La pappa al pomodoro, come dire la Toscana nel piatto. Una zuppa che in questa regione si trova praticamente tutto l’anno, ma che offre il meglio di sé in piena estate, quando i pomodori sono maturi e sugosi.
Ingredienti:
- 800 g. di pomodori
- 300 g. di pane toscano raffermo
- 2 spicchi d’aglio
- 1 mazzetto di basilico fresco
- 1 lt. di brodo vegetale
- olio extravergine d’oliva q.b.
- pepe e sale q.b.
Procedimento
Lavate i pomodori, praticategli una piccola incisione a croce e tuffateli per pochi secondi in acqua bollente. Scolateli, eliminate la pelle e i semi interni e tritateli finemente con un coltello.
In un tegame, scaldate a fuoco dolce 3 cucchiai d’olio e fateci imbiondire uno spicchio d’aglio, prima che si bruci eliminatelo e aggiungete la cipolla tritata. Bagnate con poco brodo caldo e fatela stufare fino a che non diventa tenera. Unite il pomodoro e alzate la fiamma. Fate cuocere per 5 minuti in modo che il sugo si restringa leggermente. Aggiustate di sapore con sale e pepe.
Unite il pane tagliato a fettine sottili e il basilico tagliato a julienne. Abbassate la fiamma e mescolate spesso con il cucchiaio di legno per evitare che la zuppa si attacchi sul fondo. Proseguite la cottura unendo progressivamente del brodo caldo e mescolando spesso per circa trenta minuti fino a che la zuppa non assuma una consistenza morbida.
Distribuitela nei piatti fondi e lasciatela riposare prima di servirla con un filo d’olio e con una foglia di basilico al centro del piatto.
La storia del piatto
L’origine è quella contadina, come possiamo intuire dai suoi ingredienti semplici che sono principalmente il pomodoro, il pane toscano – quindi non salato – raffermo, olio extravergine di oliva e gli “odori” cioè: basilico, aglio, sale e pepe. Divenuta famosa in tutta Italia grazie al libro di Vamba, Il Diario di Gian Burrasca, dove in una famosa scena il protagonista si ribella al vitto e alla vita del collegio chiedendo proprio questo piatto, la pappa al pomodoro è stata poi celebrata anche in una canzone di Rita Pavone. Oggi non è più considerata un “piatto povero”, anzi è visto da, dietologi e medici, come un piatto sano, ottimo sia d’estate che d’inverno.