Andy Warhol, pop art in mostra a Genova

Una mostra per conoscere meglio Andy Warhol? Non solo. Con lui si apre l’epoca dell’arte contemporanea, così come ancora la intendiamo oggi. Se nel calendario della musica pop c’è un ante e un post Beatles, l’unico fenomeno culturale e mediatico degli anni Sessanta in grado di rivaleggiare con Warhol, allo stesso modo in quello dell’arte dobbiamo parlare di un “Before Andy” e di un “After Andy”.

Dunque, a Genova ecco aprirsi un vero e proprio percorso tematico che si sviluppa intorno a sei linee conduttrici: il disegno, le icone, le polaroid, i ritratti, Andy Warhol e l’Italia, e infine il cinema, a coprire l’intero arco dell’attività dell’artista più famoso e popolare del secolo scorso.

Andy Warhol è stato capace di intuire e anticipare i profondi cambiamenti che la società contemporanea avrebbe attraversato a partire dall’era pop, da quando cioè l’opera d’arte comincia a relazionarsi quotidianamente con la società dei massmedia, delle merci e del consumo.

Nella Factory, a New York, non solo si producevano dipinti e serigrafie: si faceva cinema, musica rock, editoria, si attraversavano nuovi linguaggi sperimentali in una costante ricerca d’avanguardia.

Nei confronti della televisione, il nuovo medium per eccellenza, Warhol manifestava una curiosità straordinaria e, probabilmente, se fosse vissuto nei nostri tempi, non avrebbe esitato a usare i social network e la comunicazione in rete. (Peccato vero?)

A Genova dunque, ecco in mostra alcuni degli straordinari disegni preparatori che anticipano i famosi “il Dollaro” o “il Mao”; le celeberrime icone di Marilyn, sia nella serigrafia del 1967, sia nella tela Four Marilyn, della Campbell Soup e delle Brillo Boxes; ma anche i ritratti di volti noti come Man Ray, Liza Minnelli, Mick Jagger, Miguel Bosè come anche Gianni Agnelli, Giorgio Armani e Sandro Chia.

Un’intera sezione dedicata alle polaroid, oltre 90 pezzi, chiudono la mostra: un pezzo della sua storia, tanto importante per immortalare celebrities, amici, star e starlette.

Ad approfondire un aspetto dell’estetica warholiana, inoltre, una selezione di film e delle apparizioni televisive che hanno segnato la storia della pop art, quello appunto legato alla comunicazione, per un totale di 170 opere provenienti da collezioni private, musei e fondazioni pubbliche e private italiane e straniere.

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