Il Piatto di Federico II” ad Altamura: un viaggio Tra storia, cultura e gastronomia

Mercoledì 7 agosto, la storica città di Altamura, incastonata nel cuore della Murgia in Puglia, ha ospitato un evento di grande rilevanza culturale e turistica: la conferenza stampa “Federico II, Altamura e l’enogastronomia per un progetto di sviluppo turistico e culturale del territorio”. Questo incontro segna un ulteriore passo avanti nell’ambizioso progetto “Il Piatto di Federico II”, ideato nel 2021 da Luca Piccolo, Consigliere delegato alla Giostra di Monselice, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare le città in cui l’imperatore Federico II ha lasciato un’impronta indelebile.

La conferenza

La conferenza ha visto la partecipazione di una delegazione monselicense, guidata dallo stesso Luca Piccolo, che ha suggellato un gemellaggio con Altamura. Questo legame mira a rafforzare le finalità del progetto, estendendone la portata e coinvolgendo altre città storicamente legate alla figura dell’imperatore, tra cui Jesi, Altamura e Palermo. Altamura, fondata dai Peuceti in epoca preromana e divenuta un importante centro durante il Medioevo grazie a Federico II, rappresenta una tappa significativa nel percorso dello “Stupor Mundi”.

L’incontro, a cui hanno partecipato anche tutte le figure chiave del progetto, è stato un momento di confronto e pianificazione per il futuro. Tra i presenti, il sindaco di Altamura Vitantonio Petronella, l’Assessore alla Cultura Angela Miglionico, lo storico Giuseppe Pupillo e il presidente del Gruppo Storico Normanno Saraceno, Francesco Tamborra. La delegazione di Monselice, giunta il giorno precedente per visitare la città, includeva, oltre a Luca Piccolo, Paola Signoretto, Presidente della Giostra, i giornalisti Maurizio Drago e Federica Pagliarone, e lo storico Riccardo Ghidotti.

Il progetto “Il piatto di Federico II”

Il progetto “Il piatto di Federico II” ha già riscosso notevole successo nelle sue prime edizioni, attirando l’attenzione mediatica e il coinvolgimento di numerose istituzioni. Il suo scopo è duplice: da un lato, valorizzare la ricca eredità culturale e storica delle città federiciane; dall’altro, promuovere la gastronomia locale come elemento chiave per lo sviluppo turistico. La conferenza di Altamura ha ulteriormente consolidato questi obiettivi, sottolineando l’importanza di eventi che uniscono storia e tradizioni culinarie per creare nuove opportunità di crescita economica e culturale.

Altamura, con la sua cattedrale e le sue tradizioni culinarie, continua a raccontare la storia di Federico II, un sovrano illuminato la cui visione per un regno prospero e multiculturale rivive ancora oggi tra le mura della città. Questo progetto enogastronomico non solo celebra l’eredità dell’imperatore, ma rappresenta anche un’opportunità unica per esplorare e apprezzare le profonde connessioni tra storia, cultura e territorio.

Federico II, soprannominato “Stupor Mundi” (meraviglia del mondo), aveva un’attenzione particolare per le città del suo regno. Egli non solo vedeva in Altamura un baluardo strategico, ma anche un centro culturale e di scambio. La sua visione urbanistica portò alla costruzione della cattedrale di Altamura, dedicata all’Assunta, uno dei più splendidi esempi di architettura sacra medievale in Puglia. La cattedrale, con la sua facciata gotica e il suo interno romanico, rappresenta un simbolo tangibile dell’influenza federiciana.

Il pane di Altamura

Una delle eccellenze di Altamura è il suo pane, rinomato per la sua qualità ed il suo sapore unico, derivato da una tradizione antica che utilizza grano duro coltivato nella regione. Federico II stesso apprezzava questo pane, tanto che si dice lo considerasse una delle specialità del suo regno.

“Crediamo – ha spiegato lo storico locale il prof. Giuseppe Pupillo – che oggi il pane di Altamura non abbia bisogno di ritrovare riscontri per la sua bontà? e genuinità? in un passato molto lontano o nelle leggende, come spesso accade. Del pane prodotto in area pugliese pare fosse molto ghiotto anche l’imperatore Federico II di Svevia. La sua pietanza preferita? Il pancotto, la cui preparazione era praticamente identica alla «cialle?dde» altamurana. I suoi cuochi lasciavano ammollare grandi fette di pane in un brodo ricavato dalla cottura della quintessenza della vegetazione spontanea della regione i cui profumi e sapori erano forniti da erbe come la caccialepre, la borragine, la ruchetta, il crespigno (o sivone), il finocchietto selvatico, la cicoriella e i cardoncelli. Tutto veniva poi condito con abbondante olio”.

“La rifondazione di Altamura da parte di Federico II di Svevia – ha proseguito Pupillo – è forse uno degli esempi più adeguati a cogliere il senso della nuova concezione politica dell’imperatore. L’accentramento del potere regio contro ogni realtà feudale lo portò a rivendicare al demanio dello Stato un vasto territorio nel cuore della Murgia barese con i suoi ricchi pascoli, le lame e le terre fertili che era stato l’agro di un antico centro abitato esistente in età normanna, ma già abbandonato dai suoi residenti. Guglielmo II re di Sicilia lo aveva in gran parte concesso alla chiesa di Santa Maria Nova di Monreale insieme alla città di Bitetto, unico possedimento peninsulare. Per evitare che la nuova Terra di Altamura potesse risvegliare le cupidigie dei signori delle città vicine, lo Svevo vi fece costruire ex novo tra il 1230 e il 1232 una chiesa, l’unica in tutto il suo Regno, libera ed indipendente da qualsiasi giurisdizione vescovile e arcivescovile. In questo modo annichilì il potere della vecchia feudalità, ma anche quella ecclesiastica delle diocesi circostanti”.

Federico II a Monselice

Interessante e significativo anche l’intervento dello storico di Monselice, Riccardo Ghidotti, che ha tracciato il profilo della Monselice che ha accolto l’imperatore nella primavera del 1239.  Una comunità organizzata e ben degna d’essere scelta dal sovrano come sua Camera Speciale Imperiale, fregiandola dei colori imperiali, dotandola di speciale tipario e del Ferraiolo per i capifamiglia. Una felice stagione per Monselice, assegnando alla Città della Rocca un ruolo strategico sia come fortezza che come fulcro dinamico delle strategie politiche di espansione imperiale.

Il viaggio del “Piatto” in Sicilia

Nei prossimi mesi, “Il Piatto di Federico II” farà tappa a Palermo, il capoluogo siciliano che tanto deve all’imperatore svevo. In questa occasione, si esplorerà un tema affascinante: “La contaminazione del cibo. Dai paesi africani e asiatici a quelli europei: la prima ‘globalizzazione’ ai tempi di Federico II”.

Il progetto “Il Piatto di Federico II” proseguirà il suo viaggio attraverso le città simbolo dell’imperatore, promuovendo e valorizzando la ristorazione locale. Cuochi di ristoranti, trattorie, agriturismi e punti di ristoro saranno coinvolti nella creazione di piatti ispirati alle ricette medievali, utilizzando ingredienti in uso all’epoca dell’imperatore. Questi chef e le loro interpretazioni delle ricette federiciane diventeranno i protagonisti delle città coinvolte, seguendo le linee guida stabilite dalla città di Monselice.

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