Una delle caratteristiche del Golf, che attrae sempre più praticanti, sta proprio nella possibilità di immergersi in distese di verde dove tra uno swing e l’altro la mente è libera di concentrarsi solo sul gesto tecnico nel relax più completo. Proprio per questo i campi a 18 buche si snodano spesso tra veri e propri angoli di paradiso terrestre, fra boschi sempre verdi circondati magari da suggestive cime innevate. Oppure ricreati in luoghi esotici meta di un certo tipo di turismo che fa del golf una delle principali attrazioni. Detto ciò, come in ogni cosa, esistono dei tracciati che più di altri affascinano gli appassionati e impegnano gli esperti, rendendo così possibile stilare una classifica dei dieci migliori campi da golf del mondo, ovvero le principali mete su cui un vero intenditore, per chiamarsi tale, deve assolutamente cimentarsi almeno una volta nella vita.
Il primo posto non può che trovarsi in Scozia, paese che con gli oltre 550 campi da gioco rappresenta la meta più ambita dai praticanti di questa disciplina. Stiamo parlando del St. Andrews, la cosidetta Casa del Golf, che oltre alla presenza di ben 7 tracciati può vantare la presenza della sede del Royal&Ancient Golf club, vera e propria istituzione che amministra e detiene il reolgamento ufficiale che governa questo sport. Suggestivo il Castel Course, l’ultimo tracciato inaugurato nel 2008, le cui 18 buche corrono lungo le scogliere sovrastanti la baia di St.Andrews.
Seguono in fila altri tre resort scozzesi quali il Westin Turnberry, il Carnoustie e il Kingsbarns, a ribadire quanto in effetti la Scozia oltre ad essere la patria storica di questo sport risulti in effetti anche il leader attuale. Il Westin Turberry si affaccia sulla spettcolare costa dell’Aryshire e ospita due tracciati davvero esclusivi come l’Alisa che con le sue dune di sabbia si avvia verso il mare e il Kintyre, un par 72 che si distende lungo una penisola che si frappone fra le isole Aran e il Mare d’Irlanda. Il Carnoustie è uno dei dieci club più antichi del mondo e rimane uno dei più celebri avendo ospitato per due volte il British Open grazie ai suoi tre percorsi molto panoramici ma altrettanto difficili. Il Kingsbarns Golf Links unisce le dune di sabbia del Mare del Nord al green duro e veloce delle colline dell’East Fife.
Seguono a ruota due Club House made in USA fra i più celebri almeno per quella parte del pianeta oltreoceano: il californiano Pebble Beach e l’Augusta National situato nello stato della Georgia. Il primo ospita ogni anno il Masters ed è riservato a pochi fortunati che possono ripercorrere il leggendario Amen Corner e incontrare in corrispondenza della buca 17 l’Eisenhower Tree, l’albero che il presidente degli stati uniti non riusciva mai a superare. Il Pebble Beach appare più accessibile nonostante sia stato votato come miglior club statunitense negli ultimi tre anni grazie al suo tracciato disegnato lungo la scogliera.
La passione del golf contagia sempre di più non solo le culture anglosassoni grazie all’opportunità di poter attrarre una buona parte del turismo di lusso. Per questo anche molti paesi esotici, grazie ad importanti investimenti e ad un clima che permette di sfruttare i bellissimi green per un lungo periodo dell’anno, stanno risalendo le classifiche e già presentano esempi di eccellenza. Fra tutti spiccano il Mid Ocean Club di Bermuda e il Four Season Golf Club Mauritius che nel nome sottolinea l’appartenenza all’esclusiva catena di Hotel, molto bello anche se il tracciato conta solamente 6 buche. Il più arrembante e deciso a scalare le posizioni iniziando dalla decima in cui si trova attualmente è il Saadiyat Golf Beach di Abu Dhabi inaugurato solamente il primo marzo 2010 e nel cui tracciato sono stati costruiti artificialmente 3 laghi e 67 bunker rendendolo impegnativo persino per i professionisti del Tour. Alla nona piazza troviamo invece il Praia d’El Rey Golf Course, un fantastico 18 buche che ricalca lo stile dei links scozzesi ad appena un’ora di distanza da Lisbona.