Per vivere un’esperienza gourmet in un contesto esclusivo e regalarsi una serata memorabile a Bologna, sotto una suggestiva volta affrescata, l’indirizzo da segnare in agenda è, senza dubbio, I Carracci: il ristorante del Grand Hotel Majestic “già Baglioni” che, guidato dal talentuoso Executive chef Guglielmo Araldi evolve abbracciando il fine dining, con una nuova proposta gastronomica autoriale e raffinata.
Situato in un meraviglioso palazzo settecentesco a due passi da Piazza Maggiore, il 5 stelle lusso bolognese del Gruppo Duetorrihotels, è da sempre la dimora preferita dalle celebrità e dalle personalità di spicco in visita nella città petroniana. È in questo contesto esclusivo che la nuova stagione de I Carracci – Due Forchette del Gambero Rosso – si preannuncia molto promettente, con una cucina che punta su sapori e profumi mediterranei e mantiene solidi rapporti col territorio circostante attraverso tradizione ed evoluzione.
Ci troviamo davanti ad un percorso gastronomico di grande impatto visivo, in grado di soddisfare anche i palati più esigenti, grazie all’estro creativo e alle sapienti mani di due giovani talenti: l’Executive chef Araldi, fuoriclasse calabrese profondamente legato alla sua terra d’origine e “prestato” a Bologna, e il Pastry chef pugliese Vincenzo Digifico, per quattro anni collaboratore del pluristellato chef Paco Perez in Spagna.
Rinnovata anche la mise en place, in cui sono stati ridotti alcuni coperti per creare un’atmosfera più intima e raccolta, a contatto con autentici capolavori dell’arte italiana. Una nuova rotta che posiziona definitivamente I Caracci nel segmento del fine dining, grazie anche al supporto e al savoir faire del maitre Giordano De Lellis, che accoglie gli ospiti da ben 13 anni e rappresenta la memoria storica dell’hotel.
Pochi tavoli intimi, posizionati sotto le volte affrescate dalla scuola dei fratelli Carracci; una scenografia che esalta le proposte gastronomiche, che scompongono la tradizione di una delle cucine italiane più radicate nel territorio e portano nuovi stimoli attraverso materie prime valorizzate con abbinamenti sorprendenti, che giocano su sapidità e umami; un servizio attento ed accurato, ne fanno un ristorante dove nulla è lasciato al caso e in cui gli ospiti vivono un’esperienza immersiva di pieno coinvolgimento.
A pranzo per tutta la settimana si assaporano le ricette più tradizionali, mentre a cena, sette giorni su sette, si sceglie tra i menu fine dining proposti dallo chef. In particolare, la cucina valorizza ingredienti di stagione, provenienti da allevamenti e aziende agricole che seguono la bussola della qualità e del rispetto della natura.
Oltre al Ristorante I Carracci, il Grand Hotel Majestic – che nel 2022 ha festeggiato i suoi 110 anni e membro dell’Associazione Locali Storici d’Italia – conta altri fiori all’occhiello: il Cafè Marinetti, un ambiente in stile Art déco ideale per un brunch o un aperitivo, e l’Enoteca Morandi, un luogo vivo e aperto ai bolognesi e agli ospiti dell’hotel, immerso in un’atmosfera amichevole ed informale, che racchiude più di 300 etichette di vini italiani ed internazionali da gustare in abbinamento ai menu creati dallo chef Araldi. Due realtà già affermate, che rafforzano la proposta gastronomica dell’hotel trasformandolo in un punto di riferimento culinario non solo per l’ospitalità di alta gamma, ma anche per la storia e le contaminazioni raccontate dei piatti presenti in carta.
La cucina dell’Executive Chef Guglielmo Araldi
La sfida era ambiziosa: creare una proposta dal taglio fortemente autoriale, tale da emergere come una voce distinta all’interno del contesto bolognese e allo stesso tempo rispondere alle aspettative di un pubblico internazionale, che desidera essere sorpreso ma senza rinunciare alla tradizione. In quest’ottica, la risposta dell’Executive chef Araldi è arrivata con i tre menu: “La dotta, la grassa e la rossa”, “Ispirazione” e “Vegetariano”, uno più strabiliante dell’altro.
Nel menu “La Dotta, la Grassa, la Rossa” (115 euro) si attinge alla tradizione bolognese, la si assorbe e la si destruttura. Troviamo, in una versione alternativa, tutti i capisaldi del territorio, dalla zuppa imperiale scomposta, con bonbon di pane e un gioco di consistenze che esalta le singole verdure, alla petroniana contemporanea, cotoletta realizzata con un filetto di vitello proposto in una versione croccante e al tempo stesso cremosa, che rende omaggio alle Dop emiliane. Il Ricordo di una tagliatella alla Bolognese sperimenta gli equilibri e i colori del pomodoro in gel, della spuma di Parmigiano e del ragù tradizionale montato al burro. Quanto al Tortellino al mignolo in crema di Parmigiano, viene proposto in una crema di Parmigiano 36 mesi. Tra i dessert, oltre ai Petit Four troviamo Come una Zuppa inglese, rielaborazione creativa di un classico.
Per gli amanti di un percorso inedito che attinge alle emozioni e ai ricordi di Guglielmo Araldi c’è il menu “Intrecci” (120 euro). Il Gambero rosso, passion fruit, mango, caviale (proposto in tartare a forma di stella), ad esempio, è legato ad un ricordo d’infanzia a Vibo Valentia, quando da piccolo, lo chef andava a raccogliere le stelle marine arenate sulla spiaggia. Anche il Tortello di scorfano, frutti di mare, aglio nero fermentato e limone salato evoca la sapidità marina. Quaglia, mirtilli, soia e lattughino arrosto è una composizione equilibrata, studiata nei dettagli, così come il Maialino da latte a spasso tra l’Emilia e la Romagna, che gioca con l’ampia tavolozza espressiva del territorio. Infine, un dessert fortemente aromatico e profumato, Timo, bergamotto e basilico.
Il menu “Ispirazione Vegetale” (100 euro) si apre con una Quasi Caprese, rivisitata, un menu di impianto innovativo fortemente legato alla stagionalità e al territorio. La Panzanella in Raviolo, ricetta estiva per definizione, precede le Fresine di Gragnano “Pastificio dei Campi”, eccellenza riconosciuta, presentate con peperone, capperi e olive taggiasche, e la Melanzana, pomodoro e basilico. Il capitolo dessert è affidato ad un trittico dalle note piccanti: Ananas, avocado e zenzero.
Lo chef Guglielmo Araldi
Guglielmo Araldi, calabrese di Vibo Valentia, ha esordito a Milano con una collaborazione di eccellenza con lo chef Felice Lo Basso, per poi approdare al ristorante I Portici di Bologna, una stella Michelin. Qui ha affiancato, come secondo chef, Agostino Iacobucci e successivamente per un breve periodo Emanuele Petrosino: una tappa fondamentale della sua crescita professionale. Tornato in Calabria, ha lavorato come Executive chef al progetto dell’apertura del Galia Luxury Resort, ristorante gourmet di Pizzo Calabro. Successivamente Agostino Iacobucci l’ha richiamato a Bologna sempre come Executive chef di Deep, specializzato nella cucina di pesce.
La filosofia del Pastry chef Vincenzo Digifico
Giunto ad un nuovo livello di maturazione dopo l’esperienza spagnola a fianco di Paco Perez, Vincenzo Digifico gioca con palette dei sapori che attenuano la dolcezza, sempre misurata, per valorizzare sapido, acido e amaro, conferendo maggiore tridimensionalità e complessità all’esperienza gustativa. Nelle sue composizioni evita la rigidità geometrica delle forme, preferendo lavorare a mano libera, con sac à poche, o creare personalmente i suoi stampi, che sono sempre frutto di una ricerca concettuale. Quando possibile, il Pastry chef recupera e integra gli ingredienti nella loro interezza, ad esempio utilizzando tutte le parti commestibili del mandarino, foglie comprese. Così ogni dessert porta la firma riconoscibile e distinta del suo creatore, che si autodefinisce un assoluto perfezionista. La creatività di Digifico trova il suo naturale complemento nel rapporto stretto con l’Executive chef Araldi: il dessert si definisce in una relazione narrativa con i piatti che lo precedono, ed è un tassello importante di un percorso coerente, che si riflette anche nella piccola pasticceria, presentata come una storia da raccontare.
Per informazioni e prenotazioni visitare il sito https://grandhotelmajestic.duetorrihotels.com/it/hotel-5-stelle-lusso-bologna-italia/ristorante-i-carracci