A Prato dall’8 dicembre al 30 maggio 2013 apre al pubblico la mostra “Vintage. L’irresistibile fascino del vissuto”. Attraverso i percorsi della mostra, studiati su quattro sezioni tematiche è possibile ammirare pezzi esclusivi vintage, che rappresenta una frontiera crescente sul versante dell’abbigliamento glam. Le quattro aree si propongono di illustrare i punti più significativi che hanno fatto diventare il vintage una tendenza contemporanea e riconosciuta universalmente.
Nella prima sezione, al piano terreno del Museo, una raffinata selezione di costumi e manufatti antichi. In questo spazio vengono esposti dei veri e propri reperti storici del Museo:accanto ad abiti del Museo Stibbert e della Galleria del Costume di Firenze, nonché del Museo Nazionale di Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Sorprendente il cuscino del corredo funebre del Vescovo degli Agli risalente al Quattrocento con tecnica patchwork di incredibile modernità, costituito da numerosi frammenti di stoffe differenti e di diversa provenienza come abiti, tappezzerie e lane domestiche che creano raffinati motivi geometrici.
La seconda sezione, al primo piano, ha come tema il ruolo centrale di Prato come capitale mondiale della raccolta di abiti usati, reimpiegati per il recupero delle fibre destinate ad alimentare l’industria della lana rigenerata, attiva dalla seconda metà del XIX secolo.
La mostra vintage continua nella terza sezione, che dimostra il ruolo di abito usato come divisa della protesta, simbolo dei movimenti giovanili. Qui vengono esposti jeans usurati e uniformi personalizzate, l’eskimo e altri abiti folk ed hippie che diventano ispirazione per gli stilisti del periodo come Yves Saint Laurent.
In mostra anche una selezione di pezzi di Dior, Cardin, Balenciaga, Chanel risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta, mentre vestiti di Valentino, YSL, Thierry Mugler e Issey Miyake confermano come già negli anni Ottanta e Novanta era già diffusa la passione per il vintage.
L’attenzione sempre più evidente per la moda vintage ha spinto le maison d’alta moda a rispolverare pezzi dagli archivi di produzione e a ricreare delle edizioni limitate dei pezzi icona. Questo è il caso di Gucci che ha rilanciato il foulard Flora e la Bamboo Bag, di Hermès con la Kelly, dei cappottini anni 60 di Max Mara e delle trame colorate e fantasiose di Pucci.
La quarta sezione della mostra dimostra come il degrado e l’usura dei tessuti nel settore della moda abbiano ispirato gli stilisti: dai tessuti trattati da Mariano Fortuny alle lavorazioni dove usure, tagli, macchie e decolorazioni diventano il marchio della Stone Island, Massimo Osti e Marithé e François Girbaud; in mostra anche un capo militare originale della seconda guerra mondiale reinventato da Antonio Marras.
Questa incredibile passeggiata che racconta la nascita e l’evoluzione dello stile vintage viene resa possibile grazie alla partecipazione di A.N.G.E.L.O. Vintage Clothing e alla disponibilità di case di moda come Gucci, Pucci e Max Mara e dell’Archivio Massimo Osti.
Photos: Alessandro Moggi