Il percorso della via dell’Adige parte da Boara Pisani, in Provincia di Padova, ed ha una lunghezza complessiva di circa 55 km, tutti pianeggianti e senza particolari difficoltà. Si svolge interamente su strade asfaltate ed in alcuni tratti su strada bianca.
Partenza da Boara Pisani
Il territorio di Boara Pisani è disseminato di case padronali e coloniche e dove, tra il municipio e la chiesa, spicca la bellissima Barchessa Pisani edificata nel XVII secolo dall’omonima nobile famiglia. Da qui si risale il corso del fiume Adige che si seguirà fino al Comune di Piacenza d’Adige. Si consiglia di percorrere l’itinerario della via dell’Adige al tramonto per godere appieno della magia di giochi di luce e colori sull’acqua dovuti al riflesso del sole. Sul lato destro, lungo tutto il tratto di strada sull’argine, si potranno ammirare i fascinosi Colli Euganei.
Barbona e Sant’Urbano
Percorrendo la strada provinciale che segue il corso del fiume si incontrano diverse zone abitate. Tra questi Barbona, con la Barchessa Morosini scandita da 10 ampie arcate, i fontanazzi (detti anche “boiji”), ossia punti in cui le acque del fiume riemergono spontaneamente formando piccole pozze, ed i resti del ponte di legno che collegava questo lato del fiume al paese di Lusia e che fu distrutto al termine del secondo conflitto mondiale durante la ritirata delle truppe tedesche.
Subito dopo si arriva a Ca’ Morosini, frazione del comune di Sant’Urbano, dove si trova la Rotta Sabadina, un’importante opera di architettura idraulica costruita nel XVI secolo dai Veneziani che fungeva da sistema di regimazione delle acque dell’Adige.
Curiosità
Poco prima di lasciare la frazione di Ca’ Morosini, appena sotto l’argine, è possibile scorgere i resti di un’antica casa di campagna. Un tempo proprietà del critico d’arte Giuseppe Marchioro che vi ospitò diversi famosi pittori tra cui Emilio Vedova, Afro Basaldella e Giuseppe Santomaso. Quest’ultimo, ispirato dalla bellezza del luogo, realizzò proprio qui l’importante ciclo pittorico “Finestre” esposto alla Biennale di Venezia del 1948.
Piacenza d’Adige
Dopo la località Balduina, si abbandona l’argine del fiume e si giunge a Piacenza d’Adige, dove inizia il “secondo tratto” dell’itinerario. In centro al paese, si prosegue sulla strada asfaltata in direzione Ponso. Lungo il percorso spicca il seicentesco Palazzo Mocenigo e imboccando la destra, subito dopo il piccolo ponte, l’argine sterrato del Fratta/Gorzone. A poca distanza, ma nella direzione opposta, si trova l’area golenale Valli Mocenighe con l’imponente Idrovora Vampadore.
Vighizzolo d’Este
Proseguendo il percorso in questo tratto di argine, si scorgono altri impianti di regolamentazione delle acque: le idrovore La Colonna e Frattesine. Da qui si arriva a Vighizzolo d’Este, al Ponte delle Tre Canne. Si tratta di una costruzione di pietra realizzata intorno al 1563 per volontà del Magistrato alle acque della Repubblica di Venezia. Consente di convogliare le acque del Fratta attraverso tre grandi bocche per farle defluire sotto il fiume Santa Caterina al fine di bonificare il “lago de Vigizuol”, il lago di Vighizzolo.
Villa Estense
Continuando a seguire l’argine, tenendo la destra, si arriva nuovamente al Comune di Sant’Urbano. All’altezza dell’abitato di Carmignano si attraversa il ponte tenendosi nuovamente sulla sinistra. Da qui si arriva nel territorio del Comune di Villa Estense. Percorrendo la strada sterrata non può passare inosservata la Villa Grompa Paradiso che si staglia all’orizzonte. Oggi purtroppo è in stato di abbandono ma mantiene comunque il suo fascino, grazie anche al meraviglioso contrasto con i Colli Euganei alle sue spalle.
Prima di arrivare al termine dello sterrato si incontra il Biotopo Bacino Valgrande – Lavacci, conosciuto come Bosco dei Lavacci. Quest’area riveste ancora oggi una notevole importanza, in quanto ultimo testimone, per caratteristiche morfologiche e naturalistiche, delle antiche paludi e valli che caratterizzavano un tempo la Bassa Padovana. Ora questi territori vengono utilizzati per uso agricolo.
Vescovana
Arrivati a Vescovana si fa una breve tappa per ammirare la cinquecentesca Villa Pisani Bolognesi Scalabrin che domina il centro del paese. Realizzata nell’Ottocento, presenta un meraviglioso giardino fortemente voluto dalla contessa Evelina Pisani. Le spoglie della stessa riposano nell’elegante cappella funeraria che, su sua richiesta, venne costruita in fondo al giardino. La cappella, realizzata su progetto dell’architetto padovano Pietro Selvatico, si trova nella parte sud del complesso ed è visibile dalla strada.
Il ritorno
Da qui si risale in sella per imboccare la via del ritorno in direzione della frazione di Santa Maria d’Adige. Si segue via Bassa prima e via IV Novembre poi. Una volta raggiunto l’argine del fiume Adige, si ripercorre in direzione opposta rispetto all’andata.