Dormire in Puglia, tra trulli, monasteri e masserie, vicino a spiagge più belle

Chi ha detto che la Puglia ha solo il mare e bisogna necessariamente alloggiare sulla riva? In una terra tutta da scoprire, con noleggi e soluzioni per muoversi a gogo, non c’è che l’imbarazzo della scelta per  vivere appieno la bellezza del posto senza prosciugarsi il portafoglio. Anche in alta stagione.

Negli storici trulli

Ad Alberobello – uno dei 51 siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List – i trulli ormai sono dei veri e propri suk, snaturati quasi dalla vera radice intima, isolata. Quelli in affitto si alternano a quelli, turistici, affollati, ornati da compravendite e viavai: consigliamo giusto una visita per optare poi all’antico alloggio in pietra ma nei dintorni che seppur meno antichi stanno lontano dal caos.

Secondo alcuni studi i trulli di Alberobello risalirebbero alla metà del XIV secolo; all’epoca infatti era comune abbattere e ricostruire gli edifici dissestati, piuttosto che ripararli. La costruzione a secco, senza malta, sembra sia stata imposta ai contadini nel XV secolo dai Conti di Conversano, per sfuggire a un editto del Regno di Napoli che imponeva tributi a ogni nuovo insediamento urbano. Tali edifici risultavano perciò costruzioni precarie, di facile demolizione e non tassabili.

In verità i trulli sono tutt’altro che precari: la struttura interna, seppur priva di elementi di sostegno e collegamento, possiede infatti una straordinaria capacità statica. Oggi lo spessore delle mura, la presenza di pietra a secco di origine preistorica, ricavata dalle rocce calcaree dell’altopiano delle Murge, la scarsa presenza di finestre assicurano un ottimale equilibrio termico: calore in inverno e fresco in estate all’interno delle antiche costruzioni coniche. Tutte al centro della valle d’Itria, sono a circa 20- 30 km di distanza dalle maggiori attrattive del luogo: Polignano a mare, selva di Fasano, Maldive del Salento, Ostuni, Taranto, Lecce.

Nei monasteri

Questo tipo di ospitalità solo negli ultimi anni ha preso piede nel nostro paese, per lo più tra chi non fa del lusso una prerogativa al viaggio. Nei conventi e monasteri è la quiete e il relax a far da padrone: l’alloggio è sobrio spartano e offerto direttamente da monaci, frati, suore. Spesso comprende anche una mezza pensione in condivisione, altre volte no, così come gli orari di rientro che possono essere restrittivi. Ma a pochissima distanza  dalle mete più ambite sono diventate tappa di vacanzieri, intenti più che altro ad una vera vacanza all’insegna della scoperta e del riposo. Low cost.

Nelle masserie

Le masserie sono l’emblema della civiltà contadina, intimamente legate alla storia del territorio. Molte sono nel basso Salento verso Otranto, Torre dell’Orso, Santa Cesarea, ma anche Gallipoli, Leuca: spiagge meravigliose raggiungibili a qualche chilometro d’auto, dopo essersi goduti appieno la tranquillità, il comfort, il lusso, a volte.

Si ritiene che la diffusione delle masserie risalga all’epoca della conquista longobarda. Questi ultimi favorirono l’aggregazione dei pastori in gruppi più numerosi nelle masserie e nei casali. La parola “masseria deriverebbe dal latino “maseria o maserius” come fusione dei termini “mas o maes” (campagna) ed “er” (casa). La politica territoriale ad opera degli angioini di Taranto concesse il possesso e l’utilizzo delle terre a tutti i cittadini come bene comune universale.

Oggi le masserie della Puglia appaiono tra le strade statali o in mezzo alle campagne. Molte sono restaurate e destinate al turismo, come resort di charme, come strutture biocertificate o come fattorie didattiche. Ambienti che fanno rivivere quegli spazi un tempo produttivi, come i frantoi, le mangiatoie, i palmenti, con cura, per far riscoprire la cultura e la tradizione rurale ai viaggiatori più attenti: un valore che si aggiunge a chi dopo spiagge affollate, va in cerca di una solitudine non priva di fascino e comunque carica di storia. In ogni caso una vacanza “più calda” rispetto al generalissimo hotel.

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