Artigianalità e sartorialità sono i veri must. Espressi innanzitutto negli accessori: guanti in nappa, ombrelli bordati di piume, copricapi in pelliccia e in feltro, ghette in vitello da cosacco. Non meno che negli abiti, rifiniti con fettucce, gros grain, bottoni in corno e metallo sulle giacche chiuse alte sul collo, a proteggere dal freddo e ad accentuare rigore.
Il pregio e la valenza dei tessuti è frutto di sapenti alchimie che mischiano fibre nobili e texture tecniche, lane spalmate con finissaggi speciali antivento e antigoccia; il cachemire è laminato e doppiato di nappa lavata; qua e là si scorgono decorazioni che ricordano carte da parati d’antan…
I colori appartengono alla terra, a quella terra: verde – dal bottiglia, al salvia, al ginepro; marrone che sfuma nell’ambra, nel bruciato, nel cioccolato; nero che trascolora nel carbone, nel grigio, nell’antracite, nel torba
Una traccia irresistibile di vitalità si coglie in un eclettismo di stili che rimanda ai Seventies, e al flower power di “Sergeant Pepper Lonely Hearts” dei Beatles: mix up di colori classici e naturali con nuances accese come il verde erba, il senape, il bordeaux, con accostamenti azzardati ma avvincenti di fantasie e tessuti: PVC e lana cotta, jersey e laminato bronzo ad effetto “domopak”.
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