Uno dei borghi più belli d’Italia, punta di diamante del Parco delle Dolomiti Lucane, il piccolo paese di Castelmezzano – provincia di Potenza – è molto più di un comune storico della Basilicata. Per il mondo del turismo è “il più bel posto di cui non si è mai sentito parlare”, per gli storici e gli studiosi della mitologia è un simbolo fortemente legato al Santo Graal.
Proprio così. Il mitico calice del sangue di Cristo, cercato per secoli da cavalieri e principi – e da Indiana Jones! – non si troverebbe in Giordania o in Israele ma qui, in Basilicata. Secondo molti, ad Aceranza non lontano da Castelmezzano. Non esistono ancora prove certe, ma … sarà un caso che il fondatore dell’ordine dei Cavalieri Templari, Ugo de Pagani, sia originario proprio di questa regione? E che sempre in questa regione si veneri San Canio “Gran Sorvegliante”? Sorvegliante di cosa?
Castelmezzano, una storia antica
Castelmezzano esiste in cima a questa rocca da secoli. Fu fondato nel X secolo, da popolazioni greche in fuga a causa delle invasioni saracene. Le rocce ripide garantivano un riparo sicuro e proprio tra esse venne costruito il primo nucleo del villaggio. Nel secolo XI, i Normanni edificarono in cima alla rocca più alta un castello fortificato da cui derivò il nome attuale del paese (Castrum Medianum).
Il castello, in effetti, si trovava lungo la via che, ancora oggi, da Pietrapertosa porta ad Aceranza. Di questa fortezza ormai non resta più nulla se non il basamento roccioso della montagna stessa. Si vede ancora la scalinata, scolpita nella roccia dai principi Normanni del tempo. Con le dominazioni Angioina e Spagnola, purtroppo, il paese visse lunghissimi anni bui. Povertà, dissesto, abbandono rovinarono in gran parte il suo paesaggio.
Recuperato dalla famiglia De Leonardis nel XVI secolo, come proprietà feudale, rinacque a nuova vita. Al punto che, nonostante il feudalesimo fosse stato eliminato dalle leggi, qui rimase in vigore fin quasi all’Unità d’Italia. Nel Novecento, il brigantaggio e le migrazioni ridussero la popolazione a meno di mille abitanti (oggi circa 760 persone). Riuscirà il nuovo interesse turistico a ridare luce a Castelmezzano?
Castelmezzano e le Crociate
La Basilicata in epoca Normanna fu terra di grandi imprese. I suoi cavalieri parteciparono a quasi tutte le Crociate e si distinsero per il coraggio e l’impegno. Non stupisce se anche a Castelmezzano si trovano ancora oggi tracce di quel passato glorioso. La Cappella del Santo Sepolcro, ad esempio: una chiesina del Cinquecento costruita su un edificio del secolo XI.
Anche la chiesa madre Santa Maria dell’Olmo risale al periodo delle Crociate, sebbene sia stata rifatta nel XIX secolo con una nuova forma. Qui, durante dei recenti lavori di restauro, sono stati scoperti una porta segreta, un architrave triangolare e lo stemma dei Templari (croce a otto punte) con una incisione che richiama il salmo della Stella Mattutina. “Qui abiterò, poiché l’ho scelto, o stella mattutina” è la frase che il cavaliere Templare recita quando entra in un luogo a lui caro.
Sempre nella chiesa più importante del paese si trova una pala d’altare in tre cornici – tre, il numero sacro ai Templari – con raffigurazioni che richiamano alle “donne sacre” dei cavalieri: Iside, Venere, la Madonna e la Dea Madre. Si trova anche una statuetta della Madonna che regge la sfera del mondo. Simbologia anomala, dato che di solito è il Bambino Gesù ad avere questa sfera, a meno che non sia un chiaro richiamo alla Dea Madre templare.
Tradizioni Templari del borgo
Castelmezzano è legata ai Templari anche tramite la sua cultura. Gli alberi sono molto importanti per la gente del posto, così come lo erano per i cavalieri. Non a caso la chiesa principale è dedicata a Santa Maria dell’Olmo. In paese si svolge anche un rituale interessante chiamato “Sposalizio degli Alberi”, a metà maggio: un grande albero di cerro viene innestato con un agrifoglio, con una cerimonia molto più simile a riti pagani che cristiani.
Anche il suggestivo “Volo dell’Angelo”, in estate, richiama il viaggio dei cavalieri da Pietrapertosa fino ad Aceranza, dove sarebbe custodito il Graal. Oggi è solo un evento turistico-sportivo molto emozionante. Ci si assicura a una sorta di carrello che scorre su un grosso cavo di acciaio sospeso sulla vallata. I coraggiosi che vorranno provare arriveranno a Pietrapertosa da Castelmezzano, o viceversa, viaggiando a 400 metri di altezza tra le montagne!
I Templari sono presenti anche nello stemma comunale del paese. Due cavalieri in marcia racchiusi in uno scudo rappresentano non soltanto le origini del borgo ma anche la storia della difesa di qualcosa di molto prezioso (il Santo Graal?) che veniva custodito tra questi monti.
Come arrivare
Castelmezzano si raggiunge prevalentemente in macchina, per via delle montagne che rendono impossibile l’uso di qualsiasi altro mezzo. Si devono percorrere le strade statali 407, se si arriva da Potenza, 93 e 407 se si arriva da Melfi, 7 e poi 407 se si giunge da Bari.
Chi arriva da Napoli o da Roma può percorrere l’autostrada A3 uscendo a Sicignano, per poi proseguire verso Potenza e prendere, dal capoluogo, la Statale 407 verso Albano e Castelmezzano.
In treno si scende a Potenza e si prende l’autobus SITA per Castelmezzano e Pietrapertosa. L’aeroporto più vicino è quello di Bari a 140 km. Tuttavia i collegamenti comodi e diretti ci sono sia da questo scalo che da Capodichino a Napoli, ugualmente utilizzabile.