vengono ad ammirare da anni. Dentro Villa Brandolini cresce ancora oggi il Platano Monumentale, alto 28 metri e con una circonferenza di tronco di 6 metri! Vicino a Castelbrando sorge invece un cedro del libano di 22 metri con una circonferenza di tronco di oltre 5 metri.
Il Bosco delle Penne Mozze è diventato un monumento dopo il 1968. In quell’anno infatti gli alpini hanno costruito lapidi e croci per ricordare i tanti soldati morti durante il conflitto, i cui resti non furono mai ritrovati. Oggi appare come una via di mezzo tra un cimitero e un museo, con percorsi, statue e ricordi disseminati tra gli alti alberi ombrosi. Naturalmente spesso vengono organizzate qui le adunate degli alpini in grande stile.
Non lontano da Cison si trovano importanti centri storici del Veneto, come Belluno a 45 minuti di strada, Vittorio Veneto (molto vicino, dista 16 km) e Conegliano (20 km). Più lontano, raggiungibile in un’ora di strada, è il capoluogo Treviso.
Dove dormire e come arrivare a Cison
L’hotel più elegante e bello di Cison è proprio il suo castello, l’hotel Castelbrando, che offre anche un panorama spettacolare. I Giardini Segreti di Villa Marcello Marinelli è un’altra struttura affascinante e romantica. La scelta di bed&breakfast non manca, sia in paese che nelle deliziose frazioni: Gastaldo, Casetta al Ponte, Nonna Silla e altri, anche nella vicina Follina.
Per arrivare: in macchina, si segue l’autostrada A27 uscendo a Vittorio Veneto; quindi proseguire verso Vittorio Veneto, Revine Lago-Follina e continuare per altri 10 km. In treno, la stazione più vicina è Vittorio Veneto con treni regionali in partenza da Venezia. Dalla stazione si deve proseguire però in autobus per Cison. Venezia è lo scalo aeroportuale più conveniente.
PER LE FOTO si ringrazia la signora Monica Gillocchi, responsabile della comunicazione per l’Associazione I Borghi Più Belli d’Italia.