La “valle del Guerriero” è in realtà la bellissima valle del fiume Tirino, che si trova in Abruzzo. Questa conca verde, dominata da un lato dal Gran Sasso, dall’altro dalle Gole di Popoli e dell’altipiano di Navelli, è abitata dal IX secolo avanti Cristo quando la popolazione dei Vestini fondò una fiorente città di nome Aufinum. Caduta nelle mani di Romani prima e Longobardi poi, la città perse gradualmente di importanza fino ad essere abbandonata del tutto.
Dimenticata per secoli, tornò alla luce per un caso. Grazie a un contadino che, dissodando il proprio terreno nel 1934, trovò alcune statue molto belle ma spezzate in più punti. La ricerca delle parti mancanti portò a scoprire i resti dell’intera città che oggi è divenuta uno dei siti archeologici più importanti d’Abruzzo. Tra le statue recuperate una venne classificata come “il Guerriero”. E da allora questa è la “valle del Guerriero”.
Storia del Guerriero di Capestrano in Abruzzo
Tutto cominciò in un giorno come un altro, quando il signor Michele Castagna – agricoltore di Capestrano L’Aquila – andò ad arare il proprio campo per prepararlo alla semina. L’aratro si impigliò in qualcosa sottoterra e nel rivoltare le zolle vennero fuori due statue: un busto di donna e la figura di un uomo con uno strano abito. Le autorità archeologiche chiamate nell’immediato iniziarono una ricerca più approfondita, perché alle statue mancavano alcuni pezzi.
Continuando gli scavi sul campo vennero fuori le gambe della statua maschile e altre parti di quella femminile. Ma vennero alla luce anche oggetti, armi, fondamenta … una città. La antica Aufinum! Dal 1934 ad oggi si è continuato a scavare, facendo riemergere man mano nuove zone, nuovi “quartieri” e altre interessanti testimonianze del passato. L’importanza del “Guerriero di Capestrano” dunque è legata alla scoperta sensazionale che ha contribuito a portare alla luce. Ma anche la statua in sé è molto interessante.
Veste una strana armatura, con corazza, cinturone per la spada e l’ascia, coprigambe e collane. L’elemento più curioso è il cappello largo, simile a un sombrero messicano, che viene classificato come “elmo” ma probabilmente è uno scudo. Lo porta in testa perché, a riposo, era costume dei soldati Vestini portare lo scudo come copricapo. Oppure perché la statua era posta sulla copertura di un sarcofago e dunque rappresenta il soldato composto dopo la morte, con lo scudo a fargli quasi da cuscino. In ogni caso è davvero originale e diverso da qualsiasi altro ritrovamento dell’epoca.
L’importanza della statua di Capestrano
Non è tanto la stranezza dell’armatura, o le dimensioni (è alto più di 2 metri con spalle larghe quasi un metro e mezzo!), quanto lo stato di conservazione perfetto – se si considera che risale al IX secolo avanti Cristo – che fa del Guerriero di Capestrano una delle statue più importanti d’Italia. Non è una esagerazione, perché il suo ritrovamento ha aperto nuove prospettive sugli studi del periodo pre-Romano.
Si è scoperto così che esisteva una civiltà altrettanto evoluta e artisticamente valida, forse anche prima degli Etruschi, che potrebbe aver influenzato gli Etruschi stessi. Si è scoperto che esisteva l’usanza di seppellire dentro sarcofagi forse molto prima di quanto si pensasse. Infine, il Guerriero fa scoprire tutto un nuovo modo di considerare la storia delle armature da guerra nella penisola.
Inoltre guardando questa statua si pensa a un personaggio importante. Forse un re. O la simbologia legata a un grande re, che non era certamente un “gigante” ma aveva fatto grandi cose al punto da essere visto come tale. Di chi si tratta? L’iscrizione in lingua picena che si legge su una delle collane della statua cita “Nevio Pompuledio” e alcuni hanno voluto leggervi il nome Numa Pompilio. Ma la statua è troppo antica per far riferimento a questo re romano. Il mistero aleggia ancora … .
Itinerario nella Valle del Guerriero
La statua del Guerriero di Capestrano ritrovato nei pressi di L’Aquila, oggi si trova ben custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Chieti. Tuttavia una riproduzione molto fedele si trova nel Castello Piccolomini di Capestrano. L’itinerario alla scoperta di questo eroe storico potrebbe includere anche molte meraviglie naturali della valle del Tirino.
Si può partire ad esempio da Ofena, delizioso borgo medievale che fa da “porta di accesso” a tutto un circuito di villaggi di quell’epoca ( Castel del Monte, Calascio, Villa Santa Lucia degli Abruzzi, Castelvecchio Calvisio… ) lungo la strada che sale fino a Campo Imperatore. Scendendo verso valle, invece, si passa da Capestrano e qui si visiteranno proprio i luoghi del Guerriero: il sito archeologico di Aufinum, il Castello Piccolomini, ma anche il borgo con i suoi conventi, le chiese medievali e la Torre Forca di Penne. Il fiume Tirino qui crea alcuni dei paesaggi più belli della vallata.
A Bussi sul Tirino si possono ammirare alcune antiche chiese risalenti all’anno Mille, tra cui la più famosa – ormai in rovina – è Santa Maria di Cartignano. Molto interessanti anche la Torre Longobarda e il Castello Mediceo. Anche da qui partono gli itinerari naturalistici lungo il corso del fiume Tirino. Proseguendo verso il mare ci si può fermare ad Alanno, cittadina longobarda che conserva ancora intatto il suo fiorente passato architettonico. Infine si arriva a Chieti, dove si potrà ammirare la statua originale del Guerriero – oltre ai monumenti della città.
Informazioni utili per visitare il Museo
Per arrivare a Capestrano: l’aeroporto più vicino è Pescara (60 km) ma si può raggiungere facilmente anche atterrando a Roma-Ciampino; in treno la stazione più vicina è Chieti. In macchina si arriva tramite le autostrade A24, uscita Aquila Est e immettendosi sulla SS 17 per Novelli e poi per Capestrano; con la A25, uscita Bussi-Popoli e poi SS 153.
Per arrivare a Chieti: l’aeroporto è quello di Pescara, mentre per chi arriva in treno la stazione diretta è Chieti. In auto, si arriva tramite la A25 da Roma, con uscita diretta a Chieti, oppure dal nord con la A14 Milano-Bologna-Bari con uscita Pescara Ovest.
Per visitare il Museo Archeologico Nazionale: il museo si trova dentro Villa Frigerj, in via Costanzi. Per entrare si paga un biglietto di 4 Euro, ridotto 2. Per avere informazioni sui giorni di apertura e sulle prenotazioni delle visite, contattare la email: drm-abr.villafrigerj@beniculturali.it – oppure via telefono: 0871 404392; 0871 331668.