Concorso d’Eleganza al Castello di Miramare, Trieste

L’epoca d’oro dell’auto va in scena a Trieste il 12 e il 13 maggio in occasione del Concorso d’Eleganza Castello Miramare dove anche il pubblico sarà protagonista.

Tutti, infatti, potranno esprimere – utilizzando  le apposite schede – il proprio giudizio sulle 30 vetture schierate, scelte tra quelle più affascinanti del periodo 1930/1970. Sarà sufficiente essere presenti negli spazi scelti per il Concorso: la suggestiva Piazza dell’Unità nel pomeriggio e nella prima serata di sabato o il celebre Castello sul Golfo la domenica mattina.
Sarà un voto autonomo rispetto a quello della giuria ufficiale, che permetterà di scoprire se la scelta popolare coinciderà con il giudizio degli esperti: il presidente della FIVA, Horst Brüning, Lorenzo Ramaciotti (già al vertice di Pininfarina e Gruppo Fiat) e Andrea Zagato, con in più l’appoggio dell’ingegnere Mauro Forghieri. Il celebre tecnico, al top del Reparto Corse della Ferrari per oltre un quarto di secolo, darà infatti un giudizio sul rapporto meccanica-estetica.

 

Ferrari 250 “Drogo”: stile e curiosità
Per la seconda delle tre selezioni previste in funzione della finalissima del Concorso nel 2014 e che eleggerà “l’auto più bella del mondo”, l’elenco completato dalla Associazione Amatori Veicoli Storici prevede modelli che hanno ricevuto i più alti premi in varie manifestazioni mondiali e altri meno noti ma altrettanto importanti.
Tra questi ultimi, una accattivante Ferrari 250 “Drogo” del ’63,  una Isotta Fraschini 8A SS nell’insolito e sorprendente stile di Figoni e Falaschi, una Lincoln 501 KA del ’32 della Carrozzeria Murphy e varie Alfa Romeo, ovvie grandi protagoniste degli Anni ’30, come la 1750 GTC berlinetta Touring battezzata all’origime in modo singolare (“Fugientem Incurro Diem”: 1931) e la 6C 2500 SS Touring del ‘39, con il telaio accorciato, del tipo “256”. Quest’ultima è la sigla ideata da Enzo Ferrari per le 2500 SS elaborate in collaborazione con la sua Scuderia secondo un concetto che non ha mai abbandonato e che ancora distingue le auto di Maranello. Nel caso della “256”,  le prime due cifre esprimono la cilindrata, la terza il numero dei cilindri.

Dal contrabbando alla ribalta internazionale
Nei Concorsi d’Eleganza spesso riemergono da un passato oscuro vetture dalle origini nobili e la rassegna di Trieste non farà eccezione. Questa è una storia d’altri tempi. Di quando la frontiera che divideva Trieste dalla Jugoslavia nascondeva un mondo per tanti aspetti misterioso. Dove fioriva il contrabbando di tutti i generi possibili, attraverso strade per lo più deserte e sulle quali una vettura potente riusciva quasi sempre a farla franca.
Velocissime ma ormai poco costose, molte Alfa Romeo 1900 nelle varie edizioni sono state costrette a finire la loro carriera sulle strade del mercato nero.
È stato il caso di una 1900 Sprint nella rara e sofisticata edizione Pininfarina (100 cavalli, oltre 180 km/h, poche decine costruite), immatricolata a Milano nel giugno del ’53 e posta sotto sequestro dalla Polizia di Zagabria nell’ottobre di 5 anni dopo per traffici illeciti. La macchina non è più rientrata in Italia ma poco più di 10 anni fa è stata recuperata dal presidente dell’Automotoclub storico sloveno che l’ha sottoposta ad un lungo restauro. E nel week-end del 12/13 maggio, con la fedina penale ripulita, potrà finalmente rivalicare l’ormai simbolico confine con Trieste. Con un ruolo finalmente consono alla sua classe.

Testimone d’epoca: Lancia Astura Cabriolet
Tra le 30 auto protagoniste, colpisce la Lancia Astura 4° Serie Cabriolet del 1939, sia per l’eleganza e l’imponenza del disegno di Pinin Farina (nell’occasione coadiuvato dal conte Mario Revelli di Beaumont, stilista dal temperamento innovativo, e dall’influente concessionario Lancia di Biella, Ernesto Bocca) che per la collocazione storica. Si tratta dell’ultima di una piccolissima serie di “grandi” Lancia (motore V8 di 2973 cc) con quelle maestose caratteristiche, realizzata prima del conflitto: successivamente e fino al ’41, Pinin Farina costruirà sul telaio Astura solo delle austere berline, per lo più “ministeriali”. Con le sue dimensioni monumentali (il passo misura ben 3,47 metri) e il particolare frontale a prua di nave, la vettura – esposta al Salone di Berlino del ’39 – esprime bene le caratteristiche di un’epoca.

Fascino e importanza della Ferrari 857S
Una particolare curiosità è rappresentata dalla straordinaria Ferrari 857S, auto da corsa che ha influenzato lo stile di quelle di serie. Intorno al 1954 la linea delle Ferrari sport denota una maggiore attenzione all’aerodinamica e alla snellezza generale. Nascono delle vetture filanti, di grande equilibrio estetico e che caratterizzeranno le corse fino all’avvento del motore posteriore. Tra queste la rara Ferrari 857S, inserita tra le protagoniste del Concorso per il fascino di una linea raffinata e che anticipa le grandi Ferrari stradali degli anni successivi, le Cabriolet e soprattutto le Spyder California. Realizzata dal celebre carrozziere modenese Sergio Scaglietti, la 857 riprende lo stile della “piccola” 500 Mondial del ’54, dovuto allo stesso Scaglietti, e poi riproposto da Pinin Farina con le prime tre 750 Monza costruite. Le successive 30 vetture escono però dalla Scaglietti e comprendono alcuni dettagli tipici del carrozziere modenese, inizialmente contestati da Enzo Ferrari: in particolare il poggiatesta e i fari carenati. “È stato molto difficile convincere il Commendatore – ha spesso ricordato Scaglietti – Io ero convinto che dessero un’impronta particolare alla linea ma il “capo” non ne voleva sapere. Per convincerlo sul poggiatesta sono stato aiutato dal figlio Dino mentre per i fari è stato fondamentale l’appoggio di Aurelio Lampredi che dirigeva l’Ufficio Tecnico”.
La validità di questi concetti è riscontrabile anche sulla 857S, sigla che riprende la cilindrata unitaria del motore a 4 cilindri in linea da 280 cavalli. Il modello ha corso nella seconda parte della stagione’55 e in quella del ’56 (1° al Giro di Sicilia con Peter Collins), talvolta aggiornato come “860 Monza” (stesse caratteristiche ma potenza portata a 310 cavalli).

 

Scelte particolari per l’Alfa tedesca
A Trieste si rivedrà anche una prestigiosa Alfa Romeo dai dettagli singolari e inconsueti: si tratta della 8C 2300 “vestita” dalla carrozzeria tedesca “Erdmann&Rossi” con  sede a Berlino. L’auto (1932) permette di riscoprire le particolari caratteristiche “tecniche” della Carrozzeria tedesca, preferita da alcuni clienti per l’accuratezza e la robustezza delle lavorazioni, distanti (volutamente) dalla sportività  delle nostre “firme”, come Touring e Zagato. Lo si nota dai parafanghi molto ampi, dal parabrezza ben dimensionato, dalle numerose cromature e dai rivestimenti dell’abitacolo, capote (a più strati) compresa. La ricerca del confort unita alla sportività dell’Alfa 8C (142 cavalli, circa 170 km/h).
In alcuni casi la Erdmann&Rossi aveva però un consulente particolare per lo stile generale delle linee, nella consapevolezza di dover “alleggerire” la tendenza alla costruzione massiccia. Si trattava del carrozziere nizzardo Etienne Brandone che era coadiuvato dal figlio Pierre. È stato il caso di questa “2300”, la cui linea è stata firmata da Brandone.

Per info: www.concorsodeleganzacastellodimiramare.it

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