A “Il Fogolar” di Udine, un pane per far rivivere i boschi che non ci sono più

Durante gli inverni rigidi, le carestie e le guerre, in passato nel Nord Europa, si ricorreva ad una risorsa alimentare inesauribile e ricca di sostanze nutritive: la farina di corteccia. Fonti archeologiche ci raccontano che questo alimento era già in uso tra i popoli nordici durante il IX secolo, ma probabilmente la sua origine è ben più antica.

La farina di corteccia, ricca di fibre, sali minerali e dal basso apporto energetico – e priva di glutine – può essere ricavata da qualsiasi specie di pino, anche dai rami caduti.

Dopo il tragico evento meteorologico del novembre 2018, dove andarono distrutti milioni di metri cubi di foreste,  Stefano Basello ebbe una felice intuizione: recuperare parte delle cortecce dei pini abbattuti per ricavarne la farina per un pane … che facesse rivivere il bosco.

Il forte legame con il suo territorio, ha fatto sì che Stefano Basello,  che da anni guida quello che si può definire il simbolo della storia, della cultura e dei valori della tradizione e dell’ospitalità del Friuli Venezia Giuliasi attivasse per conservare, e far rivivere, la bellezza di questi luoghi e l’essenza degli alberi sterminati dalla furia della pioggia e del vento.

Con l’aiuto del papà e della sua brigata, si è messo al lavoro per recuperare la corteccia degli abeti bianchi e rossi ed estrarne le parti commestibili per ricavarne la farina da utilizzare per ottenere del pane non solo buono e croccante, ma in grado di far tornare a vivere un territorio e la sua natura.

Un gesto di sensibilità e rispetto da parte di Stefano che, oltre ad essere un ottimo chef, è un uomo di grande sensibilità che intende “far rivivere qualcosa di estremamente prezioso che, purtroppo, non ci sarà più”.

Il pane fatto di corteccia interna diventa storia e tradizione

Le farine ricavate da cortecce interne di alberi o radici si producevano già un tempo, quando i contadini le utilizzavano per sfamarsi in quanto molto nutrienti e ricche dal punto di vista organolettico (ecco il motivo per cui vengono chiamate anche “di sussistenza”).

Per questo pane, caratterizzato da un profumo buonissimo e particolarissimo, viene utilizzato anche lievito madre, con l’aggiunta del 20% di farine di abeti bianchi o rossi, o licheni.

Così il paniere de “Il Fogolar” da qualche tempo si è arricchito di questa ulteriore ed originale proposta e costituisce un motivo in più per visitare questa spettacolare regione e rendere omaggio alla sua natura. Un motivo in più per una sosta in uno dei migliori ristoranti della tradizione che si possono trovare in Friuli-Venezia Giulia.

Per chi possiede un’auto elettrica, segnaliamo che Il Fogolar  è un Destination Charging per i veicoli elettrici Tesla e per tutti gli altri veicoli elettrici o ibridi-plug-in.
Anche sotto questo aspetto si dimostra la sensibilità dei gestori verso l’ambiente.

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