Castello di San Pelagio, itinerario in Veneto sulle tracce di D’Annunzio

Si trova nella zona termale del Veneto e per molti è Villa Zaborra, in onore della famiglia nobile che rese questo luogo l’elegante maniero che è oggi. Per i turisti è Castello di San Pelagio, perché davvero ricorda un antico castello medievale nonostante sia molto più recente. Le prime notizie in merito a una costruzione in questa contrada, a Due Carrare (Padova) in Veneto, risalgono al 1544. Vengono descritte con cura di dettaglio tutte le misure catastali e i possedimenti a nome della famiglia Sant’Uliana.

Nel XVIII secolo, la proprietà passa nelle mani della famiglia dei conti Zaborra che ampliano di molto sia l’estensione dei giardini che la struttura fisica del castello, trasformandolo in quello che si può ammirare oggi. Recuperato dopo il terremoto del 1976 da alcuni discendenti degli Zaborra, il castello è stato in parte trasformato in museo e aperto all’uso pubblico. Oggi, soprattutto nel parco – che è parte della rete Grandi Giardini Italiani, è ospitato un interessante museo dedicato all’aviazione e al volo spaziale. E non stupisce che una porzione del percorso sia dedicata anche a Gabriele D’Annunzio.

Scoprire il Castello di San Pelagio

Villa Zaborra-Castello di San Pelagio è ancora oggi, in buona parte, residenza dei discendenti della famiglia dei conti Zaborra. Tuttavia alcuni ambienti sono diventati di uso pubblico per banchetti, ricevimenti di matrimonio, eventi congressuali o eventi didattici.

La struttura del castello si apre direttamente sulla strada, con una facciata lunga e alta che comprende le due ali divise dalla torre centrale. Anche il giardino è diviso in due aree diverse da un “viale di rappresentanza” abbellito dalla vasca delle ninfee. La torre centrale, con la terrazza merlata, risale al 1300 sebbene sia stata rimaneggiata più volte fino al 1980. Al piano terra il suo androne ospita la lapide a ricordo del primo volo Roma-Tokyo.

La lapide fu un’idea di Gabriele D’Annunzio, il poeta-pilota che qui soggiornò durante gli anni della I Guerra Mondiale. Il territorio italiano venne in gran parte risparmiato dal conflitto, ma alcune zone del Veneto furono usate come quartier generale dall’esercito. Così avvenne per San Pelagio, che ospitò tra gli altri anche il “maggiore D’Annunzio” come ricordano alcune stanze a tema. Infine, il parco del castello comprende ben tre percorsi che integrano il Museo dell’Aviazione e dello Spazio ma anche un brolo, una ghiacciaia, la peschiera e i labirinti.

Il percorso dannunziano al Castello di San Pelagio

Percorrere le tracce di Gabriele D’Annunzio al Castello di San Pelagio è una sfida divertente e intensa. Si comincia certamente dalle Stanze Dannunziane: la sala da pranzo, lo studiolo, la sala riunioni e la stanza da letto. Nello studio si può ammirare – appesa al soffitto –  una riproduzione dell’aereo con cui, nel 1918, D’Annunzio partì proprio da San Pelagio per sorvolare Vienna compiendo una coraggiosa e storica impresa!

Uscendo nel parco, si può percorrere l’itinerario aeronautico che spazia dagli albori del volo fino ai viaggi spaziali. Ma ammirando alcuni di questi aerei d’epoca si può capire la passione che spinse D’Annunzio a usare questi mezzi “primitivi” a rischio della propria vita.

Infine, si raggiunge la zona dei giardini dove sorge il Labirinto Forse Che Sì Forse Che No, dedicato proprio al poeta-pilota. Riprendendo il buffo motto da un antico labirinto affrescato nel palazzo di Francesco II Gonzaga, D’Annunzio lo usò come titolo di un suo libro. Il labirinto fa riferimento a questo testo e gioca non solo con il groviglio di sentieri e siepi, ma anche con gli specchi che creano inquietudine e confusione.

Gli altri percorsi del Castello

Oltre al percorso aeronautico che porta i turisti ad ammirare velivoli di diverse epoche, tra cui un AM 10 Trieste, un AGUSTA-BELL AB 47-J e un AGUSTA-BELL AB 204 ma anche il primissimo aereo supersonico del 1954, il parco del Castello di San Pelagio comprende due itinerari a tema.

Si può scegliere di rimanere nell’ambito storico e percorrere il ricordo della famiglia Zaborra lungo una via a tappe che comprende la Barchessa Agricola, la Torre, le stanze dei conti, la Antica Cucina Veneta. Ma anche l’antico bacino acquatico dove venivano allevati i pesci da cucinare, la Peschiera. O la Ghiacciaia, una stanza situata nel sottosuolo per conservare alla giusta temperatura ghiaccio e alimenti. Fanno parte di questo itinerario anche la Vasca Termale e l’altare alla Madonna di Loreto.

Il percorso Botanico invece parte dal viale di rappresentanza con le bellissime fioriture – da marzo a settembre – e gli alberi secolari. Prosegue inoltrandosi nel Giardino Segreto, dove vengono coltivate erbe medicinali, spezie da cucina, ma dove fanno anche mostra di sé splendidi fiori dalla fioritura estiva. Il Brolo, o antico orto, è ombreggiato da noci, fichi e mele cotogne. Infine, il bosco dei frassini e delle betulle intorno al quale fioriscono roseti. I due labirinti, quello di D’Annunzio e quello del Minotauro, fanno parte sia del percorso Botanico che dell’itinerario Storico.

Informazioni utili

Per entrare a visitare il castello e il suo parco occorre prenotare per tempo e – in base alle disponibilità – acquistare un biglietto, anche online sul sito ufficiale. Gli orari di apertura sono: tutti i sabati ore 10-18, le domeniche ore 10-19. Alcune visite si possono espletare durante la settimana, fino al 27 marzo.

Le Stanze Dannunziane si possono visitare dal lunedì al venerdì su prenotazione.

Il costo del biglietto: Euro 10 per gli adulti – quota visita museo, parco e labirinti; Euro 8 ridotto per i ragazzi dai 5 ai 14 anni; Euro 32 per i nuclei familiari. Per visitare anche le Stanze Dannunziane occorre aggiungere 4 Euro ai suddetti prezzi.

Come arrivare: da Bologna, autostrada A13 uscita Terme Euganee o Monselice; arrivando da Venezia, A57 Tangenziale Mestre uscita Dolo-Mirano. Seguire le indicazioni per Due Carrare. La stazione ferroviaria più vicina è Terme Euganee-Abano-Montegrotto. L’aeroporto più vicino è il Marco Polo di Venezia.

Per alcune delle foto allegate all’articolo si ringrazia l’Archivio della rete Grandi Giardini Italiani, di cui il Castello di San Pelagio fa parte. Nello specifico si ringrazia la fotografa Eleonora De Martin.

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