Ducati Scrambler

La Ducati Scrambler potrebbe risorgere. Anche nella sede di via Cavalieri Ducati a Borgo Panigale hanno capito che attualmente il trend si sta spostando verso un ritorno al classico.
È vero infatti che da qualche anno che le classic sono tornate a circolare per la strada, con la regina della categoria Triumph Bonneville T100 in testa, tanto che anche Kawasaki ha pensato bene di ridare splendore ad un altro modello storico, la W800.

Le Scrambler sono quelle moto con telaio da strada ma con modifiche che la rendono adatte sia ad un uso sull’asfalto quanto su uno sterrato facile, poco impegnativo, per muoversi agilmente. Infatti il termine “scrambler” deriva dall’inglese “to scramble” che significa scattare, togliersi di torno rapidamente. Le modifiche adottate erano manubri larghi; sospensioni morbide ad ampio viaggio e gomme tasellata. Caratteristica, il doppio scarico laterale appena sotto la sella, possibilmente bello chiassoso.

E per parola di Claudio Domenicali, responsabile prodotto Ducati, la Scrambler è uno dei modelli che bolle in pentola per il prossimo futuro. E per questo, la casa bolognese sarebbe disposta a modificare le caratteristiche del suo desmodromico con un motore raffreddato ad aria, per mantenere l’originalità del concetto classic e scrambler.

In Italia le scrambler si sono diffuse nel secolo scorso a cavallo degli anni ’60-’70 soprattutto dalle case inglesi e italiane, mentre negli Stati Uniti nel decennio precedente, quando nei territori di provincia le moto stradali venivano modificate  con manubri, pneumatici e rapporti da fuoristrada, per renderle utilizzabili sulle strade sterrate.

Ducati iniziò negli anni ’70 la pruduzione della sua Scrambler 450 ma molte altre scrambler si ricordano come Gilera, Moto Guzzi, Moto Morini e MV Agusta.

Nelle immagini nella gallery, una interpretazione della Ducati Scrambler secondo il designer Oberdan Bezzi.

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