Una mostra a Rovigo curata da Claudia Zevi, con una selezione di oltre cento opere, tra cui circa 70 dipinti su tela e su carta ed una straordinaria serie di incisioni e acqueforti pubblicate nei primi anni di lontananza dalla Russia.
Opere provenienti da tutto il mondo
Le opere esposte a Palazzo Roverella provengono oltre che dagli eredi dell’artista, dalla Galleria Tretyakov di Mosca, dal Museo di Stato Russo di S. Pietroburgo, dal Pompidou di Parigi, dalla Thyssen Bornemisza di Madrid e dal Kunstmuseum di Zurigo e da importanti e storiche collezioni private, con alcuni dei più grandi capolavori dalla “Passeggiata” all’ ”Ebreo in rosa”, a “Il matrimonio”, “Il Gallo”, “Guanto nero” e altri.
L’influenza della cultura russa
Il tema su cui la curatrice Claudia Zevi ha scelto di misurarsi è quello dell’influenza che la cultura popolare russa ha avuto su tutta l’opera di Chagall, con maggiore impatto realistico quando viveva nella Russia del primo ventennio del novecento, ma anche nelle figure di animali, case e villaggi, sempre presenti nei dipinti dei suoi lunghi anni successivi a Parigi, in America, nel sud della Francia.
La mostra di Chagall analizza la tradizione popolare della Russia profonda. Un’iconografia fatta di religiosità, in cui si ritrovano echi dell’iconografia religiosa e personaggi come il gallo, le capre e le vacche che popolavano la quotidianità dei villaggi russi, presenti anche nelle opere tarde di Chagall.
Questi elementi si trasformano nell’opera di Chagall in una sorta di realismo poetico che attinge dalla tradizione della favola russa la propria sintassi espressiva, mentre deriva dal mondo ebraico e cristiano ortodosso la propria influenza intellettuale e spirituale.
Nelle sue opere i ricordi divengono “presenze”, popolano i suoi dipinti comparendo anche là dove non te li aspetti, come le capre o le isbe inserite nella rappresentazione di un bouquet che è a sua volta composto da fiori e da visioni.
Senza mai confondersi con il dibattito delle avanguardie, la sua pittura tuttavia rimane sempre aperta alle esigenze del modernismo, ma senza necessitare di alcuna rottura con il mondo della memoria e delle forme tradizionali. Nella sua opera straordinaria e originalissima non viene mai a mancare l’esigenza utopica propria dell’avanguardia, senza mai interferire con il mondo delle emozioni e dell’affettività, che divengono, nella sua opera, un elemento di arricchimento e di originalissima definizione formale.
E così, pur scegliendo di vivere, come lui stesso dice ‘voltando le spalle al futuro’, Chagall si trova ad avere codificato un linguaggio e una sintassi espressiva che sopravvivranno, ben più delle avanguardie tradizionali del ‘900, al trascorrere del tempo e al modificarsi delle situazioni politiche e sociali del XX secolo.
E in tutto ciò la Russia rimane il luogo delle radici, della memoria di un amore che avverte deluso e che sogna potersi realizzare.
Anche la Russia mi amerà
“Anche la mia Russia mi amerà”, sono le parole con cui conclude “Ma Vie”, l’autobiografia illustrata che Chagall pubblicò, appena trentaquattrenne, a Berlino all’inizio dell’esilio, consapevole che questa volta la separazione dalla Russia sarebbe stata definitiva.
Informazioni per visitare la mostra
La mostra di Chagall a Rovigo si avvarrà della collaborazione della Fondazione Culture Musei e del Museo delle Culture di Lugano, è accompagnata da un catalogo a cura di Claudia Zevi.
Per informazioni su orari e prezzi visitare il sito www.palazzoroverella.com
tel. 0425 46 0093