Chef Giorgio Trovato, ambasciatore della cucina italiana nel mondo

La sua cucina è fatta di ricerca, di rispetto delle tradizioni e della storia del territorio ma anche di pura contaminazione. Giorgio Trovato, 44 anni d’origine calabrese trasferitosi a Siena all’età di 18 anni, è l’executive chef de “Il Convito di Curina”, ristorante dell’Hotel Villa Curina Resort, dimora cinquecentesca insignita nel 2014 con le due casette nella Guida Michelin. Sempre la celebre guida ha, in seguito, riconosciuto le due forchette al ristorante esaltando l’ampia scelta enologica con vini regionali e champagne di piccoli produttori. 
 
Lo Chef Trovato si definisce uno “spirito libero”, definizione che rispecchia perfettamente la sua vita professionale e la sua personale concezione del gusto. L’estrema volontà di confrontarsi con culture nuove lontane hanno spesso spinto lo chef all’estero. 
Trovato incarna una figura professionale in continua evoluzione, grazie alla carriera poliedrica e trasformista. Lo chef, infatti, affianca la sua attività di Executive Chef a quella di Consulting Chef e Food Stylist. Ha fondato la “Trovato Food Project”, società impegnata in attività di consulenza per l’avvio di attività di ristorazione partendo dal concept del locale, studiando i competitor e le potenzialità del territorio, consente un migliore servizio di recruiting del personale, un’efficace ideazione del menu e un accattivante allestimento carte dei vini, oltre ad un valido supporto tecnico e creativo. 
In aggiunta, Giorgio Trovato è presidente e docente della Federazione Italiana Professional personal Chef (Fippc) che include 163 chef in tutta Italia e punta alla qualificazione e alla valorizzazione di questa figura professionale attraverso una serie di corsi di formazione, stage e meeting. 

Si è occupato di alcune importati start up e ha prestato la sua consulenza all’estero per numerosi ristoranti nel mondo: dal 2012 al 2014 è stato executive chef e restaurant Manager, guidando ben 65 cuochi di “Stefano’s Fine Food Factory” a Kyev in Ucraina. 
In Irlanda, più precisamente a Dublino, ha seguito la cucina del ristorante italiano “Il Vicoletto”; a Castefiorentino guidava un team di 45 cuochi per la “Glamour Catering Event’s”, azienda specializzata nel settore wedding. In Irlanda si è, inoltre, occupato de “Il Veliero Italian restaurant”, mentre per il Relais Hotel La Grotta, della catena Four Stars Hotel in Gaiole in Chianti, ha seguito il training per la brigata di chef e cuochi. 
Dal 2011 fino al 2013, ha fatto parte del direttivo di Euro-Toques International (Eti), l'Organizzazione europea che include più di 2000 chef e cuochi in Europa e nel Mondo, impegnata a promuovere qualità e tradizioni culinarie all’interno del panorama nazionale ed internazionale. 

Lo chef Trovato si considera predestinato alla cucina fin da bambino, quando sua nonna dava a tutti i nipotini qualcosa da fare in casa per tenerli occupati. “Io cucinavo, affettavo, tagliavo e mi divertivo tantissimo”, spiega. Dopo la laurea in legge e in Scienze dell’amministrazione, ha seguito la sua passione iscrivendosi alla Boscolo Etoile Academy di Sottomarina. 

“Il mio obiettivo primario è mantenere saldo il legame con la cultura, la storia e le tradizioni del luogo in cui esercito la mia attività, valorizzando le produzioni di quelli che amo definire gli artigiani locali del gusto”. Senza ombra di dubbio, le scelte effettuate dallo chef di sfruttare la stagionalità e prediligere la materia prima prodotta da imprese locali con commerciabilità limitata, incidono positivamente anche sulla crescita dell’indotto economico.Ovviamente, anche questo tipo di ricerca richiede conoscenza del territorio, studio e formazione: lo chef, infatti, effettua in primo luogo una ricerca sulla storia e sulla cultura del territorio, in modo da conoscere la storia della tradizione culinaria del luogo in cui si trova, infine si reca dai piccoli produttori per scegliere le migliori materie prime. 

“La cucina – spiega lo chef Trovatoè formazione non solo per chi la fa, ma anche per il cliente, il quale deve essere partecipe delle varie fasi che hanno portano alla creazione di un determinato piatto. La conoscenza, la scelta della materia prima, la manipolazione e la composizione, rappresentano una scoperta per i non addetti ai lavori. Il compito di ogni chef è proprio quello di “raccontare” il piatto per permettere che ciò avvenga. Altrimenti l’atto di degustare si limiterebbe ad un semplice “mangiare fine a se stesso”. In questo modo – continua – si guida il cliente attraverso una vera e propria esperienza sensoriale, capace di riportare alla memoria profumi, sapori di un tempo, ricordi del proprio passato, della propria storia legati al cibo”.

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