Abruzzo, misteri e bellezze dell’Oratorio di San Pellegrino

Uno dei cosiddetti “luoghi del silenzio” si trova in un angolo meraviglioso dell’Abruzzo. Siamo nel comune di Caporciano, zona Campo Imperatore (L’Aquila), e precisamente nella frazione di Bominaco tra le colline e i boschi dove la natura si respira ancora, genuina e intensa. Qui sorge l’Oratorio di San Pellegrino, che fa parte della parrocchia ed ex convento di Santa Maria Assunta.

La bellezza di questo luogo sta nella sua semplicità, tipica degli edifici di stile Gotico-Romanico, in cui è la pietra grezza che crea l’architettura insieme a poche altre linee essenziali. Ed è il contrasto tra la semplicità esterna e lo splendore interno a lasciare senza fiato, quando si entra per la prima volta nell’Oratorio.

Oratorio di San Pellegrino, un magico scrigno

Nel XIII secolo, qui sorgeva un grande monastero benedettino dall’antica e prestigiosa storia. Pare risalisse all’ VIII secolo e che nel 1001 fosse tanto potente da essersi reso autonomo dalla Abbazia di Farfa da cui dipendeva. La costruzione della chiesa  di Santa Maria Assunta e dell’Oratorio di San Pellegrino risalirebbe agli anni Sessanta del 1200, forse al 1263. In ogni caso i primi documenti che parlano del complesso risalgono a quel periodo.

Oggi dell’intero complesso monastico restano solo questi due edifici, solo in apparenza semplici. La chiesa di Santa Maria Assunta, pur mantenendo arredi sobri anche all’interno, stupisce per l’ampiezza degli ambienti. Ma è l’Oratorio di San Pellegrino il vero “scrigno magico”, il monumento da non perdere. Una ricchezza impressionante di affreschi, simboli, iscrizioni e colori vi travolgerà non appena aprirete la porta.

Storie di San Pellegrino, Storie di Cristo,  il Giudizio Universale sono solo alcuni dei cicli pittorici che abbelliscono questo edificio. Particolarmente prezioso è il ciclo delle Allegorie dei Mesi dell’Anno, uno dei più antichi esempi di “calendario monastico” d’Europa. Non si conoscono i nomi degli artisti che hanno reso questa magia, ma gli studiosi sono sicuri che si sia trattato di tre persone diverse. Dal 1902, l’Oratorio di San Pellegrino è Monumento Nazionale.

I simboli misteriosi dell’Oratorio di San Pellegrino

Tra le tantissime figure sacre che riempiono, letteralmente, ogni angolo degli interni dell’Oratorio di San Pellegrino alcune hanno un sentore di mistero non comune. San Cristoforo, ad esempio, che sembra un po’ fuori luogo nel contesto dell’affresco in cui è raffigurato.

Questo Santo, importante nell’iconografia cristiana in quanto “faro di Cristo”, fino all’epoca Bizantina veniva rappresentato con la testa di cane. Ciò a motivo del fatto che egli “trasporta Cristo agli uomini” e dunque gli antichi si rifacevano alle immagini egizie di Anubi, il “traghettatore sacro”. Nel tempo, la figura di San Cristoforo ha assunto anche significati alchemici.

Essa è legata alla festa, che cade nei giorni più caldi di luglio – la “canicola” – quelli cioè in cui in cielo compare la Costellazione del Cane. Dunque in passato lo si è utilizzato come riferimento di teorie zodiacali. Si tratta di un simbolo che “porta il sole” e dunque regola il movimento di questa stella.

Di fronte alla figura di San Cristoforo, nell’Oratorio di San Pellegrino, sorge San Michele con la bilancia. Questo richiama ancora una volta alla cultura egizia. Il rito della “pesatura delle anime” infatti avveniva prima del traghettamento di Anubi verso il mondo dei morti. I due santi posti in questo ordine  rimandano più al rito pagano che a quello cristiano. Infine, la presenza dei Grifoni affrescati o in stucco è un ulteriore legame ad una simbologia che richiama antiche tradizioni orientali che poco hanno a che vedere col Cristianesimo.

L’Oratorio e il Tesoro dei Templari

L’Oratorio di San Pellegrino viene citato, con tutte le coordinate anche di luogo, nel romanzo “Celestino V e il Tesoro dei Templari” di Maria Grazia Lopardi (edizioni Arkeios). Il romanzo, basato su fonti storiche, racconta del viaggio che fece Celestino V – ancora cardinale – mentre si recava a Lione per il conclave. Lungo la via, proprio in Abruzzo, fu ospitato dai Templari che affidarono a lui il loro tesoro.

Il libro fu pubblicato nel 2010 nell’ambito di un progetto di restauro della basilica di Collemaggio e fa cenno all’Oratorio di San Pellegrino: “Là, a Bominaco, sono concentrate nello stesso borgo una serie di meraviglie: il castello, l’oratorio gotico di San Pellegrino, la chiesa romanica di Santa Maria e la grotta di San Michele”.

Il castello di fatto si trova proprio sopra il complesso monastico e risalirebbe al XII secolo, sebbene l’edificio visibile oggi è un ampliamento del XV secolo. La grotta di San Michele è in realtà un eremitaggio  – 12 metri per 6 – che sorge a poca distanza dal paese di Bominaco. Qui pare che visse e morì un certo San Tussio. Antichi residui di affresco però fanno risalire la grotta addirittura ad epoca Romana.

Cosa vedere a Caporciano

L’Oratorio di San Pellegrino, la chiesa di Santa Maria Assunta, la grotta e il castello sono il vanto del comune di Caporciano, nel cui territorio sorge Bominaco. Oltre alla frazione, però, che è interessante anche come piccolo borgo medievale, altre bellezze fanno parte del percorso turistico comunale.

La chiesa di San Pietro in Valle, risalente al XII secolo sebbene ampliata nel XIV, è un monumento affascinante. E ancora, sono da ammirare: la settecentesca chiesa dell’Addolorata, la chiesa pastorale di Tratturo Centurelli e ovviamente i paesaggi montani di Campo Imperatore a due passi. A pochi chilometri di distanza, il Parco Nazionale del Gran Sasso, le Riserve di Monte Velino e Sirente-Velino.

Informazioni utili

Per arrivare a Caporciano: percorrere l’autostrada A25, uscita Bussi/Popoli/L’Aquila e proseguire per altri 30 km in direzione Popoli, Navelli e Caporciano. Oppure autostrada A24, uscita L’Aquila Est/Ovest e proseguire per 27 km fino alla Statale 17 per Pescara. Dopo San Pio delle Camere prendere le indicazioni verso Bominaco.

Per visitare l’Oratorio: le visite all’Oratorio e alle altre chiese del paese si possono effettuare tutti i giorni dalle 9 alle 12:30 e dalle 14 alle 16 (in estate alle 19). Ma è bene far sapere in anticipo del proprio arrivo e soprattutto gli orari e il numero delle persone. Ogni informazione utile a riguardo è sul sito della parrocchia .  

 

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